Giovanni Perego: In un futuro non sara possibile aprire un cantiere senza il wi-fi

L’Arch. Giovanni Perego si è laureato con indirizzo urbanistico al Politecnico di Milano con una tesi (tra le prime realizzate con l’aiuto di un computer) sui modelli matematici applicati allo studio del traffico e dell’inquinamento di Monza, la sua città. Durante la libera professione, mentre si occupava di urbanistica ha incontrato il mondo GIS, e da allora la ha scelto come professione. Dal 1998 si occupa professionalmente delle soluzioni Autodesk nel campo CAD, GIS e poi BIM e dal 2011 è attivo sui blog su questi temi.  Oggi è BIM Senior Technical Specialist – Infrastructure, Datech Solutions, Tech Data Italia s.r.l.

Quale è stato il percorso professionale che l’ha portata al BIM?
Dopo la laurea in architettura, con indirizzo urbanistico, al Politecnico di Milano, mi sono occupato di GIS per diversi anni in uno studio professionale e poi nell’ecosistema Autodesk. Con il nuovo secolo sono passato gradualmente ad occuparmi di BIM per le infrastrutture, portando in questo settore una robusta competenza territoriale. Dal 2011 faccio orgogliosamente parte della divisione Datech Solutions di Tech Data, il distributore europeo a valore aggiunto del software Autodesk, con il ruolo di Technical Specialist BIM Infrastructure. Inoltre, sempre dal 2011 sono l’autore del blog italiano per il mondo GIS, BIM e delle Infrastrutture, all’indirizzo www.gisinfrastrutture.it, l’unico in Italia ad occuparsi di questi temi, replicato sui social media Linkedin, Twitter e Facebook.

Quali sono le principali caratteristiche della sua figura professionale?
Mi occupo di formazione, supporto e consulenza BIM, soprattutto a supporto dei rivenditori Autodesk, e svolgo l’attività di blogger, con l’obiettivo di divulgare le informazioni sulle nuove tecnologie, che da sempre mi appassionano. Per mantenermi aggiornato, frequento eventi come Autodesk University a Las Vegas ed Autodesk OTx, che si tiene una volta all’anno nelle capitali europee: naturalmente, quest’anno sarà online. Ho realizzato consulenze e formazione BIM presso importanti aziende italiane come Italferr, Serravalle, SNAM. Infine, tengo da alcuni anni lezioni sulle Infrastrutture ai Master BIM del Politecnico di Milano e dell’Università di Pisa.

Quale può essere secondo lei il ruolo del BIM nella cultura architettonica contemporanea?
Parto dal presupposto che ormai il BIM è inevitabile: in Italia ha un riconoscimento legislativo preciso, che ha dato una forte spinta. Nella cultura architettonica è ben avviato, ma voglio sottolineare il profondo cambiamento che sta portando anche nella cultura dell’ingegneria civile. Soprattutto in quest’ultimo campo c’è davvero molto da fare, per diversi motivi. Prima di tutto, da un paio di anni in Italia le infrastrutture sono in prima linea, visto che le soglie definite dal Decreto Ministeriale 01/12/2017 n. 560 per l’utilizzo obbligatorio del BIM negli appalti pubblici coinvolgono prima di tutto le grandi opere infrastrutturali. Opere che, tra l’altro, hanno di solito un grado di complessità superiore a quello dei progetti architettonici, quindi possono trarre grandi benefici dalla sua adozione. Purtroppo osservo un oggettivo ritardo da parte del mondo della progettazione civile nel rendersi conto della necessità di adottare il BIM, e quindi formare i collaboratori, individuare le nuove figure professionali e soprattutto elaborare i nuovi flussi di lavoro digitali.

Con quali tipologie di clienti lavora principalmente?
Da una parte supporto i tecnici BIM del canale di rivendita Autodesk, e formo quelli nuovi. Dall’altra tengo corsi di formazione, per conto dei nostri rivenditori, per utenti finali nel campo delle infrastrutture. Si tratta principalmente di aziende di progettazione che stanno avviando il processo di adozione del BIM. Le aziende più grandi sono partite per prime, stanno ottenendo i primi risultati ed ora si trovano nella fase di diffusione interna del nuovo metodo di lavoro. I più piccoli invece stanno approcciando in questi mesi la novità, giustamente realizzano corsi di formazione e si stanno rendendo conto del percorso da seguire, che non è breve ma può portare a grandi soddisfazioni.

Può raccontarci qualcosa in più sul suo Blog?
Il Blog dedicato al mondo GIS, BIM e per le infrastrutture, è nato da questa idea: visto il mio ruolo, ho un accesso privilegiato alle informazioni sulle novità della tecnologia. Perché non divulgarle in modo semplice e comprensibile? Sono sempre più richieste le informazioni sul BIM per le infrastrutture, e sulla collaborazione con il mondo GIS. Ad un certo punto è divenuta inevitabile l’estensione del Blog sui Social, dove è replicato attraverso il mio Account su Linkedin, su Facebook, dove è presente anche un gruppo molto numeroso, e su Twitter.

Quali sono secondo lei le prospettive future del BIM in Italia?
In futuro, se saremo bravi, potremo completare la digitalizzazione del progetto BIM, e soprattutto avviare quella del cantiere. Mi trovo spesso a ripetere: oggi non sarebbe possibile aprire un cantiere senza l’allacciamento all’energia elettrica, domani non sarà possibile senza la connessione Wi-Fi. E quanto più saremo bravi in Italia in questo processo di digitalizzazione, quanto più diventeremo competitivi all’estero. Il mio sogno è che l’architettura e l’ingegneria italiane tornino ad essere tra le più apprezzate nel mondo: ma penso che questo potrà avvenire solo se in Italia cambieremo la nostra mentalità. Occorre superare la frammentazione degli studi di progettazione ed aggregarsi per raggiungere una dimensione adeguata, occorre valorizzare le nuove figure professionali, è ora di finirla con gli incarichi precari e sottopagati dei giovani professionisti, che appena possono se ne vanno, magari all’estero, dove trovano un riconoscimento adeguato. E poi toccherà alle imprese di costruzione avviare lo stesso processo.

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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