Gruppo CAP: il BIM al servizio della progettazione e gestione del servizio idrico

Gruppo è CAP è l’azienda che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano. Gestire il servizio idrico significa affrontare la complessità di un sistema articolato fatto di migliaia di chilometri di rete di acquedotto e fognatura, di impianti ad alta tecnologia come i depuratori e i sistemi di potabilizzazione. Significa, soprattutto, garantire acqua di qualità, sicura e costantemente controllata, nelle case e da restituire all’ambiente.

Stefano Carnevali e Giuseppe Barberio

All’interno del Gruppo opera la divisione Engineering, di cui fanno parte Giuseppe Barberio, Responsabile Sviluppo Digitale e Progetti BIM, e Stefano Carnevali, Responsabile Settore Reti, intervistati da BIMportale.

In che modo il BIM trova applicazione nel servizio idrico?
Nelle realtà che si occupano di gestire il servizio idrico, il BIM si sta diffondendo velocemente e, nonostante sia arrivato in ritardo rispetto ad altri settori come quello delle strutture e degli edifici, sta raggiungendo un buon livello di maturazione. Sicuramente c’è ancora molto da fare ma Gruppo CAP, insieme ad altri gestori che operano sul territorio nazionale, si sta muovendo in questa direzione.

Qual è stato il percorso di implementazione del BIM in Gruppo CAP?
È un percorso iniziato intorno al 2020 e ha previsto in piano di formazione, oltre che l’acquisizione di hardware e software necessari. Adottando l’approccio BIM, l’azienda vuole rispondere ai dettami del suo piano di sostenibilità, che poggia su tre principi fondamentali: sensibilità ai bisogni delle persone, per aumentare il benessere e la fiducia delle comunità servite; resilienza, negli asset, nella governance e nella gestione della risorsa idrica; innovazione, investendo costantemente in ricerca e sviluppo, tecnologia e capitale umano.
Siamo partiti eseguendo in BIM la progettazione di alcuni interventi, inizialmente in affiancamento a professionisti esterni che con la logica del “training on the job”, cioè facendo formazione sul campo, ci hanno accompagnato a essere oggi in grado di eseguire la progettazione in BIM internamente, a partire da quest’anno. La sperimentazione non è finita, nei prossimi mesi approfondiremo le tematiche legate alla quarta e quinta dimensione dei progetti, quindi computi, digitalizzazione in cantiere ed asset management.
Se da un lato siamo una stazione appaltante che si interfaccia con fornitori, progettisti e imprese esterne, dall’altro eseguiamo anche la progettazione internamente.

Come siete strutturati internamente ?
L’adozione del BIM ha portato ad analizzare i processi interni e modificare il modello organizzativo, creando un ufficio dedicato allo sviluppo, il coordinamento e la gestione dei progetti BIM, che si interfaccia con le altre aree aziendali, come l’IT.
Ci siamo dotati di un ACDat, Ambiente di condivisione dei dati nello schema di decreto BIM. E nel nostro staff ci sono figure di vario tipo: a supporto alla progettazione, dello sviluppo digitale, ingegneri con competenze nell’ambito edile civile o che si occupano di acquedotti, fognature e depurazione e anche un tecnico rilevatore.

Il progetto della Centrale di Cornaredo e dorsale è valso a Gruppo CAP il BIM&Digital Award 2022 nella categoria PA e Digitalizzazione: di cosa si tratta?
È uno dei progetti più importanti che Gruppo CAP ha realizzato negli ultimi 30 anni: ipotizzato a partire dagli anni 90, è stato ripensato e sviluppato in BIM mediante software di modellazione idraulica e in funzione del coordinamento sottoservizi, delle interferenze presenti e nell’ottica di ridurre al minimo i disagi possibili alla circolazione ordinaria sulle strade interessate dall’intervento.
Il complesso di Cornaredo è un esempio di gestione digitalizzata di una commessa multidisciplinare, che presenta contemporaneamente progettualità di tipo puntuale e lineare. Uno scenario così articolato richiede un approccio di modellazione multi-software. Si tratta di un maxi-intervento che si articola in molteplici progetti, con l’obiettivo di aumentare la resilienza e di ottimizzare il funzionamento degli acquedotti a Nord e a Ovest di Milano, diminuire l’impatto sociale, garantire l’approvvigionamento anche in presenza di potenziali criticità e, anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto, disporre di un sostanzioso surplus idrico di ottima qualità.

Perché avete scelto di adottare il BIM per questo progetto?
Da un lato per adeguarci alla normativa che, nei prossimi anni, porterà il BIM a essere sempre più utilizzato nei progetti di importi superiori al milione di euro: questo prevede investimenti per 15 milioni di euro per la Centrale di Cornaredo e 18 milioni di euro per la dorsale; dall’altro ci sembrava lungimirante iniziare a lavorare in BIM in un’opera come questa, importante e complessa, che tocca sette Comuni diversi e prevede 18 km di condotte, una casca di accumulo di 9.000 m3 e tutta una serie di autorizzazioni e controlli di interferenze che non sono banali.
Abbiamo utilizzato Power BI per la produzione delle dashboard; BIM Interoperability Tools di Autodesk per il model checking e Navisworks per la gestione delle interferenzse; la modellazione 3D degli elementi puntuali e lineari di dettaglio è stata eseguita in ambiente Revit; quella degli elementi superficiali e lineari in ambiente Civil 3D.
Abbiamo redatto anche il Master Information Delivery Plan (MIDP), il piano principale per stabilire le modalità di consegna delle informazioni nei progetti e controllare l’avanzamento temporale del lavoro.

Quali sono i vantaggi?
Il BIM permette di ottimizzare il rapporto costi-benefici, già in fase di cantiere, e ci permette di riuscire a gestire al meglio l’integrazione con le reti di distribuzione dei diversi territori interessati dal progetto. In questo caso, tutti i Comuni dispongono di reti idriche digitalizzate e questo ci consentirà di poter monitorare anche in futuro tutto ciò che succederà nelle condotte, nei tubi, nelle fognature
Ulteriori aspetti legati alla sostenibilità del progetto sono riconducibili all’integrazione tra i modelli BIM e i sistemi di gestione aziendale. Infatti, la struttura dei dati di modelli è armonizzata con gli applicativi di Enterprise Asset Management ed il trasferimento delle informazioni avviene mediante formati di scambio interoperabili che minimizzano errori di data-entry.
I vantaggi più evidenti saranno poi legati al fatto che BIM abilita una gestione della manutenzione avanzata che, con l’ausilio di strumenti immersivi, efficienta le attività di tecnici ed operatori. Inoltre, le informazioni provenienti dai modelli alimentano un sistema che si interfaccia con tutti gli applicativi aziendali, dalla gestione economica ai dati in tempo reale. Queste interconnessioni permettono di valutare in maniera globale gli impatti delle attività e di amplificare le capacità di analisi del ciclo vita delle risorse, adottando al meglio la nota regola delle 3 R: ridurre, riciclare e riutilizzare.

 

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, lavora da molti anni nell’editoria B2B per la stampa tecnica e specializzata. Ha scritto a lungo di tecnologia, business e innovazione. Oggi orienta la sua professione nel campo delle tecnologie applicate alla progettazione architettonica e all’imprenditoria delle costruzioni.


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