Anafyo Sagl: “Il nostro valore aggiunto è l’esperienza in BIM e processi digitali”

Anafyo svolge consulenza per l’architettura, l’ingegneria e le costruzioni relativamente all’implementazione della metodologia BIM, sviluppo, gestione e coordinamento di processi BIM oriented e modellazione di progetti in BIM. Affianca e supporta sia aziende pubbliche sia società private nella preparazione di bandi BIM. BIMportale ha intervistato Edoardo Accettulli, Direttore Generale di Anafyo SAGL.

Come nasce Anafyo SAGL e quali sono i servizi che offrite legati al BIM?
L’azienda è nata nel 2014 dall’incontro di figure professionali con differenti esperienze. Our essendo relativamente giovane ha quindi otto anni di esperienza, che non sono pochi in un settore come quello del BIM in cui tutto evolve velocemente.
Inizialmente l’attività era focalizzata sulla modellazione conto terzi, oggi oltre a questo offriamo supporto nell’implementazione della metodologia BIM in azienda. Affianchiamo le organizzazioni nel loro percorso di passaggio dall’analogico al digitale e nell’abbracciare un nuovo metodo di lavoro completamente digitale, basato su procedure definite.
Per quanto riguarda la modellazione BIM, il nostro core business è legato alla creazione di modelli per la gestione e la manutenzione di infrastrutture ed edifici complessi come ospedali, università, autorità portuali.
L’attività di formazione era un’altra componente importante della nostra attività, soprattutto nei primi anni oggi è puramente legata ai progetti che seguiamo. Abbiamo sempre insegnato al Master della scuola Pesenti del Politecnico di Milano;

Quali sono le peculiarità di Anafyo SAGL, i vostri caratteri distintivi?
La nostra peculiarità è quella di essere nati come società di consulenza, quindi ci differenziamo dagli studi di ingegneria e di architettura che fanno “anche” BIM. Siamo stati tra i primi in Italia a concentrarci su questa metodologia e quindi il nostro valore aggiunto è l’esperienza: in materia di software, sul digitale, sulla gestione dei processi e sull’utilizzo di questi strumenti.

Qual è secondo lei l’atteggiamento del mercato di fronte al processo di digitalizzazione?
La situazione è “a macchia di leopardo”, non c’è uniformità in fatto di adozione del digitale e allo stesso tempo non si può definire un settore più avanti rispetto a un altro. Sia nelle grandi sia nelle piccole realtà ci sono aziende preparate e altre molto indietro. Le imprese di costruzioni sono forse quelle che hanno ancora più strada da fare, spesso utilizzano il digitale solo in risposta a richieste specifiche e delegando all’esterno. In generale, ancora troppe società adottano il BIM per adeguarsi a un obbligo o per poter partecipare a un bando, senza approfondire l’argomento e senza comprenderne le potenzialità.

La committenza privata ha acquisito sensibilità sul BIM e sulle potenzialità legate alla gestione del costruito?
Anche in questo caso la situazione non è uniforme. Alcune committenze hanno effettivamente una forte attenzione al tema, spesso per merito di figure esperte o BIM manager che hanno fatto comprendere pienamente le potenzialità del BIM. Molti invece stanno seguendo l’onda senza avere le idee chiare, lo si capisce dalle richieste che fanno. Le società di gestione e manutenzione immobiliare hanno più competenza, forse perché già in passato usavano software per gestire le diverse fasi del loro lavoro.

Possiamo citare qualche progetto BIM che avete seguito?
Uno dei progetti più importanti che abbiamo seguito, nel 2017, è stato quello legato al bando dell’Università della Basilicata per la gestione BIM di tutti gli edifici, per la rendicontazione e la manutenzione. Ha previsto la digitalizzazione di tutti i documenti, la creazione dei modelli, il collegamento degli oggetti ai modelli, impianti inclusi. È stato un progetto pioneristico, che ha portato a ottimi risultati: da allora l’Ateneo può contare su dati aggiornati in tempo reale e precisi, utilizzabili in svariati modi. Ad esempio, l’Università ha recentemente eseguito il trasloco di alcuni locali a Matera, gestendo tutto con il modello BIM.
Tra i progetti in corso cito quello che stiamo seguendo per un’autorità portuale: abbiamo eseguito il rilievo dell’esistente includendo infrastrutture, edifici, impianti e macchinari e curato il processo di digitalizzazione, inserendo i dati in una piattaforma CDE. Il sistema, attualmente in fase di implementazione in un porto, verrà poi esteso anche agli altri quattro porti della stessa proprietà, che avrà così la possibilità di avere visibilità su tutto da un’unica applicazione in cloud, ottimizzando le attività di gestione e la manutenzione.
Infine, stiamo lavorando anche alla riqualificazione di un edificio storico, del 1500, situato a Macerata e danneggiato dal terremoto.

Qual è invece lo stato dell’arte degli appalti pubblici?
Grazie al decreto Baratono la strada è ormai tracciata. Partecipiamo spesso a bandi pubblici tramite i nostri clienti e sempre più spesso è richiesto di restituire il modello BIM. Negli ultimi anni sono migliorate le qualità dei bandi: se inizialmente i bandi erano carenti dal punto di vista tecnico, ora le richieste sono precise e finalizzate a ottenere materiale effettivamente utile. Permangono alcuni problemi tipici della Pubblica Amministrazione, che esulano dal BIM, ma in ogni caso tutte le più importanti realtà – a cominciare dall’Agenzia del Demanio e Anas – stanno andando in questa direzione.

Guardando al futuro, quali sono ora le sfide da superare?
C’è sicuramente da lavorare sul tema delle competenze, al momento c’è forte richiesta di persone che sappiano lavorare in BIM, soprattutto per gli aspetti legati alla progettazione MEP, sicuramente nei prossimi anni questo settore si svilupperà ulteriormente e la necessità di figure specializzate sarà ancora più forte.

 

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Giornalista della redazione di BIMportale, professionista della comunicazione e del marketing per il settore AEC – Architetture Engineering & Construction. Ha lavorato per molti anni nell’editoria B2B dirigendo una delle principali testate specializzate per l’industria delle costruzioni, per la quale è stato autore di numerosi articoli, inchieste e speciali. Durante questa lunga esperienza editoriale ha avuto modo di vivere e monitorare direttamente l’evoluzione del settore e la sua continua trasformazione, lavorando a stretto contatto con i principali protagonisti del mercato: imprese edili, progettisti, committenti, produttori. Su tali premesse nel 2007 ha fondato l’agenzia di comunicazione e marketing Sillabario, che si occupa delle attività di comunicazione e ufficio stampa di importanti marchi industriali del settore delle costruzioni.


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