Giuseppe Faraci, Inea: il BIM porta trasparenza in tutte le fasi di sviluppo dell’opera

Dopo la laurea in Architettura all’Università di Roma La Sapienza, l’Arch. Giuseppe Faraci ha intrapreso la professione di architetto lavorando su progetti di diversa scala e complessità. Ha avuto l’opportunità di approcciare i processi BIM e approfondire l’interesse verso le soluzioni digitali nel settore delle costruzioni acquisendo dapprima il ruolo di BIM Coordinator e successivamente di BIM Manager, ruolo che oggi ricopre in Inea.

Quale è stato il suo percorso professionale fino a diventare BIM Manager?
Durante il mio percorso universitario, ho frequentato la facoltà di Architettura presso l’Università di Roma “La Sapienza” e fin dall’inizio mi sono interessato al tema della modellazione e alla progettazione parametrica. Nel 2014, dopo la laurea, ho iniziato a lavorare in Inea dove ho avuto il primo approccio professionale al mondo BIM; il percorso professionale mi ha portato, inizialmente, a ricoprire il ruolo di BIM Specialist, sviluppando modelli informativi ARC e STR, successivamente BIM Coordinator e oggi BIM Manager. In Inea ho potuto lavorare fin da subito a grandi progetti, con la supervisione di alcune fra le figure più competenti che abbia mai conosciuto. Una delle esperienze più formative in ambito BIM è stata quella legata alla progettazione della “Metro Sydney North west rail link”: il progetto è stato sviluppato dal 2015 al 2017 con l’implementazione in BIM di tutte le infrastrutture della nuova linea metropolitana di Sydney, composta da 24 aree, un ponte strallato, cavalcavia, viadotti, strutture murarie di contenimento e strutture civili che si sviluppano lungo 4,6 km. È stato sviluppato un modello as-built popolato da informazioni utili per il Facility Management dell’opera.

Quali sono le caratteristiche principali della sua figura professionale?
In qualità di BIM Manager ho il compito di definire gli standard per le procedure aziendali, mantenere il controllo delle commesse in corso collaborando con i BIM Coordinator, che mi affiancano e definiamo insieme il workflow adatto ad ogni commessa, mediante la redazione di specifici documenti come Offerta di Gestione Informativa e successivamente il Piano di Gestione Informativa. Mi occupo anche della selezione delle risorse BIM, della scelta e gestione dei software e della redazione dei piani di sviluppo e formazione aziendali. Partecipo alla redazione di gare e offerte tecniche e mi interfaccio con i committenti in tutte le fasi progettuali.

In che modo viene utilizzata la metodologia BIM nella sua azienda?
All’interno della società Inea, il processo BIM è stato implementato a partire dal 2016, avendo la possibilità di lavorare a importanti progetti come le strutture d’approccio della metropolitana di Doha. La società ha investito molto nel BIM come strumento per migliorare il processo progettuale. Oggi l’intero staff è in grado di usare gli strumenti e software e sviluppare tutti i progetti in BIM, indipendentemente dalla tipologia o dalla fase progettuale. L’organizzazione aziendale assegna a ogni progetto figure BIM, come il Coordinator e Specialist, che si occupano della modellazione, compilazione del modello informativo con tutte le informazioni necessarie al raggiungimento del livello atteso e la restituzione degli elaborati progettuali.

Può raccontarci qualche progetto significativo su cui ha lavorato in BIM?
Uno dei progetti svolti nell’ultimo periodo è il “Nuovo impianto di manutenzione treni di Roma San Lorenzo”. Il progetto prevede la demolizione delle strutture esistenti e la realizzazione di un capannone metallico per la manutenzione corrente dei treni le cui dimensioni in pianta sono circa 350m x 60m con un’altezza media di circa 10m, e a corredo del capannone principale sono state progettate altre strutture come il deposito e magazzino ricambi dei rotabili e strutture di supporto destinate a locali tecnici e impiantistici. Il progetto ha coinvolto un team multidisciplinare che ha adottato fin dalle fasi preliminari processi BIM condivisi e coordinati. All’avvio della progettazione è stato redatto il PGI (Piano di Gestione Informativa ) specifico di commessa, nel quale sono stati definiti i ruoli e le responsabilità e referenti BIM, il workflow relativo al processo di produzione, revisione e validazione dei modelli nelle diverse fasi di progettazione, definiti i software utilizzabili, il livello di sviluppo dei modelli (LOD e LOI), le responsabilità dei dati presenti nei modelli e la struttura/gerarchia dei modelli. Tutto questo ha permesso di organizzare il cronoprogramma delle attività di progettazione. La scomposizione, attuata per “Edificio-Disciplina-Funzione” ha generato complessivamente circa 40 modelli e l’emanazione di circa 700 elaborati grafici.

Quali sono secondo lei le prospettive future del BIM in Italia?
Negli ultimi anni l’Italia ha registrato una grande crescita e interesse verso il BIM, anche in virtù dei contenuti del nuovo codice degli appalti, che ne prevede l’obbligatorietà per step per tutte le opere pubbliche a partire dal 2019. Credo che la consapevolezza della metodologia BIM in Italia sia ancora nelle fasi iniziali di sviluppo, una corretta metodologia mira a progetti più efficienti, con un uso più attento delle risorse e punta a un margine d’errore ridotto.
Il BIM porta trasparenza e professionalità in tutte le fasi di sviluppo dell’opera e per raggiungere questo obiettivo bisogna implementare una corretta metodologia di lavoro a servizio del progetto.

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, lavora da molti anni nell’editoria B2B per la stampa tecnica e specializzata. Ha scritto a lungo di tecnologia, business e innovazione. Oggi orienta la sua professione nel campo delle tecnologie applicate alla progettazione architettonica e all’imprenditoria delle costruzioni.


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