Alesi Design: BIM in tutti i progetti per un’efficienza senza pari

BIMportale ha intervistato l’Arch. Umberto Alesi, Fondatore di Alesi Design, architetto iscritto all’albo italiano e membro del Royal Institute of British Architects. Pioniere nell’adozione delle tecnologie digitali, è un esperto di Building Information Modeling e BIM manager.

Qual è la sua storia professionale in ambito BIM e come nasce Alesi Design?
Alesi Design nasce come studio di architettura. La mia famiglia aveva un’impresa di costruzioni, quindi ho iniziato il mio percorso professionale nell’azienda famigliare facendo esperienza di cantiere, per poi aprire il mio studio. Ho avuto sempre la passione per gli strumenti software, tanto che immediatamente dopo la laurea, nei primi anni Novanta, ho cominciato a esplorare le soluzioni tecnologiche e gli strumenti produttivi disponibili in quegli anni. Nel 2005 il mio studio contava circa una decina di persone ed era nelle Marche, ad Ascoli Piceno. In quegli anni Autodesk aveva comprato Revit e abbiamo assistito a tutta l’evoluzione di quel software, eravamo dei pionieri nel suo utilizzo. Con la crisi del 2008/2009, che nella provincia marchigiana si è sentita in maniera molto forte, specialmente per chi come noi lavorava per gli sviluppatori immobiliari e per le imprese di costruzioni, abbiamo cominciato ad affiancare l’attività di progettazione a quella di consulenza: supportavamo le aziende di costruzioni che volevano internazionalizzare le loro attività, andando all’estero per loro conto: cominciai già nel 2010-2012 a seguire il dibattito in UK sul BIM. Comprendere che dietro agli strumenti – che già usavo – si stava creando un metodo mi affascinava, per cui ho cominciato subito ad approfondire e contemporaneamente anche a offrire servizi nell’ambito BIM. Anche i miei collaboratori si appassionarono al tema, rendendo effettivamente possibile la transizione nello studio. L’avvento del BIM è stata una trasformazione profonda del settore, molto più di quella che aveva portato al passaggio dal tecnigrafo al CAD, perché questa volta impattava i metodi di lavoro, i modelli di business e il rapporto tra progettisti e imprese.
In seguito ho avuto l’opportunità di essere responsabile BIM per la sede italiana di una grande multinazionale, Arcadis, ed è stato un momento di crescita professionale importante.

Oggi come si declinano le attività BIM in Alesi Design?
Oggi il fatturato di Alesi Design deriva per l’80% dai servizi BIM, per il 20% dalle attività di progettazione, anch’esse basate su metodologia BIM. Tutte le commesse vengono gestite nel nostro studio con questa metodologia.
Non sono numerosi gli studi in grado di integrare il BIM nella propria progettazione, è infatti ancora una prassi comune esternalizzare il servizio a società specializzate come la nostra. Siamo nel pieno di questa fase, sicuramente necessaria, ma che probabilmente in futuro verrà superata perché porta con sé delle inefficienze. Per questo motivo offriamo anche attività di progettazione, in cui il BIM sia completamente integrato fin dall’inizio.

I committenti privati riescono a comprendere le potenzialità del BIM?
Abbiamo sempre lavorato in prevalenza con committenti privati, anche in qualità di fornitori di servizi ad Arcadis. È capitato che fosse proprio il cliente, soprattutto le grandi aziende, a chiedere una progettazione BIM. Quando il committente è uno studio di progettazione, invece, è più raro che venga richiesto espressamente. Noi comunque operiamo sempre in Revit, utilizzando il nostro CDE e applicando tutte le procedure BIM standard, anche quando non richiesto. Possiamo poi utilizzare il modello, per esempio, per mostrare in realtà virtuale il progetto al committente. In questo modo, anche chi non è del settore e non ha un background tecnico può comprendere in modo immediato i vantaggi di questo metodo di lavoro.
Credo che al cliente finale non sia necessario spiegare tutto il processo in termini tecnici: puntiamo a presentare i benefici, mostrando nel concreto l’efficacia e l’efficienza, per esempio in termini di certezza dei tempi, riduzione dei costi, ecc.

Quali sono i principali vantaggi del realizzare un progetto in BIM?
Sicuramente la qualità del progetto: anche il miglior lavoro eseguito con metodologia “tradizionale” non riesce a essere paragonabile per ciò che riguarda il coordinamento, la verifica delle interferenze, il rilevamento delle clash detection tra diverse discipline.
Guardando in generale al flusso di lavoro, sicuramente uno dei primi vantaggi è la coerenza fra le varie discipline, seguito dalla rapidità nell’effettuare le varianti. A quel punto diventa anche più semplice aggiornare la stima dei costi, il computo metrico, ecc. Oltre che nella fase di progettazione, il BIM è efficace anche in cantiere, anche se sono ancora poche le imprese “illuminate”, che veramente riescono a gestire il modello nella fase di costruzione dell’opera. Poi c’è la manutenzione dell’opera, dove i vantaggi sono concreti anche se stiamo vivendo ancora una fase di sperimentazione.

L’interoperabilità oggi è reale?
È chiaramente un tema molto importante che a volte i progettisti tendono a sottovalutare: io credo che la centralità degli IFC emergerà ancora di più nel momento in cui andremo a colmare il gap dell’utilizzo del BIM nelle fasi di cantiere, di manutenzione dell’opera, di verifiche energetiche, ecc. Sarà molto importante sviluppare una cultura IFC in tutta la filiera: governare gli IFC non è semplicemente premere un comando “Export ifc”, bisogna comprenderne i meccanismi.

Oltre al BIM quali sono le tecnologie che nel prossimo futuro saranno più impattanti nel settore costruzioni?
Sicuramente i Digital Twin e in generale quell’insieme di applicazioni che ci permetteranno di utilizzare tutte le informazioni che abbiamo inserito nel processo di progettazione, di costruzione, di gestione dell’opera durante il suo ciclo di vita. Sto esplorando anche il tema dell’intelligenza artificiale e di come possa essere integrata nel flusso di lavoro BIM.
La digitalizzazione sta portando ad avere una filiera collaborativa, in cui si possono anticipare problemi e criticità. Questa collaborazione porta inevitabilmente a una maggiore trasparenza e quindi credo che i modelli di business si andranno a trasformare.

Per quanto riguarda il tema delle competenze BIM, è facile reperirle sul mercato?
Qualche anno fa, nel 2017, ho avviato un corso di BIM Specialist, post laurea, con la Facoltà di Architettura di Ascoli. Collaboriamo anche con Osnap, scuola di formazione certificata Autodesk/Revit di Napoli. Abbiamo fatto la scelta di cercare le persone di cui abbiamo bisogno in questi ambiti, senza che siano necessariamente già formate, per poi farle crescere al nostro interno. Puntiamo sulle cosiddette “soft skills”, sulle attitudini: alle competenze tecniche dei laureati in ingegneria e architettura si devono affiancare oggi anche la curiosità, la voglia di imparare, ecc. Dopodiché formiamo internamente le persone sul BIM e sugli strumenti a esso legato, investendo molto.

Possiamo citare qualche vostro progetto significativo?
Abbiamo supportato Arcadis in numerose commesse di ampio respiro e di prestigio internazionale. Possiamo citare la realizzazione di Open Zone, il campus in cui sorge la nuova sede di Zambon a Milano, su progetto architettonico di Michele De Lucchi e Carlo Ratti.
Sempre con Arcadis abbiamo assistito clienti importanti in tutto il mondo. A queste grandi commesse si affiancano quelle di minore entità come una villa con piscina, una palazzina sul lungomare di San Benedetto del Tronto.
Cito anche un importante progetto di rigenerazione urbana per la città di Ascoli, attualmente in corso, finanziato con 90 milioni di euro dal Ministero nell’ambito del programma “Pinqua – Programma per la qualità dell’abitare”, per il quale abbiamo dato il nostro contributo in ambito BIM.

Qual è lo scenario nell’ambito della committenza pubblica?
Soprattutto ora che il PNRR impone il BIM nei progetti finanziati abbiamo avuto numerose occasioni di offrire consulenza ad enti pubblici, tra cui la città di Ascoli per un progetto sulla qualità dell’abitare, l’Ente Universitario delle Marche per la realizzazione degli studenti. Il rischio è che il BIM venga visto solo come un adempimento burocratico, senza coglierne a pieno i vantaggi, anche

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Giornalista della redazione di BIMportale, professionista della comunicazione e del marketing per il settore AEC – Architetture Engineering & Construction. Ha lavorato per molti anni nell’editoria B2B dirigendo una delle principali testate specializzate per l’industria delle costruzioni, per la quale è stato autore di numerosi articoli, inchieste e speciali. Durante questa lunga esperienza editoriale ha avuto modo di vivere e monitorare direttamente l’evoluzione del settore e la sua continua trasformazione, lavorando a stretto contatto con i principali protagonisti del mercato: imprese edili, progettisti, committenti, produttori. Su tali premesse nel 2007 ha fondato l’agenzia di comunicazione e marketing Sillabario, che si occupa delle attività di comunicazione e ufficio stampa di importanti marchi industriali del settore delle costruzioni.


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