HBIM oltre la geometria. Contrattualizzare l’Informazione

Nella progressiva digitalizzazione dei processi di public procurement di progetti e lavori una grande rilevanza acquistano in Italia quelli aventi ad oggetto l’edificato storico. Quando l’informazione necessaria alla conoscenza del bene diviene oggetto di transazione economica, anche al fine di limitare il contenzioso, la stessa deve essere identificabile, misurabile, standardizzabile in maniera univoca e con riferimenti normativi condivisi tra le parti. In questa direzione si propone di seguito una lettura utile e sintesi della tesi di laurea come appresso indicata.

H.BIM. Individuazione dei requisiti informativi minimi necessari alla conoscenza di edifici storici.
Facoltà di Architettura – Corso di laurea in Gestione del Processo Edilizio – Project Management.
Elisa Coletta    Relatore: Fabrizio Cumo    Correlatore: Francesco Ruperto

Il progresso tecnologico degli ultimi anni e l’evidente passaggio ad una economia basata sul digitale sta radicalmente modificando il sistema di acquisizione e organizzazione dei dati.  Il lavoro di tesi, dopo aver illustrato lo stato dell’arte in tema HBIM, ha voluto indagare l’evoluzione informativa del processo edilizio e il contenuto dei documenti principali per l’indizione di una gara di appalto per il restauro di  un manufatto storico, arrivando in conclusione alla elaborazione di un  Capitolato Informativo. Avendo sempre come  riferimento la norma UNI 11337: 2017 nelle parti 1,4,5,6, alla quale si è ricorso per l’identificazione dei modelli informativi, degli elaborati e dei documenti necessari, si è proceduto alla identificazione delle informazioni minime ritenute indispensabili per la descrizione dell’alterazione e della manifestazione del degrado, che andranno ad implementare i dati propri del livello di sviluppo che in questi casi la norma prevede. L’elemento dunque oltre ad essere rappresentato graficamente e includere informazioni sulle stratigrafie, sui dati specifici dei materiali e delle finiture, sulle capacità strutturali, comprenderà informazioni per l’identificazione del degrado e del dissesto della struttura, determinando quali fenomeni siano stabilizzati e quali no, e comprenderà una valutazione dei rischi immediati e dei livelli di sicurezza attuali. In questa fase è vitale riuscire a riconoscere e rappresentare in modo sintetico le indicazioni necessarie ad affrontare correttamente il progetto di restauro evitando di creare contenuti informativi scarni o dati in esubero che potrebbero intralciare l’iter decisionale.  Il problema a cui far fronte è la creazione di un modello di struttura della conoscenza del degrado, che sia gestibile, composto da sequenze logiche, iterative e azioni standardizzate in cui i modelli di rappresentazione formale della realtà e i loro significati siano associati automaticamente, favorendo la corretta comprensione delle informazioni e l’univocità delle stesse. Seguendo una scomposizione in parametri descrittivi, via via più dettagliata, si dovrebbe costituire, per ogni elemento del bene architettonico che ne necessiti, un insieme di dati che ne permettano il riconoscimento delle forme di degrado e una conoscenza paragonabile a quella di una classica scheda per la catalogazione e, comunque, in ogni caso con una quantità di dati non inferiore a questa. Partendo da una macro categoria delle patologie di degrado, l’iter conoscitivo dovrà portare alla classificazione della tipologia del degrado e quindi ad una sua nomenclatura, (per la quale, affinché le alterazioni dei materiali e le patologie analizzate vengano unificate in termini scientifici si propone ad esempio la norma UNI-NorMaL 11182:2006 “Beni Culturali. Materiali lapidei naturali e artificiali, Descrizione delle forme di Alterazione, Termini e Definizioni”), alla descrizione del fenomeno e all’associazione di una propria texture. L’ultimo grado di conoscenza sarà costituito da quei parametri soggettivi a ciascun elemento che permettano di localizzare la patologia, determinare la sua estensione, identificarne il livello o gravità, che ne permettano l’associazione ad un materiale specifico, permettano la descrizione dell’alterazione visiva, le caratteristiche ambientali che l’hanno prodotto e la procedura d’intervento. La sequenza logica proposta è paragonabile a quella per la costituzione di una famiglia parametrica, quindi dall’individuazione di un gruppo di elementi con un insieme di proprietà comuni, per poi passare alla scomposizione della famiglia in tipi, ossia varianti della stessa (varie tipologie di degrado nel caso specifico), per giungere alla caratterizzazione delle istanze ovvero di quei parametri propri di ciascun elemento (localizzazione, livello, materiale interessato, alterazione visiva…). L’auspicio del lavoro di ricerca era inoltre quello di proporre la creazione di un sistema di archiviazione standardizzato, che possa implementare la piattaforma SICaR e giungere ad un’attività di tutela dei Beni Culturali capace di governare la complessità del bene. Essendo la conoscenza un processo continuo di arricchimento dei dati, necessita di disporre di uno schema condiviso dove collocare le informazioni affinché queste possano essere consultate con possibilità di accesso anche in remoto e implementate, senza creare conflitti o ridondanze. Si evince la necessità di utilizzare un approccio metodologico integrato che rifletta la complessità del problema offrendo però una soluzione semplice, veloce, intuitiva e reiterabile. Affinché tutto ciò non resti un discorso puramente teorico, maggiore importanza e attenzione riveste la stesura del Capitolato Informativo, il quale permette di definire i requisiti per la produzione, gestione (verifica, validazione, archiviazione) e trasmissione dei dati, informazioni e contenuti informativi e di attribuire ad ogni spazio ed elemento, la metrica idonea alla progressione della modellazione informativa. Rappresenta quindi un documento cardine al fine di garantire una qualità di processo, la quale non prescinde dalla qualità delle informazioni che il Committente richiederà a monte del procedimento.

Francesco Ruperto è Architetto laureato alla Facoltà di Architettura di Sapienza Università di Roma e Dottore di Ricerca in Rappresentazione e Rilievo dell’Architettura e dell’Ambiente Università “G.D’Annunzio di Chieti-Pescara” , iscritto all’ Ordine degli Architetti di Roma e Provincia. Profilo Linkedin



  • Responsabile del progetto OpenCortina – Ambiente di Condivisione dei Dati delle opere Cortina 2021. Supporto al Commissario straordinario di Governo per applicazione ed utilizzo del metodo e delle tecnologie BIM-building information modeling nella realizzazione degli interventi ricompresi nel Piano degli interventi per il progetto sportivo dei Mondiali di sci Cortina 2021;

  • Coordinatore UNI CT033/SC05/GL05 “Capitolato Informativo” – norma UNI 11337;

  • Responsabile per conto di CITERA – Centro Interdipertimentale Territorio Edilizia Restauro ed Ambiente del progetto di ricerca per l’implementazione del BIM nelle organizzazioni complesse. ENEL Ingegneria e Costruzioni;

  • Coordinatore scientifico del Master BIM Sapienza Università di Roma;

  • Docente del Corso di Laurea di Gestione del Processo Edilizio. Facoltà di Architettura Sapienza Università di Roma;

  • Supporto al RUP per la progettazione e verifica della Pianificazione Informativa del Concessionario Opera Strategica Provincia Autonoma Bolzano;

  • Supporto al RUP per redazione di capitolato informativo, criteri a base di gara, validazione, verifica e coordinamento dei modelli BIM, per Presidenza del Consiglio dei Ministri, Struttura di Missione per gli Anniversari di Interesse Nazionale;

  • Coordinatore Scientifico del Master BIM Facoltà di Architettura Sapienza Università di Roma;

  • Coordinatore Scientifico del Workshop 3D Modeling&BIM organizzato dalla Facoltà di Architettura Sapienza Università di Roma;

  • Ha svolto attività di Ricerca presso Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Tecnologie Applicate ai Beni Culturali ed Istituto Applicazioni per il Calcolo;

  • Ha supportato Stazioni Appaltanti e Amministrazioni Concedenti, quali la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Provincia Autonoma di Bolzano nella definizione delle azioni necessarie alla adozione di metodi e strumenti BIM negli Appalti di progettazione e di esecuzione lavori e nelle Concessioni;


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