Antonio Miano, ESA Engineering: lo sviluppo del BIM italiano ha gli strumenti per essere ai livelli di quello europeo

L’Ing. Antonio Miano ha compreso fin dagli anni dell’Università l’importanza della modellazione parametrica e dei software di authoring per la progettazione; per questo dopo la laurea ha seguito il Master “BIM Manager” del Politecnico di Milano. Oggi è BIM Manager di ESA Engineering.

Qual è stato il suo percorso di studi e professionali che l’ha portata al BIM?
Mi sono laureato alla facoltà di Ingegneria Edile – Architettura dell’Università di Pisa e già durante gli anni di studio ho avuto la possibilità di sperimentare la progettazione attraverso l’utilizzo di software di BIM authoring rendendomi subito conto dei vantaggi che porta la modellazione parametrica.
Per questo motivo ho continuato ad approfondire la ricerca sul BIM anche durante le mie prime esperienze lavorative dapprima come borsista dell’università e poi in un piccolo studio di che si occupava della progettazione esecutiva di strutture.
Successivamente sono andato a lavorare per Archea Associati dove ho avuto finalmente la possibilità di applicare il BIM nella pratica professionale. In questa realtà mi sono subito reso conto che per la realizzazione di progetti complessi e di grandi dimensioni non era più possibile utilizzare metodi tradizionali. Ho deciso quindi di seguire il Master BIM Manager del Politecnico di Milano parallelamente all’attività professionale, per approfondire la tematica e comprendere meglio come gestire un progetto in maniera integrata. Il primo progetto che ho seguito è stata la realizzazione di un grande stadio a Tirana in Albania ed è stato il primo progetto in BIM dello studio, oggi Archea Associati gestisce circa l’80% dei suoi progetti in BIM. Questa nuova metodologia richiede uno sforzo iniziale organizzativo, è sicuramente un cambio di rotta, ma più si è strutturati più si può trarne un reale vantaggio. Dal 2020 sono entrato in ESA Engineering come BIM Manager.

Per quale compito è stato chiamato in ESA Engineering?
La società si stava strutturando per seguire le diverse commesse in BIM; avevano già assunto un BIM manager per la parte impiantistica e con la mia figura hanno creato un team di professionisti dedicato alla progettazione BIM in ambito architettura.
Quello che ho cercato di fare subito è stato interfacciarmi e coordinarmi con il BIM Manager degli impianti per creare uno standard aziendale unico; abbiamo lavorato a quattro mani per adattare i contenuti informativi cercando di farli confluire in un template aziendale che fosse univoco con una struttura di codifica interna e una libreria BIM per la gestione dei dati.
In qualità di BIM Manager mi occupo dello sviluppo e mantenimento degli standard interni, della formazione delle risorse, dello sviluppo delle linee guida interne e dell’implementazione di workflow per la progettazione e l’integrazione multidisciplinare. Quello che vogliamo ottenere è una sempre maggiore automatizzazione dei processi organizzativi e per raggiungere questo scopo sviluppiamo anche appositi script. Nella realizzazione di un progetto sono a supporto dei team di progettazione e modellazione e gestisco il coordinamento e verifica dei contenuti informativi. In più mi occupo dell’estrazione e visualizzazione dei dati contenuti nei modelli BIM attraverso reportistica interattiva (Power BI).
Oggi non realizziamo ancora tutti i progetti in BIM perché ancora molto dipende dalla scala di intervento, ma stiamo andando verso quella direzione.

Come avviene oggi l’aggiornamento di un BIM Manager?
In ESA esiste un dipartimento dedicato alla formazione del personale che sia chiama ESALab e io stesso gestisco alcuni dei corsi per i giovani che entrano nello studio o chi deve approcciare il mondo BIM. Credo però che gran parte della formazione di un BIM Manager avvenga sul campo seguendo diverse tipologie di progetti e avendo così modo di interfacciarsi con una ampia casistica di problematiche che possono insorgere cercando di trovare delle soluzioni. Penso infatti che non sia un ruolo che si può apprendere solo in aula ma ha si ha bisogno di acquisire tanta esperienza di progettazione e di cantiere.

Cosa ne pensi dello sviluppo del BIM in Italia a confronto con quello internazionale?
Non siamo così indietro come si tende sempre a pensare soprattutto se paragonati ad alcuni altri paesi europei. Abbiamo la fortuna di avere un corpus normativo nazionale molto chiaro ed esaustivo che su alcuni temi ha addirittura anticipato le norme internazionali. In campo privato c’è stato un grande salto nella direzione del BIM e della digitalizzazione dei processi per commesse di un certo tipo; in ambito pubblico, l’introduzione della progressiva obbligatorietà del BIM farà lo stesso. Ciò che riscontro nella professione è che quello che ancora manca è una vera consapevolezza lato committenza dell’effettivo valore di una progettazione integrata in BIM. Per arrivare a questo c’è bisogno di dotarsi di personale formato che sappia definire puntualmente obiettivi da raggiungere e requisiti informativi da richiedere altrimenti a valle del processo ci si ritroverà con una mole di dati difficilmente gestibile e che non genera valore. Altro aspetto legato allo sviluppo del BIM è quello dell’interoperabilità: migliorare sempre di più l’efficienza e la duttilità dei file di interscambio è un tema su cui bisogna lavorare molto per evitare rallentamenti e perdite involontarie di dati, cosa assolutamente da evitare.

Quali progetti hanno segnato il suo percorso professionale?
Sicuramente lo Stadio di Tirana per Archea di cui ho già accennato prima anche perché ho avuto la possibilità di assistere all’inaugurazione e poter vivere gli ambienti che avevamo progettato. In ESA è stato molto importante il progetto di demolizione e ricostruzione dei sette piani del Flagship Dior a Ginevra poiché è stato il progetto pilota per il BIM aziendale in ambito retail. Grazie a questo progetto abbiamo potuto avere dei riscontri sul campo del lavoro organizzativo fatto a monte in merito a varie tematiche legate alla progettazione ma anche alla gestione del 4D e 5D attraverso i modelli BIM.

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Giornalista della redazione di BIMportale, professionista della comunicazione e del marketing per il settore AEC – Architetture Engineering & Construction. Ha lavorato per molti anni nell’editoria B2B dirigendo una delle principali testate specializzate per l’industria delle costruzioni, per la quale è stato autore di numerosi articoli, inchieste e speciali. Durante questa lunga esperienza editoriale ha avuto modo di vivere e monitorare direttamente l’evoluzione del settore e la sua continua trasformazione, lavorando a stretto contatto con i principali protagonisti del mercato: imprese edili, progettisti, committenti, produttori. Su tali premesse nel 2007 ha fondato l’agenzia di comunicazione e marketing Sillabario, che si occupa delle attività di comunicazione e ufficio stampa di importanti marchi industriali del settore delle costruzioni.


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