Tecla Caroli, Arup: il BIM e la sostenibilità

Dopo la laurea in architettura e il Dottorato di Ricerca al Politecnico di Milano, Tecla Caroli si è avvicinata al BIM per studiare e approfondire come questa metodologia possa aiutare a calcolare la sostenibilità dei progetti e il loro impatto sull’ambiente. Oggi è Sustainability Advisor presso Arup Italia.

Come ha incontrato il BIM nel suo percorso di studi e professionale?
Ho fatto l’università triennale poi la magistrale e il dottorato presso il Politecnico di Milano e durante la laurea triennale ho seguito un corso di formazione per approfondire la mia conoscenza sul software Revit. Una volta approfondite le mie conoscenze tecniche ho cominciato a sviluppare una serie di ricerche legate al BIM e alla sostenibilità. Nel 2020 con il mio compagno di tesi Claudio Portogallo abbiamo partecipato e vinto al premio BIM & Digital Award con il progetto di Tesi Magistrale Home* (Humanitarian and (un)Ordinary Machine for Emergency) che riguardava un sistema abitativo pensato per situazioni di emergenza. In questo progetto il BIM, infatti, ci ha permesso il controllo e la verifica delle scelte tecnologico-costruttive per le valutazioni di tipo ambientale, economico ed energetico. Il modello informativo digitale è stato integrato al il Life Cycle Assessment (LCA). Questo ha permesso di valutare e analizzare gli impatti ambientali lungo l’intero ciclo di vita del sistema. Dopo una breve esperienza in uno studio di architettura ho vinto la borsa di studio per il dottorato, dove ho potuto fare ricerca sulle Tecnologie Reversibili per l’applicazione di strategie circolari. Durante il dottorato, ho approfondito gli strumenti che possono essere utili per tenere traccia di tutte le caratteristiche di un sistema costruttivo per facilitarne il recupero a fine vita utile. Ho quindi ideato un Material Passport in formato digitale una carta di identità applicabile a qualunque componente edilizio o all’intero edificio. Collaborando con l’azienda Cel Components (Bologna), produttrice di pannelli sandwich, ho elaborato il Material Passport di uno dei loro prodotti e, grazie al supporto di un BIM Coordinator esterno, tutti i dati del Material Passport sono stati trasferiti su Revit generando un modello in formato IFC, utilizzabile per altri prodotti dall’azienda o dai progettisti per i loro progetti.

Quali sono le principali attività che porta avanti in Arup?
Da due anni e mezzo sono in Arup e ricopro il ruolo di Sustainability Advisor, verificando la sostenibilità dei progetti a livello strategico e tecnico per temi legati alla circolarità e decarbonizzazione. Utilizzo il BIM in maniera trasversale perché parto ovviamente del modello tridimensionale da cui estraggo le quantità per calcolare l’impatto ambientale dei diversi sistemi costruttivi e dei materiali utilizzati, in questo modo posso associare i dati di sostenibilità ad ogni elemento previsto nel progetto e integrate alla valutazione LCA.

Ogni progetto in Arup viene soggetto a questa analisi?
È un servizio che forniamo come consulenza nel caso venga richiesto dalla committenza per i progetti che seguiamo. Si tratta di un tipo di consulenze applicata da tutte le sedi di Arup e infatti ci interfacciamo spesso con gli altri uffici per affinare la metodologia di calcolo e comprendere meglio come verificare l’attendibilità dei dati. In generale, ottimale sarebbe essere coinvolti sin dalle prime fase progettuali e procedere con le valutazioni per poter avere un controllo costante sulla sostenibilità del manufatto, nella realtà dei fatti siamo chiamati a portare il nostro contributo anche in fase esecutiva o durante il cantiere, per esempio per il monitoraggio dei requisiti richiesti dai crediti della certificazione LEED.

Quali sono i vantaggi che porta il BIM a questo tipo di analisi?
Esistono differenti vantaggi in base alla fase di sviluppo del progetto in cui viene utilizzata tale metodologia. In particolare, in fase di progettazione preliminare, il modello BIM permette di sviluppare analisi ambientali per l’elaborazione di opzioni progettuali differenti per volumetria e orientamento. Procedendo con le fasi di progettazione di maggiore dettaglio fino la fase di costruzione, i dati e i parametri aggiuntivi permettono di verificare ad esempio gli impatti ambientali dell’edificio, attraverso l’estrazione delle quantità dei materiali per la valutazione LCA.
Inoltre, grazie al modello BIM, è possibile sviluppare un Digital-twin che, con l’integrazione di tecnologie IoT (internet of Things) e sensori, permettono il monitoraggio delle prestazioni di un edificio in fase d’uso e, attraverso il modello virtuale è possibile, ad esempio, rilevare i consumi energetici, i parametri relativi alla temperatura, umidità e qualità dell’aria degli ambienti interni. Un esempio di sistema di monitoraggio è il software elaborato da Arup “Neuron”, che sfrutta il modello BIM e l’intelligenza artificiale per raccogliere ed elaborare complessi set di dati attraverso una console di gestione centralizzata basata su cloud (https://www.arup.com/services/digital-solutions-and-tools/neuron/) per verificare le prestazioni alla scala dell’edificio e del masterplan legate all’efficienza energetica, al comfort e alle emissioni di carbonio.

Come si sta sviluppando questa tematica in Italia, ci sono richieste dai committenti in questo senso?
C’è sicuramente sempre più interesse verso i temi che riguardano la sostenibilità con lo scopo di trovare soluzioni che possano mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Basti pensare all’attenzione nei confronti alla scelta di materiali di origine naturale o con contenuto di riciclato che permette di ridurre gli impatti di carbonio legati ai materiali e attivare strategie di economia circolare.
Quando ho iniziato ad occuparmi di queste tematiche, la spinta veniva principalmente dai progettisti oggi sono i committenti anche che richiedono progetti che pongono l’attenzione su diversi temi relativi alla sostenibilità. Anche la normativa sta aiutando in questa direzione, con l’ambizione di essere sempre più stringente nelle richieste tecniche specifiche per gli edifici ottenendo un minore impatto sull’ambiente. Si sta anche ampliando la sperimentazione verso sistemi e approcci che possono influire in termini di sostenibilità.

Ha collaborato al progetto Energiesprong di cosa si tratta esattamente?
Arup Italia ha contribuito, insieme anche ad altre aziende, alla redazione della Guida alla Progettazione di Energiesprong. La Guida aveva l’intento di mettere a sistema gli approcci e le soluzioni sviluppate da diverse aziende specializzate nel settore edilizio per identificare un processo che possa portare a miglioramenti dal punto di vista energetico ma anche tenendo conto di altri aspetti che migliorano le prestazioni degli edifici.
Partecipare a queste attività è importante in quanto è possibile creare un network di professionisti che vogliono contribuire a realizzare progetti più sostenibili e tecnicamente performanti.  Come Arup e soprattutto come membro del team Sustainable Development, intendiamo dare un contributo tecnico e procedurale per avviare percorsi di decarbonizzazione del nostro patrimonio immobiliare. Per tale motivo, nella Guida sopracitata i nostri contributi riguardano l’integrazione di soluzioni e strategie di circolarità ed efficienza energetica nell’approccio progettuale.

 

 

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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