Alberto Sdegno, Università degli Studi di Udine: “Dal cucchiaio alla città” l’architettura è digitale

L’Arch. Alberto Sdegno è Professore ordinario di Disegno, presidente del corso di laurea triennale in Scienze dell’architettura e del corso di laurea magistrale in Architettura presso l’Università di Udine. Coordina anche il Dottorato di ricerca interateneo tra le Università di Trieste e Udine in Ingegneria civile-ambientale e architettura. Da molti anni svolge attività di ricerca sui temi della digitalizzazione e delle nuove tecnologie in architettura, come racconta in questa intervista a BIMportale.

Come è nato il suo interesse per il digitale in architettura, possiamo ripercorrere brevemente le tappe del suo percorso di ricerca?
Mi sono laureato all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia nel 1993 con una tesi elaborata al computer, era una delle prime in cui si presentava un’animazione di progetto; ho poi iniziato a lavorare nella ricerca con il dottorato, sviluppando il tema della scomposizione analogico/digitale di opere di architettura tramite software di modellazione: ho lavorato, in particolare, alla ricostruzione di alcuni edifici del Palladio con le nuove tecnologie. Nel frattempo ho iniziato a insegnare allo Iuav argomenti sempre legati ai temi della rappresentazione avanzata.
Una volta diventato ricercatore all’Università di Trieste ho indirizzato il mio lavoro proprio sulle nuove tecnologie, come la realtà virtuale, vincendo anche alcuni bandi. Ho insegnato a Trieste per oltre undici anni.
Sono poi arrivato all’Università di Udine, diventando Professore ordinario di Disegno, dove coordino i due corsi di laurea in Scienze dell’architettura e magistrale in Architettura. Coordino, inoltre il Dottorato di ricerca interateneo tra le Università di Trieste e Udine in Ingegneria civile-ambientale e architettura.
Da dicembre 2023 sono Commissario per l’abilitazione scientifica nazionale alle funzioni di professore universitario.

Qual è oggi l’approccio degli studenti alle tematiche del digitale e alle nuove tecnologie in architettura, cosa è cambiato negli ultimi anni?
L’approccio negli ultimi anni è cambiato molto, sia da parte degli studenti che da parte delle Università stesse. L’interesse su questi temi è alto, come dimostrano i numeri delle iscrizioni: negli ultimi 4-5- anni a Trieste abbiamo triplicato gli iscritti al corso di laurea in Scienze dell’Architettura anche grazie alle attività che svolgiamo con le scuole superiori.
Allo stesso tempo, anche l’Ateneo investe molto sui giovani e sulle nuove tecnologie, ottenendo importanti risultati. La facoltà di Udine è dotata di un laboratorio all’avanguardia in cui sono presenti, a disposizione degli studenti sin dal primo anno, tutte le ultime tecnologie: due caschi di realtà virtuale perfettamente funzionanti, oltre che tecnologie di scansione 3D con scanner professionali e una decina di stampanti 3D. Di conseguenza, sta cambiando anche il modo di fare didattica.

In aula affrontate le tematiche legate al BIM?
Nel 2019 abbiamo avviato un Master di I livello in Building Information Modeling che però è stato disattivato nel periodo della pandemia, in quanto prevedeva attività laboratoriali e in presenza. Ora stiamo valutando se riattivarlo. Avevamo diverse tipologie di studenti: c’era chi si era appena laureato e quindi voleva imparare a modellare, ma anche chi aveva già una discreta esperienza da progettista o in cantiere ed era interessato ad approfondire gli aspetti di gestione del processo, dal disegno al facility management.
Oggi il BIM è affrontato all’interno del percorso di studi “tradizionale”; soprattutto chi frequenta il corso di laurea magistrale deve sostenere degli esami specifici che affrontano queste tematiche. Gli studenti terminano il loro percorso formativo avendo compreso le enormi potenzialità del BIM e acquisito le nozioni di base legate ai software.
D’altronde, ci troviamo in questo momento storico in una fase cruciale per il BIM, che progressivamente sta diventando obbligatorio, quindi la sua conoscenza non può più essere evitata in ambito didattico. Sono ormai diverse le tesi di laurea sulla digitalizzazione che prevedono veri e propri modelli BIM, nuvole di punti e scansioni digitali. Il percorso didattico “tradizionale” è fortemente teso alla digitalizzazione.

Possiamo citare qualche progetto su cui state lavorando con gli studenti, in cui le nuove tecnologie sono protagoniste?
Abbiamo parecchi progetti attivi, uno di questi è legato a un finanziamento PNRR e ci vede accanto ad alcuni Comuni friulani per la digitalizzazione del patrimonio edilizio. Useremo i droni e le nuove tecnologie per effettuare il rilievo 3D e la foto modellazione, ricostruendo digitalmente gli edifici e mettendo a disposizione i modelli per analisi – condotte in collaborazione con altri atenei – legate alla sostenibilità e al risparmio energetico.
Un’altra ricerca riguarda invece l’edilizia produttiva dismessa del territorio friulano: sono numerosi gli edifici abbandonati, alcuni dei quali hanno anche un elevato interesse architettonico; stiamo lavorando per capire se è possibile avviare delle attività di recupero oppure trasformarli con nuove destinazioni d’uso.
Un altro aspetto è quello del lavoro in campo museale: per il Museo Archeologico di Aquileia, ad esempio, abbiamo lavorato alla digitalizzazione di alcune sculture di epoca romana per renderle accessibili alle persone non vedenti, per permettere una visita più esperienziale e abbracciando l’approccio dei musei tattili.
Tutte le ricerche portate avanti dagli studenti sono legate a edifici reali, del territorio: una delle caratteristiche del nostro Ateneo è quella di affiancare sempre la teoria alla pratica, promuovendo esperienze dirette in cantiere e favorendo l’incontro con le aziende della filiera, dai piccoli studi di progettazione alle grandi realtà, che hanno una forte esigenza di nuove competenze e di giovani professionisti.

Molte aziende infatti oggi hanno difficoltà nel trovare competenze e personale specializzato che abbia una formazione adeguata, come state lavorando per colmare questo gap?
Affrontiamo tutte le materie legate alla digitalizzazione, in modo teorico e pratico, durante il normale corso di studi, senza lasciare che siano trattate solo in master successivi o in corsi a pagamento. Proponiamo anche molti workshop come attività di potenziamento, un concentrato di esperienza diretta per approfondire determinati argomenti: per esempio, ne abbiamo condotto uno proprio sulla realtà virtuale, uno sulla stampa 3D e uno sul design digitale, un filone dalle grandi potenzialità sul territorio friulano, particolarmente ricco di aziende che operano nel settore dell’arredo.
Siamo poi in contatto col Cluster del legno che riunisce tutte le aziende del legno del Friuli, abbiamo attività consolidate nel campo dell’architettura e con la scuola d’Urbanistica, con l’obiettivo di arrivare a coprire tutte le scale della progettazione. Portiamo quindi in chiave digitale tutte le attività dell’architetto, secondo l’approccio riassunto dallo storico slogan “Dal Cucchiaio alla Città”.

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, lavora da molti anni nell’editoria B2B per la stampa tecnica e specializzata. Ha scritto a lungo di tecnologia, business e innovazione. Oggi orienta la sua professione nel campo delle tecnologie applicate alla progettazione architettonica e all’imprenditoria delle costruzioni.


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