Davide Di Franco, CDE Manager SPERI: per uno sviluppo del BIM serve investire sulla tecnologia

Laureato in Ingegneria Edile e Architettura a Palermo l’Ing. Davide Di Franco ha poi conseguito il Master della scuola Fratelli Pesenti a Milano. Oggi è CDE Manager della società SPERI SpA.

Quali esperienze di studio e professionali l’hanno portato al BIM?
Nel mio percorso formativo è stato molto importante aver conseguito il Master in BIM Manager non solo perché mi ha permesso di acquisire maggiori competenze in ambito BIM ma anche perché ho avuto l’occasione di confrontarmi con molte realtà già operanti in questo campo. Finita la formazione del Master era previsto uno stage formativo e sono entrato in One Team dove sono rimasto per alcuni anni occupandomi di diversi ambiti, dalla formazione alla modellazione di famiglie, dalla consulenza tecnica al rapporto con i clienti. Conoscendo molto bene la normativa e il Legal BIM, ho gestito soprattutto grandi clienti della Pubblica Amministrazione e multiutility. In questo periodo anche a seguito del Covid che ha portato ad un boom di richieste nella consulenza sulle piattaforme di condivisione dei dati è nata la necessità di una figura che avesse una specifica conoscenza degli ACDat. Così mi sono rimesso a studiare e approfondire la mia conoscenza in questo settore testando diverse soluzioni e le loro potenzialità. Un anno fa sono entrato in SPERI con l’obiettivo di portare la società alla certificazione aziendale dei processi BIM e con il compito di creare un gruppo di lavoro di innovazione tecnologica.

Come potrebbe definire la sua figura professionale di CDE Manager?
Un CDE Manager deve avere una competenza integrata dovendo lavorare per tutte le tipologie di commessa quindi le sue competenze devono essere varie e poliedriche. Per chi volesse intraprendere questo percorso consiglio di fare esperienza in diverse discipline e diversi settori.
Credo sia necessaria anche una predisposizione alla tecnologia e all’innovazione. Le piattaforme cambiano e si aggiornano continuamente ed è quindi necessaria una costante formazione. In più, credo che sia importante tenere sempre presente la normativa sul BIM sia nazionale che internazionale e approfondire i concetti di cyber security.

Come siete strutturati in SPERI e come avete introdotto il BIM nei diversi processi aziendali?
Prima di tutto devo dire che SPERI si occupa di progettazione a 360 gradi, il core business è stato per anni il settore strutturale ed infrastrutturale, ma oggi è cresciuta molto anche in quello architettonico e impiantistico. Oltre ai tre dipartimenti di architettura, strutture e impianti abbiamo al nostro interno anche un dipartimento dei computi, uno dedicato alla sostenibilità, uno alla geotecnica e le dighe e uno al settore marittimo. L’obiettivo è quello di riuscire ad integrare il BIM in ogni dipartimento, ottimizzando i processi in tutti gli ambiti e mettendo a fattor comune le tecnologie. Per fare ciò vorremmo integrare il flusso dati della CDE, in questo momento utilizziamo Autodesk Construction Cloud che ci permette diverse integrazione con molti sistemi. Abbiamo già pieno controllo della piattaforma durante le fasi della progettazione e da qualche mese abbiamo anche svolto i primi test in fase di cantiere.

Quali sono le difficoltà maggiori dell’implementazione del BIM nei diversi processi?
Sicuramente uno dei problemi che riscontriamo quotidianamente è l’interoperabilità tra i software che viene sempre dichiarata, ma non è sempre reale. Ci sono, nello scambio dei dati e di informazioni attraverso il formato interoperabile IFC, delle grosse lacune. I modelli che vengono importati hanno generalmente solo informazioni geometriche e non presentano tutti gli elementi di dettaglio necessari ad un progetto. Ovviamente è molto più facile lavorare con i software della stessa casa madre, ma questo diventa un grosso limite verso la collaborazione con altre realtà. Purtroppo il medesimo problema nasce anche nelle CDE delle PP.AA .che, utilizzando diverse tipologie di piattaforme, spesso custom per ogni ente, rende spesso difficile il passaggio dei dati tra di esse.

Cosa ne pensa delle certificazioni professionali sempre più importanti per la partecipazione a gare d’appalto?
Proprio per questa ragione in SPERI abbiamo diverse figure professionali certificate. Stiamo anche puntando alla certificazione aziendale che non ha ancora nessun valore premiale nelle gare d’appalto, ma dal momento che il nostro obiettivo è quello di avere competenze BIM in tutta la società, una volta raggiunte pensiamo sia importante avere anche una certificazione che le attesti. Sono quindi a favore delle certificazioni, ma credo che debbano essere più restrittive perché purtroppo molti si elevano a BIM manager o BIM Coordinator senza averne le competenze necessarie. Attualmente, per poter accedere all’esame come BIM Manager, ad esempio, devi aver completato almeno un anno di esperienza in questo ambito, ma io credo che sia un troppo poco per poter attestare la professionalità.

Come vede lo sviluppo del BIM?
Per quanto riguarda la normativa devo dire che, in generale, c’è ed è molto chiara anche per quanto riguarda le caratteristiche tecniche che deve avere un CDE, ma spesso sono le aziende a non utilizzare questi parametri. In generale credo che ci sia un rallentamento dovuto prima di tutto ad una certa resistenza culturale tipica del nostro Paese soprattutto per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione, ma credo che ci sia anche un problema che riguarda la mancanza di tecnologia a supporto del BIM. Spesso ci stiamo trovando a dover pianificare lo sviluppo interno di alcune soluzioni per rendere il flusso di lavoro più fluido, basti pensare al 4D e 5D con il quale ci si continua a scontrare spesso. Ci stiamo trovando spesso a sviluppare automatismi nelle nostre estrazione dati BIM e non escludo che a breve testeremo anche la AI. A mio parere la chiave di lettura deve essere la vera interoperabilità del dato, quella reale, dove il dato BIM è pienamente fruibile, in questo senso c’è ancora molta strada da fare.

Quali sono alcuni importanti progetti cui sta lavorando?
Un progetto che abbiamo particolarmente a cuore e dove abbiamo appena finito la fase di progettazione esecutiva è l’Intercity Hotel che sorgerà in prossimità della Stazione FS di Roma Tiburtina. Il nuovo edificio prevede la realizzazione di una struttura ricettiva per complessivi 12.000 mq, con una forma ad L e si sviluppa su 7 piani fuori terra. È molto importante il suo poter fare da connettore, assicurando un efficace raccordo tra i contesti fisici consolidati delle città e i nuovi spazi delle stazioni (treno, metropolitana, tram/bus) che diventano spazi urbani unitari disponibili agli usi della città e non solo della mobilità. In questa commessa abbiamo utilizzato una CDE che potesse contenere tutte le discipline del progetto, così da avere una condivisione costante con la committenza e un dialogo diretto per le revisioni di progetto.
Un altro progetto significativo è quello della ristrutturazione della Caserma Tescione di proprietà dell’Agenzia del Demanio di cui abbiamo portato avanti il progetto di rilievo e restituzione BIM dell’intero complesso, mentre adesso stiamo redigendo il progetto definitivo e successivamente passeremo anche alla fase esecutiva. Abbiamo utilizzato una strumentazione laser scanner per acquisire ed elaborare i dati necessari a garantire un’agevole e completa modellazione BIM. Il nostro dipartimento di topografia ha portati avanti, con tutta la tecnologia a loro disposizione, un flusso di lavoro che ci permettesse di eseguire velocemente i rilievi sul posto con una ottima semplificazione di post-lavorazione ed una molto dettagliata visualizzazione dei dati raccolti. Tutto ciò ha facilitato la creazione di famiglie parametriche e successivo popolamento delle informazioni a disposizione. Adesso il progetto definitivo multidisciplinare si sta sviluppando all’interno della piattaforma Autodesk Collaborate PRO, dove è possibile lavorare con modelli condivisi nel cloud utilizzando un modello centrale e modelli linkati. In questo progetto il metodo BIM diventa il centro di gravità del lavoro, assicurando un sistema ben coordinato e dinamico.

 

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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