Partendo dal presupposto che le principali piattaforme BIM finora sviluppate sono indirizzate prevalentemente alla progettazione del nuovo, nasce il progetto BIM4EEB, interamente finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma HORIZON 2020. Per conoscere meglio il progetto abbiamo incontrato Giuseppe Barletta, della Direzione generale Politiche sociali, abitative e disabilità della Regione Lombardia, partner del progetto.
Quali sono gli obiettivi principali del progetto BIM4EEB?
Nell’ambito del progetto – spiega Giuseppe Barletta – si intende svilup pare una piattaforma open source e interoperabile, con un kit di strumenti specifico per ottimizzare il processo decisionale, a partire dalla fase preliminare di rilevazione del bisogno, alle fase di progettazione e realizzazione e di gestione patrimoniale nel caso di interventi di ristrutturazione di edifici esistenti, al fine di renderli energeticamente più efficienti. La piattaforma sarà basata su un sistema di gestione BIM composto da diversi moduli in grado di gestire tutte le attività più rilevanti che costituiscono il processo edilizio, consentendo alle parti interessate loscambio di dati.
Quale deve essere il giusto approccio BIM per la riqualificazione dell’esistente?
Il BIM dovrebbe fornire gli strumenti utili per la condivisione delle informazioni; una modalità operativa in cui tutti i soggetti coinvolti, ognuno per la propria competenza, possono modificare, aggiornare o estrarre dati che di volta in volta, nel caso specifico dell’esistente, arricchisce un modello digitale ottenuto da un rilievo approfondito, supportato da strumentazione digitale, che costituirà il supporto per una altrettanto accurata progettazione dell’intervento. L’approccio che il progetto BIM4EEB adotterà sarà improntato alla conoscenza delle istanze dei vari attori coinvolti sia nel processo edilizio che nella gestione dell’edificio, con attenzione alle diverse peculiarità di ciascuno di essi (ad esempio le diverse modalità operative da attuare nel caso in cui la proprietà sia pubblica o privata).
Quali sono i progetti pilota cui si dedicherà il progetto e con quali obiettivi?
Sono stati previsti tre siti pilota, individuati in edifici residenziali esistenti situati in diversi contesti ambientali: paesi mediterranei (Italia), continentali (Polonia) e nordici (Finlandia).
Nel caso specifico italiano, il progetto pilota interesserà un edificio destinato a Servizi Abitativi Pubblici (ex Edilizia Residenziale Pubblica) di proprietà di ALER Varese-Como-Monza-Busto Arsizio, situato a Monza. L’edificio, risalente agli anni ‘70, rappresenta untipico esempio di edilizia residenziale popolare, che necessita di un intervento di riqualificazione edilizia/energetica.
La fase di rilievo sarà eseguita con la strumentazione necessaria per costruire il modello digitale tridimensionale dell’edificio e la progettazione avverrà con il ricorso alla libreria di oggetti sviluppata nell’ambito del progetto. Obiettivo dei progetti pilota è quello di valutare i risparmi sia in termini di costi che di tempistiche che possono essere conseguite con il ricorso al BIM. Parallelamente, si opererà sui casi pilota per acquisire prima e mettere a confronto poi i dati relativi al comfort ambientale pre e post intervento.
Quali sono le difficoltà che il progetto BIM4EEB può aiutare a superare?
Con il progetto BIM4EEB si intende costruire un modello che abbia al suo interno tutte le informazioni necessarie agli attori coinvolti nel processo edilizio, superando di fatto le difficoltà dovute alla mancanza di un linguaggio comune e di una comune base di conoscenze. In ogni fase del processo edilizio e in particolare in fase diprogettazione i tempi di comunicazione degli aggiornamenti apportati al progetto sono condivisi istantaneamente tra i soggetti interessati, diversamente da quanto succede nel metodo tradizionale. Ciò potrà aiutare nella gestione dei tempi e nel prevenire eventuali errori nella progettazione . Con il progetto si vuole sviluppare una piattaforma comune da cui poter di volta in volta estrarre i dati necessari, a seconda che la richiesta provenga, a titolo di esempio, dall’inquilino, dalla proprietà, dall’ente gestore o dall’impresa che ha in carico l’intervento edilizio o la gestione impiantistica.
Cosa ne pensate dello sviluppo del BIM in Italia a seguito dell’entrata in vigore Decreto 560/2017 (denominato BIM) nel mondo degli appalti e delle committenze pubbliche?
Ogni cambiamento, soprattutto se di portata rilevante, si trascina dietro il tema dei tempi necessari per conoscere prima e abituarsi poi alle novità introdotte. Nel caso del BIM, di fronte alla norma e ad un dibattito pubblico che già esistono, occorre che le pubbliche amministrazioni colgano tutte le opportunità che tale strumento potrà offrire, come di fatto stanno già facendo le principali imprese private. Ciò comporta necessariamente investimenti di risorse pubbliche sia per le dotazione tecnologiche che per la formazione dei funzionari interessati, a diverso titolo , nel processo edilizio.
Nel caso di interventi edilizi, la possibilità di raggiungere maggiori livelli di dettaglio nella progettazione e identificazione dei materiali può rivelarsi utile per mantenere i costi nei limiti previsti. Nel caso di amministrazioni pubbliche che gestiscono enormi patrimoni edilizi, come nel caso specifico dell’edilizia residenziale pubblica, il BIM può diventare lo strumento in grado di mettere a sistema tutti quei processi, oggi spesso frammentati, che ruotano attorno all’edificio (raccolta e conservazione dei dati di progetto, gestione e programmazione degli interventi di manutenzione, cicli di vita dei prodotti e materiali utilizzati, ecc.).