Il BIM per la sfida “net zero” in UK

Net Zero Energy Building (NZEB) costituisce un nuovo concetto di sostenibilità applicato al settore edile. In generale, un edificio Net Zero Energy ha come caratteristica principale quella di riuscire a produrre tanta energia quanta ne consumerebbe nell’arco di un anno.

Il progetto denominato Advancing Net Zero, promosso dal World Green Building Council e dai Green Building Councils, mira a supportare la trasformazione del mercato verso la costruzione di edifici sostenibili e decarbonizzati entro il 2050. Per raggiungere questo obiettivo, propone lo sviluppo di strumenti, programmi e risorse.

Nel mondo sono già stati costruiti diversi edifici che soddisfano l’etichetta “net zero”. È il caso di Al Ghanem Business Center in Qatar, Prysmian New Headquarter a Milano, Toronto Dominion Center, Ernst e Young Tower a Toronto, 85 Bluxome a San Francisco, tra molti altri.

Nel caso del Regno Unito, che si è impegnato a raggiungere il pieno “net zero” nei suoi progetti nel settore, Charles Smith, consulente di Atkins, suggerisce come il BIM possa aiutare a guidare l’azione e pone la domanda: il BIM è la chiave per il futuro net zero della Gran Bretagna?

In un paese in cui l’ambiente edilizio è responsabile di gran parte delle emissioni di carbonio, il Governo britannico ha fissato una serie di misure e obiettivi di costruzione al 2025 che includono: riduzione delle emissioni di gas serra del 50% o più e investimenti per 170 milioni di sterline di fondi pubblici per sviluppare tecnologie di produzione digitale attraverso un programma di trasformazione degli edifici.

In questo contesto, il BIM gioca un ruolo essenziale poiché l’attenzione per raggiungere questo scopo deve essere posta soprattutto sulle attività di progettazione. Queste generano gran parte degli scarti e basse efficienze operative che possono portare a modifiche progettuali nelle fasi finali e, quindi, a una rielaborazione del progetto e ad una scarsa ottimizzazione dei materiali.

È possibile ottenere risultati migliori incoraggiando la collaborazione con i fornitori, evidenziando le inefficienze e mettendo in discussione le decisioni di progettazione inefficienti. Inoltre, i rifiuti possono essere individuati e ridotti durante il ciclo di vita di un’infrastruttura con strumenti abilitati per il BIM come i Digital Twin.

D’altra parte, grazie al BIM si stima che si possano evitare fino all’80% dei rifiuti edili e si possa ridurre di un terzo l’uso del calcestruzzo.

Fornire informazioni sulla progettazione e costruzione di componenti edilizi, compresi i loro costi ambientali, a produttori esterni in un formato leggibile dai software evita la necessità di un intervento umano significativo nel processo, consentendo un flusso più veloce e accurato di informazioni tra progettisti, fornitori e produttori. Migliorare la qualità delle informazioni fornite ai produttori esterni aiuterà ad aumentare la qualità e ridurre al minimo lo spreco dei componenti edili; i vantaggi potrebbero essere esponenziali se adeguatamente supportati.

Pertanto, sia l’integrazione del BIM che una migliore comunicazione tra le parti possono diventare parte del futuro green dell’edilizia britannica.

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, lavora da molti anni nell’editoria B2B per la stampa tecnica e specializzata. Ha scritto a lungo di tecnologia, business e innovazione. Oggi orienta la sua professione nel campo delle tecnologie applicate alla progettazione architettonica e all’imprenditoria delle costruzioni.


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