Alessandro Marchi, MM: un InfraBIManager per aprirsi al cambiamento

Ingegnere civile strutturista, Alessandro Marchi è Infrastructure BIM Manager presso MM Spa, la società fondata nel 1955 per progettare e realizzare la metropolitana di Milano, che oggi segue anche la gestione del servizio idrico integrato e di parte delle case popolari della città di Milano. MM ha implementato ormai da anni il BIM e sta lavorando per spingere l’adozione a tutte le fasi dei progetti, come racconta Marchi in questa intervista.

Qual è stato il suo percorso professionale fino a diventare Infrastructure BIM Manager?
Ho svolto il mio percorso formativo quando non si parlava ancora di BIM in azienda e ho impostato il mio percorso professionale nell’ambito della progettazione strutturale, delle verifiche e del coordinamento, arrivando circa 10 anni fa in MM.
Avevo espresso in azienda la volontà di seguire un master di II livello sulle gallerie, e circa quattro anni fa il mio responsabile mi ha proposto di iscrivermi al Master sul BIM applicato alle infrastrutture presso il Politecnico di Torino, coordinato dalla professoressa Anna Osello, che ha appunto come obiettivo quello di formare la figura professionale dell’InfraBIManager.
I contenuti di questo Master della durata di un anno mi hanno interessato particolarmente, era il primo corso specifico dedicato alle infrastrutture: ho avuto l’opportunità di conoscere professori universitari e professionisti di importanti società che già lavoravano in BIM; a questo si è affiancata anche l’esperienza pratica.
In quello stesso anno in azienda abbiamo introdotto la metodologia BIM e, poco dopo, il decreto BIM ha introdotto gli scaglioni di obbligatorietà, che ci riguardano da vicino in quanto, realizzando principalmente metropolitane, gli importi dei nostri lavori sono praticamente sempre sopra le soglie dell’obbligo.

Come vi siete strutturati in MM per ciò che riguarda il BIM?
La società ha previsto dei corsi di formazione per tutti disegnatori e i progettisti, e allo stesso tempo ha acquisito nuove competenze inserendo nell’organico nuove risorse con esperienza BIM.
L’azienda, anche spinta dal fatto che seguiamo progetti di complessità e dimensioni elevate, ha fin da subito colto gli aspetti positivi del BIM: abbiamo iniziato a lavorare alla documentazione, alla definizione delle linee guida, ai capitolati informativi, alla stesura di un atto organizzativo, ecc.
Oggi siamo circa una ventina di persone che operano direttamente in ambito BIM, a cui si aggiungono altre figure che eseguono le verifiche sui modelli o si occupano dei computi lavorando con i formati IFC delle opere. La conoscenza della metodologia BIM, almeno nei suoi aspetti di base, si sta allargando a tutti in azienda, anche ai progettisti tradizionali, generando contaminazioni ed esperienza trasversali.

Possiamo descrivere il suo ruolo di InfraBIManager, di cosa si occupa in azienda?
Il mio titolo è quello di BIM Manager per le infrastrutture: non sono un BIM Manager “classico”, in azienda c’è un altro BIM Manager che ha seguito il percorso tradizionale da BIM Specialist e conosce la modellazione, gli standard, si occupa dell’impostazione in BIM dei nuovi progetti.
Io invece, essendo una figura di transizione, avendo un’esperienza ventennale nella progettazione ma allo stesso tempo una profonda conoscenza dei vantaggi che derivano dall’utilizzo del BIM, mi occupo di spingere e agevolare l’utilizzo di questa metodologia in azienda, affiancando i vertici affinché i progetti siano sempre più orientati al BIM.

Per quali tipologie di lavori utilizzate il BIM?
Stiamo cercando, sempre più, di implementarlo in tutte le fasi di progetto. Per esempio, abbiamo recentemente realizzato in BIM – anche se non richiesto – uno studio di fattibilità di una linea metropolitana: se in passato questa metodologia entrava in campo solo per la progettazione esecutiva e definitiva, ora cerchiamo di implementala sin dall’inizio, se pur magari con una modellazione semplificata, in modo da avere una base di dati utile a definire prezzi, quantità, interferenze… Realizzare uno studio di fattibilità in BIM ci ha richiesto lo stesso tempo che avremmo dedicato a uno studio “tradizionale”, ma il risultato che sottoponiamo all’Amministrazione è più innovativo oltre che più completo e preciso. Questo caso può fare da apripista a nuove fattibilità.
Il nostro obiettivo è anche quello di portare il BIM in cantiere, per ottimizzare la fase di esecuzione e controllare lo stato avanzamento lavori, i SAL e per identificare tempestivamente eventuali non conformità e incongruenze tra progetto ed as-built. Su questo aspetto, in vista del prossimo cantiere, abbiamo due persone che si stanno formando: aprire un dialogo con la direzione lavori porterà sicuramente benefici anche ai progettisti.

Come viene vissuto il passaggio al BIM in una realtà “storica” come la vostra? Come state gestendo il salto culturale?
Partendo dal conoscere e valorizzare gli elementi positivi dell’approccio tradizionale alla progettazione, oggi è importante essere anche aperti al cambiamento.
Per questo motivo sto proponendo delle attività interne dedicate alle persone con esperienza che conoscono bene gli aspetti tradizionali del lavoro ma non hanno “la pazienza” di imparare nuovi strumenti. Stiamo facendo formazione affinché abbiano alcune conoscenze di base, sappiano come aprire i modelli, interrogarli e fare controlli, in modo che non debbano dipendere in tutto dai modellatori e che riescano a comunicare con i colleghi delle nuove generazioni, che hanno già un’infarinatura su questi temi. Stiamo vivendo effettivamente un momento di passaggio e lavoriamo affinché tutti possano integrarsi in questa fase di transizione. Non è sempre facile in una realtà complessa come MM in cui operano 1.200 persone, di cui circa 200 impegnate nella progettazione. Siamo allo stesso tempo progettisti e stazione appaltante, lavoriamo su tre sedi: quella principale è a Milano, ma siamo anche a Napoli e Dubai. In quest’ultima l’utilizzo del BIM è più spinto rispetto, per esempio, a Napoli, dove l’implementazione della metodologia è avvenuta in tempi più recenti.

Possiamo citare alcuni dei progetti che state seguendo in BIM?
Attualmente MM è impegnata nello sviluppo di vari progetti strategici per il Comune di Milano, sfruttando la metodologia BIM.
È in fase di emissione il primo appalto di una linea metropolitana con prevalenza contrattuale sul BIM: si tratta del prolungamento della linea M1 nel tratto da Bisceglie a Baggio. Il progetto definitivo è stato realizzato in BIM tre anni fa mentre l’appalto sarà sul progetto esecutivo sviluppato sempre dal personale di MM.
Tra gli altri progetti significativi, cito quello del prolungamento della linea M5 fino a Monza: è il nostro progetto più grosso, in quanto si tratta di 11 stazioni, e abbiamo recentemente consegnato il progetto definitivo interamente realizzato con la metodologia BIM.
Infine, MM partecipa a gare nazionali e internazionali, per la progettazione di infrastrutture, in cui il BIM è uno dei punti di forza messo a disposizione dall’azienda.

mm

Giornalista professionista della redazione di BIMportale, lavora da molti anni nell’editoria B2B per la stampa tecnica e specializzata. Ha scritto a lungo di tecnologia, business e innovazione. Oggi orienta la sua professione nel campo delle tecnologie applicate alla progettazione architettonica e all’imprenditoria delle costruzioni.


Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial