Come efficientare le modalità di gestione e il risparmio energetico degli edifici attraverso l’utilizzo dei dati? Per rispondere a questa domanda è nata la startup EKORE, con sede a Padova, la quale ha sviluppato una piattaforma che tramite il concetto di Digital Twin raccoglie e gestisce dati, li geolocalizza all’interno dei modelli BIM e, tramite algoritmi matematici di intelligenza artificiale, fornisce degli output per migliorare la manutenzione e l’efficienza energetica.
L’idea di utilizzare la notevole mole di dati per gestire al meglio gli edifici prende vita nel 2019 dai due founder, Andrea Agostini e Luigi Cesca, noti nel panorama del settore delle costruzioni per aver fondato ADHOX,
società che si occupa di consulenza in ambito Digital Innovation. Il progetto viene incubato per 2 anni per costituirsi come compagine sociale nel 2022.
EKORE nasce come startup innovativa ma con all’interno un’anima di una società consolidata, Beantech: una realtà con sede a Udine che conta 20 anni di esperienza nel settore ICT e più di 200 addetti ai lavori. I fondatori, conoscendo le complicate dinamiche che stanno alla base dello sviluppo di una piattaforma software, hanno fin da subito creduto che servisse un partner esperto in ambito informatico.
Digital Twin, l’evoluzione del BIM
Il Digital Twin è una copia digitale di un sistema fisico – un oggetto, un processo, un’infrastruttura o altro ancora – arricchita di dati geometrici, funzionali e comportamentali, con lo scopo di creare valore ed efficienza. In ambito Proptech i gemelli digitali possono essere definiti come degli alter ego dell’edificio esistente, grazie ai quali è possibile generare un modello olistico tramite l’utilizzo combinato di più tecnologie per l’analisi e la simulazione dei dati, come l’Internet of Things (Iot), il BIM e l’intelligenza artificiale.
Il Digital Twin rappresenta una vera rivoluzione per il settore immobiliare e può essere considerato come una evoluzione dei modelli BIM, utilizzati prevalentemente nelle fasi di progettazione e costruzione, che grazie all’IoT consentono non solo la visualizzazione geometrica e informativa statica, ma anche il monitoraggio in tempo reale dei consumi dell’edificio, della manutenzione o dello stato conservativo di una determinata infrastruttura. In seguito, con lo storico dei dati, si potranno attivare dinamiche di predizione che, attraverso l’intelligenza artificiale, arrivano a generare risparmi anche consistenti.
Al management di EKORE abbiamo questo quali sono le differenze applicative più significative che distinguono un digital twin da un modello BIM. “Sempre più spesso vedo utilizzato il concetto di Digital Twin come sinonimo di BIM, ma non sono la stessa cosa. – risponde Andrea Agostini – Il Digital Twin è una copia digitale di un sistema fisico arricchita di dati geometrici, funzionali e comportamentali, mentre il mero modello BIM (o modelli BIM aggregati) è un sistema statico che non si relaziona e modifica in funzione di fattori esogeni ed endogeni. I Digital Twin sintetizzando possono essere definiti come degli alter ego digitali dell’esistente, grazie all’utilizzo combinato di più tecnologie come l’IoT, l’Intelligenza artificiale e appunto il BIM, capaci di generare un modello olistico di dati creando così efficienza.”
I risparmi ottenuti arrivano fino al 30%
La piattaforma integra dati da più fonti: BMS, sensori di campo, piattaforme di CMMS, modelli BIM, monitorando e storicizzando i dati del patrimonio immobiliare. Grazie poi all’intelligenza artificiale arriva a generare un risparmio fino al 10% in ambito manutentivo e un saving energetico del 30-35% ottimizzando la regolazione degli impianti.
L’approccio di EKORE non si limita a fornire solo la tecnologia, ma parte da una data analysis del patrimonio immobiliare: ogni edificio è diverso dall’altro e per generare risparmio è fondamentale partire con questa prima fase di audit identificando i casi d’uso adatti a quel determinato edificio. Si passa poi alla connessione delle fonti dati, al monitoraggio e all’applicazione degli algoritmi. Il modello BIM nel Digital Twin svolge il ruolo di localizzare l’elemento facilmente, consentendo poi di collegarvi schede tecniche e manutentive che facilitano la gestione documentale.
La startup gestisce già un patrimonio di diversi metri quadrati di gemelli digitali come l’interessante progetto che sta realizzando per l’Impresa Pizzarotti attraverso i partner di BIMon. L’obbiettivo è quello di fornire alla divisione facility di Pizzarotti un nuovo metodo per gestire gli asset, creando il primo digital twin in Italia di un intero ospedale e della sede storica dell’azienda. “Il progetto relativo al miglioramento della gestione degli asset, che prende il nome di PNH – Pizzarotti New Horizon Digital Twin, nasce con l’obiettivo di migliorare le modalità con cui la Business Unit Facility Management dell’Impresa Pizzarotti gestisce i patrimoni immobiliari. – prosegue Andrea Agostini – Il progetto si focalizza su due tematiche principali: il risparmio energetico e la manutenzione, il tutto tramite l’applicazione del DigitalTwin. A seguito di un’attenta fase di analisi e digitalizzazione effettuata assieme ai partner di BIMon, il Cliente ha scelto la soluzione EKORE come infrastruttura tecnologica alla base del progetto, customizzata secondo specifiche esigenze.”
La piattaforma EKORE avrà molteplici funzioni, non sono solo quella di rappresentare il modello BIM e collegarsi a varie fonti dati, ma arrivando a generare modelli predittivi grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
L’acceleratore Habismart
EKORE, fresca di costituzione a Dicembre 2022, ha già chiuso una prima raccolta di capitale entrando a far parte dell’acceleratore Habismart, di proprietà di CDP Venture Capital, e, nella road map di sviluppo del 2023, la società punta a consolidare il team e ad espandere la propria Clientela in Italia e all’estero continuando ad applicare il principio dei founders: “we believe in data”.
“Il programma di Accelerazione Habismart, focalizzato sul tema proptech, ci ha dato da un lato la possibilità di relazionarci con importanti partner del progetto come COIMA, Gabetti e Ariston, dove abbiamo raccolto importanti feedback e stiamo collaborando con alcuni progetti pilota, dall’altro ci ha permesso di entrate in contatto con una rete di investitori interessati ad investire in start-up innovative del settore.”, conclude Andrea Agostini.