Dopo la laurea in Ingegneria Edile-Architettura all’Università di Trento, l’arch. Alessandro Zuanni ha intrapreso la professione di architetto per alcuni anni lavorando su progetti di diversa scala e complessità. Durante questo periodo ha avuto l’opportunità di approcciare i processi BIM e approfondire l’interesse verso le soluzioni digitali nel settore delle costruzioni acquisendo dapprima il ruolo di BIM Coordinator e successivamente di BIM Manager.
Questo percorso lo ha condotto ad approfondire e dare una struttura alle competenze BIM conseguendo un master in BIM Management presso il Politecnico di Milano. Oggi ha fondato BIM-FARM per dare supporto ai progettisti e alle aziende nello sviluppo di progetti BIM-Oriented.
Quali sono le principali caratteristiche della sua figura professionale?
Nella mia attività professionale mi occupo di consulenza BIM con focus sul BIM Management a supporto di studi di architettura ed aziende. Trattandosi di una figura professionale relativamente recente è per alcuni aspetti ancora in via definizione, ma si caratterizza per una forte propensione alla multidisciplinarietà.
Dal mio punto di vista questo approccio implica l’unione di esperienze e conoscenze derivanti da più ambiti: dall’ambito progettuale e dei suoi processi, di gestione e coordinamento ed infine un’attenzione alla ricerca di soluzioni digitali. Nella mia esperienza, un tratto importante a sfondo delle competenze tecniche è la predisposizione alla collaborazione e alla condivisione.
Quali vantaggi secondo lei porta il BIM alla progettazione?
I processi digitali e BIM consentono di interpretare i componenti, gli spazi e le informazioni ad essi correlate in relazione all’insieme e al tempo; ed è quindi questo patrimonio informativo strutturato che consente di creare scenari di analisi predittivi oltre a incrementare la qualità della progettazione, della costruzione e della gestione degli edifici. Da qui discendono i vantaggi pratici che possono riguardare ad esempio il risparmio di tempo, di denaro o di problematiche future.
Io credo che i processi BIM nella progettazione siano da porre in forte relazione all’approccio della progettazione integrata in particolar modo per quanto concerne la condivisione degli obiettivi, la collaborazione e la condivisione delle informazioni.
In questo senso, il flusso di dati e informazioni generato da un processo BIM-oriented può generare un vantaggio importante lungo l’intero ciclo di vita dell’opera.
Come nasce Bim-Farm e con quali intenti?
BIM-FARM è un gruppo di lavoro nato nel 2017 unito dall’interesse per la ricerca e le soluzioni digitali per la gestione del mondo delle costruzioni.
Siamo architetti che provengono da esperienze nella progettazione architettonica maturata in Italia e all’estero e con la passione per la sperimentazione e l’ottimizzazione dei processi.
Il nostro obiettivo è offrire supporto a studi di progettazione e aziende dando una soluzione sartoriale alle esigenze digitali in relazione alla struttura della singola organizzazione.
Vi proponete come gruppo di lavoro e lavorate insieme ai progetti?
Attraverso BIM-FARM ci proponiamo come partner per sviluppare progetti BIM-oriented e lavoriamo in affiancamento a diverse realtà sia progettuali che aziendali. Le nostre principali attività si concentrano nel dare supporto per il coordinamento dei modelli BIM, nell’affiancare realtà che vogliano introdurre flussi BIM oppure nel redigere offerte o piani di gestione informativa in fase di gara.
Nel tempo abbiamo consolidato due partnership importanti con dear-studio che si occupa di progettazione architettonica e con orbit-studio specializzato nella visualizzazione; in team sviluppiamo alcuni progetti architettonici e stiamo costruendo una realtà più ampia che vedrà la luce ad inizio 2022.
Può raccontarci qualche progetto su cui sta lavorando?
Negli ultimi anni, con il team costituito dalle partnership descritte in precedenza, abbiamo avuto la possibilità di sviluppare alcuni progetti che ci hanno dato l’occasione di implementare i processi BIM dello studio e approfondire la gestione informativa dal concept fino alle fasi di cantiere.
Tra questi ci piace ricordare: Headquarters di Progress Group a Bressanone (BZ), Headquarters di Atis a Mezzolombardo (TN) e l’Hotel Prinz Rudolf a Merano (BZ).
In queste esperienze abbiamo avuto l’occasione di strutturare il contenuto informativo utile per la fase progettuale e di costruzione; parallelamente abbiamo sviluppato il tema dell’interoperabilità del dato tra figure differenti, sia progettuali che costruttrici.
Quali sono secondo lei le prospettive future del BIM in Italia?
Credo che la recente evoluzione normativa e l’incremento in numero di bandi che richiedono processi BIM, indichino un crescente interesse verso questi temi e siano un veicolo di nuove opportunità.
Le opportunità penso si stiano muovendo su differenti livelli: per le figure professionali della filiera della progettazione e costruzione in termini di nuovi spazi in cui operare e offrire servizi, per l’esito dell’attività progettuale in incremento della qualità e del controllo dell’intero processo ed infine per le attività di gestione e trasformazione del patrimonio costruito.
Personalmente ritengo che la vera sfida stia proprio in quest’ultimo aspetto in considerazione della specificità e del valore del patrimonio edilizio italiano.
Guardando al medio termine penso che il BIM sia un punto di passaggio e il contesto necessario verso l’introduzione e l’integrazione di nuovi strumenti che coinvolgeranno ad esempio IoT, Intelligenza artificiale e i Digital Twin.