Rosalba Cori: le possibilità del contratto collaborativo

In qualità di avvocato esperto in Diritto dei contratti pubblici e, in particolare, di partenariato Pubblico-Privato e Project Financing, Rosalba Cori si è resa conto che la metodologia BIM poteva essere molto utile da adottare nei cosiddetti contratti complessi e di lunga durata, come ad esempio le concessioni.

Come si è avvicinata alla metodologia BIM?
Dopo un approccio entusiastico, da un punto di vista teorico, ho iniziato a occuparmi concretamente della metodologia BIM fornendo assistenza nella redazione degli atti di gara per un’amministrazione pubblica che ha deciso di utilizzare volontariamente la progettazione BIM per la realizzazione di un’opera. Ho iniziato a studiarne le implicazioni pratiche e a individuare le prime criticità e le possibili soluzioni pratiche.

Da quanto tempo si occupa di BIM?
Mi interesso della materia da alcuni anni ma me ne occupo professionalmente da uno, quando, insieme alla società di consulenza BIM B1P Group, oltre a fornire assistenza concreta in fase di predisposizione della documentazione di gara, ho iniziato a confrontarmi con altri professionisti del settore; insieme abbiamo recentemente costituito la BIMACT Association, avente la finalità di promuovere e diffondere la cultura che è alla base della metodologia BIM.
Abbiamo iniziato a organizzare corsi interdisciplinari che prevedono l’approfondimento, accanto agli aspetti tecnici, anche di quelli giuridico-contrattuali. Stiamo prevedendo sessioni di Procurement and Legal BIM, che da un lato approfondiscono il procedimento di gara, dall’altro studiano le forme contrattuali a valle dell’aggiudicazione che meglio si adattano all’approccio multidisciplinare delle commesse pubbliche gestite secondo la metodologia BIM, ovvero il cosiddetto contratto collaborativo.

Con quali tipologie di clienti lavora principalmente e cosa le chiedono in materia BIM?
Lo Studio Associato Piselli and Partners di cui faccio parte possiede un’esperienza ultradecennale nel campo della contrattualistica pubblica, e i clienti sono sia stazioni appaltanti sia operatori privati che abitualmente partecipano a procedure di gara.
Per le stazioni appaltanti forniamo assistenza soprattutto con riferimento al capitolato informativo e alle varie clausole tecniche, cercando di mettere a punto un documento che sia realistico, utile e non eccessivamente complesso, poiché la complessità rischia di essere inutilmente onerosa per il privato che deve presentare l’offerta e per la stazione appaltante che deve valutarla.
Altro aspetto importante sul quale forniamo consulenza legale è la fase relativa alla redazione del contratto che riesca a contemperare tutte le esigenze degli attori che fanno parte del processo BIM: il succitato contratto collaborativo, che sembra rispondere appieno alle sfide che il BIM pone.
Stiamo studiando le potenzialità di tale contratto non soltanto per le costruzioni ma anche per le commesse relative alle forniture e ai servizi complessi, poiché la vera sfida del BIM è quella di introdurre una metodologia che riesca a gestire e controllare la commessa pubblica (e privata) dalla fase di programmazione a quelle di esecuzione e, soprattutto, di gestione.

Secondo la sua esperienza come si stanno preparando le stazioni appaltanti all’introduzione del BIM per decreto?
Le stazioni appaltanti più grandi e importanti stanno già procedendo volontariamente con l’introduzione del BIM in alcune gare, servendosi di personale interno specializzato coadiuvato da consulenti esterni. Le stazioni appaltanti più piccole, invece, stanno guardando con curiosità a questa nuova metodologia ma ancora non si stanno organizzando concretamente per divenirne fruitrici, spaventate, forse, dalla complessità del BIM rapportato alle scarse risorse disponibili presso le medesime stazioni appaltanti. Tuttavia il Rapporto OICE sui bandi BIM relativi al 2017 mostra come la maggioranza numerica dei bandi si colloca nella fascia sotto soglia comunitaria, e che le opere di edilizia scolastica e direzionale costituiscono la gran fetta di mercato del BIM, quindi attrattiva anche per le amministrazioni meno strutturate.

Quali sono le problematiche maggiori che si riscontrano a livello legislativo nell’applicazione della metodologia BIM?
Le problematiche maggiori, a livello normativo, che si riflettono nell’applicazione della metodologia BIM sono connesse alla novità dello strumento e alla mancanza di prassi attuative nel nostro Paese che, per la prima volta, sta sperimentando tale innovativa metodologia.  Il Decreto 560/2017 relativo a «metodi e strumenti elettronici specifici» quali quelli di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture di attuazione dell’art. 23, comma 13 del D.Lgs 50 /2016, appare generico da un punto di vista tecnico e non richiama l’unica norma tecnica nazionale specifica sul BIM, vale a dire la UNI 11337 (“Gestione digitale dei processi informatici delle costruzioni” – parti 1, 4 e 5) pubblicata nel gennaio 2017. Tali norme possono, tuttavia, essere richiamate dalle stazioni appaltanti nella lex specialis di gara che preveda l’utilizzo di metodi e strumenti elettronici per le infrastrutture. È proprio considerando tale esigenza del mercato di avere dei punti di riferimento per la redazione degli atti di gara con metodologia BIM che EU BIM Task Group ha redatto il “Manuale per l’introduzione del BIM da parte della domanda pubblica in Europa”, volto a far comprendere i benefici potenziali del BIM promuovendone un’introduzione su più ampia scala, da parte del settore pubblico europeo, in qualità di facilitatore strategico. Sulla medesima scia l’ANAC, con la finalità di integrare le Linee guida n. 1 relative agli “Indirizzi generali sull’affidamento dei servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria”, ha recentemente pubblicato un documento di consultazione finalizzato a fornire indicazioni di maggior dettaglio con riferimento alla documentazione specifica da porre a base di gare BIM, quali l’ambiente di condivisione dati, i contenuti del Capitolato Informativo, la definizione dei requisiti di partecipazione alle procedure e i criteri di valutazione dell’offerta.

Quali sono secondo lei le prospettive future del BIM in Italia?
Secondo me ci sono tutte le premesse per l’affermazione di tale metodologia di realizzazione e gestione di commesse pubbliche, e credo sarà utilizzata anche prima delle scadenze previste dal decreto ministeriale. Il BIM rappresenta infatti uno strumento di straordinaria utilità per rendere più efficiente non soltanto la progettazione, ma anche la realizzazione e gestione di opere, con ricadute importanti per l’intero ciclo di vita di un’opera pubblica o privata.
L’impegno delle istituzioni comunitarie e nazionali, pubbliche e private, a fornire norme e Linee guida per agevolare l’applicazione della metodologia BIM da un punto di vista tecnico-informatico e anche giuridico-contrattuale costituisce certamente una buona base di partenza.

mm

Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial