Massimo Deldossi, Ance Brescia: “Il cantiere è sempre più digitale”

La territoriale bresciana di Ance – Associazione Nazionale Costruttori Edili sta portando avanti numerosi progetti per promuovere una sempre maggiore digitalizzazione dei cantieri e per “educare” il mondo dell’edilizia del territorio all’utilizzo del BIM. Sono tante le iniziative in corso, alcune rivolte alle imprese edili, altre ai Comuni della Provincia. Ne abbiamo parlato con l’Ing. Massimo Deldossi, Presidente di Ance Brescia.

Qual è il livello di conoscenza e adozione BIM sul territorio bresciano?
Il BIM si sta diffondendo velocemente, per il momento non riguarda ancora la media dei lavori e non coinvolge la media delle imprese, ma rispetto a qualche anno fa sono sempre di più le realtà che chiedono, lavorano e pretendono che si lavori in BIM. Sono per lo più committenze di alto livello, ma è un segnale positivo del fatto che il mercato ha capito che questo deve essere il punto a cui tutti dovranno arrivare. Credo che il BIM sia uno dei tanti strumenti che oggi consentono al mondo dell’edilizia di abbracciare la trasformazione digitale.

Ance Brescia organizza dei momenti di formazione sul BIM rivolti a tutti gli associati?
A Brescia sono ormai 6 anni che Ance, tramite Eseb, l’Ente Sistema Edilizia Brescia, organizza corsi sul BIM rivolti ai tecnici delle imprese. Inizialmente non era un corso dei più frequentati, a dir la verità, ma sempre più attira interesse. Sono corsi gratuiti e sono soprattutto i tecnici più giovani a frequentare, questo dimostra l’interesse e la necessità che le imprese hanno nel formare il proprio personale.

Il BIM sta gradualmente inserendosi anche negli appalti pubblici?
Ance Brescia sta portando avanti una campagna di formazione rivolta ai funzionari dei Comuni bresciani. Non basta la sensibilizzazione della committenza privata, non basta l’impegno delle imprese edili: solo con la formazione e la sensibilizzazione della committenza pubblica si potrà arrivare a una diffusione del BIM a 360°. Siamo partiti dalla città capoluogo, Brescia, e abbiamo fatto corsi al personale, incontrando anche il Sindaco. Agli altri Comuni del territorio abbiamo inviato delle lettere per proporre i nostri corsi sul BIM e per capire se hanno necessità e voglia di partecipare. La committenza pubblica dovrà rispettare le scadenze di introduzione della metodologia BIM e ci auguriamo che i Comuni non rimandino la formazione del proprio personale all’ultimo momento.

In che modo, oltre che con il BIM, i cantieri bresciani si stanno digitalizzando?
Ritengo che il BIM sia uno degli strumenti più importanti nel percorso di trasformazione digitale delle imprese edili. Oltre a questo, però, stiamo portando avanti in parallelo anche altre proposte finalizzate alla digitalizzazione del cantiere.
Il progetto più significativo in questo capo si chiama “Check-Cruscotto di cantiere”. È un portale online dedicato a tutte le imprese edili del territorio, vi si accede dal sito del Cape, la Cassa edile di Brescia.
Check è un software di semplificazione, automazione e informatizzazione delle attività di gestione dei cantieri edili. Raccoglie e organizza in uno spazio virtuale i dati relativi ai cantieri presenti sul territorio provinciale, incrociando dati provenienti da diverse fonti. Qui le imprese inseriscono tutti i loro documenti (relativi alla sicurezza, patentini, visure camerali, libretti dei loro macchinari e delle attrezzature, ecc.) che rimarranno a disposizione, basta inserirli una sola volta. Per ogni cantiere si tiene traccia di tutti gli attori che vi operano, dal committente al progettista e all’impresa, di tutte le persone che vi lavorano, della documentazione di ogni realtà e si crea un ambiente di scambio, una sorta di “giornale dei lavori” virtuale. Il tutto in un’ottica di trasparenza, tracciabilità, smaterializzazione e digitalizzazione dei processi.

Quali sono i vantaggi che il portale Check offre a tutti gli attori della filiera?
Check è un servizio utile per i professionisti perché, grazie ai dati costantemente aggiornati, permette loro di monitorare le condizioni dei propri cantieri: le imprese presenti, i documenti condivisi, la verifica dell’idoneità tecnico professionale di tutti gli attori coinvolti. Le imprese grazie alla loro anagrafica aggiornata tramite i dati di Cassa edile, potranno con un semplice clic condividere verifiche e certificazioni, evitando di duplicare la documentazione (a rischio di furto, smarrimento da un cantiere all’altro, ecc.). È possibile, inoltre, ricevere attraverso un sistema di alert gli avvisi di scadenza delle verifiche periodiche e delle manutenzioni da effettuare. Anche i lavoratori sono qualificati e a tal proposito ricevono gli attestati di formazione.
Check è utile anche ai committenti che potranno rendersi conto della “regolarità” e “legalità” del proprio cantiere.

Come è stata accolta l’iniziativa dalle imprese del territorio?
In modo molto positivo: oggi, a meno di un anno dal lancio, sul portale sono già attivi circa 6mila cantieri.
Le imprese del territorio hanno apprezzato lo sforzo che Ance Brescia ha fatto con il supporto di una software house bresciana. Abbiamo creato questo software da zero, facendo in modo che tenesse conto di tutti gli aspetti legati alla privacy. Ogni azienda può vedere solo i cantieri in cui è coinvolta; ognuno può scegliere a chi far visualizzare i propri dati, dando il proprio consenso.

Il cantiere bresciano si digitalizza anche grazie a un tornello intelligente…
All’ingresso di alcuni cantieri di maggiore rilievo è stato posizionato un tornello “intelligente”: l’accesso ai lavori è regolato e sorvegliato da guardiani, che verificano i badge elettronici con foto degli operai. Il tornello è automaticamente collegato al portale Check per verificare che la persona in entrata sia autorizzata e tenere traccia di tutti i movimenti.

Infine, state implementando una tecnologia per migliorare la sicurezza sul lavoro nei cantieri: in che modo?
Con il progetto “Smart safety” stiamo creano un orologio intelligente, uno smart watch, che i lavoratori potranno indossare in cantiere. Contiene i dati personali e tiene monitorati i parametri vitali del lavoratore. In caso di alterazione di tali parametri scattano automaticamente degli allarmi che mettono immediatamente in moto un pronto intervento. In questo orologio ci sono anche dei sensori Rfid, che fanno in modo che i macchinari riconoscano la presenza delle persone nelle loro vicinanze e si blocchino evitando incidenti.
Anche chi deve controllare il cantiere potrà verificare tramite lo smart watch i dati del personale, ad esempio se chi guida la gru ha il patentino in regola, se chi esegue determinati compiti è abilitato, e così via. Un’iniziativa innovativa destinata ad aumentare la sicurezza in cantiere.

 

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, lavora da molti anni nell’editoria B2B per la stampa tecnica e specializzata. Ha scritto a lungo di tecnologia, business e innovazione. Oggi orienta la sua professione nel campo delle tecnologie applicate alla progettazione architettonica e all’imprenditoria delle costruzioni.


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