Eva Merenda, Alpina SpA: Anche la committenza è sempre più BIM

Fin dagli studi universitari l’Arch. Eva Merenda si è resa conto dell’importanza e dell’innovazione che la metodologia BIM avrebbe portato al mondo della progettazione per questo motivo ha seguito un Master al Politecnico di Milano. Oggi è BIM Coordinator di Alpina SpA.

Quale è stato il suo percorso professionale che l’ha portata al BIM?
Durante il mio percorso universitario, ho avuto un primo approccio al mondo del BIM, frequentando un corso sul software Revit Architecture. Fin dalla prima lezione si intuiva l’innovazione di questo strumento, in grado di gestire non solo la parte di visualizzazione e comunicazione dei progetti (2D-3D), ma anche le informazioni presenti all’interno di ogni singolo elemento. Per questi motivi, ho applicato la metodologia BIM per lo sviluppo della mia tesi di laurea, approfondendo l’uso del software anche rispetto all’elaborazione di geometrie complesse. Questa esperienza mi ha fatto capire che avevo ancora necessità di studiare le potenzialità di questo metodo, per cui ho frequentato il Master di II livello “BIM, Metodi, Modelli e Applicazioni” presso il Politecnico di Milano. Durante la formazione ho avuto l’occasione di apprendere tutti i possibili usi di un modello BIM da un punto di vista teorico e pratico, soprattutto attraverso lo stage, poi diventato lavoro a tempo pieno, svolto presso Progetto CMR. Questa esperienza mi ha dato l’opportunità di applicare quanto imparato nella concretezza della realtà lavorativa, con le sue tempistiche e le sue necessità, misurandomi con progetti di respiro nazionale ed internazionale. Da quel momento ho lavorato per implementare sempre di più le mie competenze, fino ad oggi.

Quali sono le principali caratteristiche della sua figura professionale?
Attualmente ricopro il ruolo di BIM Coordinator e di progettista per il Building Department in Alpina S.p.A.. Credo che la duplicità del mio ruolo costituisca un punto di forza, poiché mi consente in ogni momento di seguire il workflow del processo BIM, restando comunque sempre all’interno del progetto. In questo modo si riescono a cogliere e a comprendere tutte le possibili problematiche derivanti dalla complessità dei progetti che affrontiamo e dalle limitazioni eventuali dei software di authoring utilizzati, il tutto sempre nel rispetto dei tempi di consegna dei progetti. Sicuramente questo processo rappresenta una sfida importante che mi dà la possibilità di implementare ogni volta il mio bagaglio di esperienza, velocizzando e collaudando sempre di più le diverse procedure.
Attualmente, ricopro anche il ruolo di BIM Construction Surveyor, nell’ambito della Direzione Lavori per un importante cantiere di residenze di lusso a Milano. In questo modo sto avendo la possibilità di sperimentare le potenzialità ed i limiti di questa metodologia anche all’interno della realtà del cantiere.

Quali vantaggi secondo lei porta il BIM alla progettazione?
I vantaggi dell’uso del BIM sono sicuramente notevoli per la progettazione in tutte le sue fasi. Ho avuto la possibilità di applicare il BIM su progetti seguiti in tutti gli step della progettazione, fin dalla fase di fattibilità, riscontrando il vantaggio di ottenere un unico modello in cui possono essere gestite le diverse opzioni di progetto da sottoporre alla committenza. Il modello cresce e si implementa, arricchendo il suo patrimonio informativo ed il suo livello di dettaglio grafico di pari passo con la progettazione, consentendoci di individuare e risolvere fin da subito eventuali criticità, attraverso il coordinamento interdisciplinare. Giungendo infine ad un modello as-built, otteniamo un unico elaborato tridimensionale con un livello di dettaglio geometrico ed informativo prezioso per il Facility Management, poiché ci consente velocemente di poter visionare il progetto in ogni suo punto e di poter interrogare tutta la documentazione relativa al singolo elemento.
Ho avuto l’opportunità di valutare positivamente l’uso del BIM in cantiere, applicandolo nell’ambito della Direzione Lavori e anche in questo caso i vantaggi sono notevoli per verificare l’andamento della progettazione, per governare le geometrie complesse che caratterizzano l’intervento che stiamo seguendo e per valutare lo Stato di Avanzamento Lavori attraverso il modello.

Può raccontarci qualche progetto su cui sta lavorando?
Attualmente stiamo seguendo alcuni progetti di riqualificazione delle stazioni ferroviarie per RFI. Ci stiamo occupando della Stazione di Macerata. L’intervento su questo edificio storico, si sviluppa su diversi fronti. In primo luogo interveniamo sugli interni, per i quali abbiamo pensato ad una rifunzionalizzazione degli spazi interni, con un restyling delle finiture che vengono enfatizzate anche attraverso un nuovo concept illuminotecnico; all’esterno interveniamo sulla piazza antistante alla stazione, progettando un nuovo lay-out della piazza pubblica pedonale, che si inserisce in un contesto più ampio di miglioramento dei flussi carrabili e di sviluppo di una nuova pista ciclabile che si collega al centro storico, in accordo con il Comune di Macerata.
Un altro progetto di cui mi sto attualmente occupando è la Direzione Lavori dalle residenze Libeskind a CityLife, Milano. Questo si configura senza dubbio come un intervento molto prestigioso nel quale sono coinvolta dal punto di vista BIM, nel ruolo di BIM Construction Surveyor, occupandomi della verifica dei modelli in accordo con le prescrizioni del CI e del pGI e del controllo mensile dei SAL attraverso il modello BIM, seguendo il passaggio dal modello costruttivo ad as-built. Parallelamente, svolgo l’attività di ispettore delle opere civili, per cui riesco ad interfacciarmi al cantiere con due diversi approcci.

Quali sono secondo lei le prospettive future del BIM in Italia?
Sicuramente le prospettive del BIM sono promettenti in questo momento, in primis per quanto sancito dallo strumento legislativo nazionale ed europeo; inoltre, si evince un interesse crescente da parte delle committenze nell’implementazione del proprio know-how in materia.
Va aggiunto che il panorama internazionale offre in questo momento alcuni spunti di implementazione molto interessanti legati al Digital Twin. Risultano particolarmente stimolanti anche gli sviluppi tecnologici in corso legati all’IoT.
Un’ultima riflessione che mi sento di fare in merito allo sviluppo del BIM in Italia nasce dal mio duplice ruolo di progettista e BIM Coordinator, che mi ha fatto comprendere che in futuro il BIM non dovrebbe più essere relegato ai soli addetti ai lavori, ma dovrebbe necessariamente diventare uno strumento diffuso, la base di partenza con la quale progettare, poiché soltanto in questo modo è possibile una crescita, comprendendo fino in fondo i processi e governandoli al meglio.

 

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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