Mariagrazia Triuzzi, ACPV ARCHITECTS: indagare il futuro del BIM

Dopo aver studiato a Pisa ed essersi laureata alla facoltà di Ingegneria e Architettura, l’Ing. Mariagrazia Triuzzi ha deciso di conseguire il Master in BIM Manager della Scuola F.lli Pesenti del Politecnico di Milano, e oggi è BIM Coordinator dello studio ACPV ARCHITECTS Antonio Citterio Patricia Viel.

Quale è stato il suo approccio al BIM?
Grazie al Master in BIM Manager ho avuto la possibilità di entrare subito in alcune realtà che stavano implementando i processi BIM come Mpartner e Ariatta Ingegneria dei Sistemi. Entrambe le società stavano lavorando alla progettazione costruttiva di alcune stazioni della metropolitana di Doha e credo che sia stata questa esperienza a farmi entrare completamente nel mondo del BIM. Tantissimi professionisti della mia generazione si sono formati su questo importante progetto che ha visto la partecipazione di professionisti che collaboravano tra loro anche a migliaia di chilometri di distanza. Questa esperienza mi ha permesso di approfondire la mia conoscenza sull’ultima parte del processo BIM, avendo un costante rapporto con il cantiere per le modifiche che venivano riscontrate sul modello. Due anni fa ho cominciato a lavorare con lo studio ACPV ARCHITECTS Antonio Citterio Patricia Viel, uno dei primi studi in Italia ad aver implementato ed adottato in modo efficace la metodologia BIM a livello capillare nell’organizzazione dello studio. Questo è per me oggi un contesto molto stimolante e dinamico, soprattutto perché possiamo lavorare a progetti importanti, sperimentando e utilizzando nuovi strumenti.

Quale sono le caratteristiche principali della sua figura professionale?
Il BIM Coordinator deve avere una conoscenza tecnica degli strumenti digitali, dei software e dei processi di progettazione oltre ad avere conoscenza dei rapporti contrattuali e delle competenze di project management per gestire il flusso di informazioni in maniera adeguata. Compito del BIM Coordinator è anche la redazione dei documenti di coordinamento, come il BEP o la MPDT, in risposta alle richieste della committenza. Essenziale anche la gestione del flusso di lavoro del team interno e dello stesso con i consulenti, definendo gli standard da utilizzare. Nella fase di progettazione è anche importante definire il livello di approfondimento degli elementi utili al progetto, stabilire le deadline di scambio dei modelli per effettuare i cicli di clash detection e impostare la modellazione affinché possa essere effettuata correttamente l’estrazione delle quantità.

Come è strutturato il vostro studio per il BIM?
Abbiamo un gruppo BIM di 24 professionisti, guidato da Emiliano Capasso (Head of BIM) e Vincenzo Panasiti (Deputy Head of BIM). La parte che si occupa di coordinamento BIM è composta da 3 BIM Unit guidate da BIM Unit Leader che coordinano i BIM Coordinator all’interno della unit. Abbiamo inoltre una unit composta da 3 Computational Designer che si occupa di R&D nel campo della progettazione digitale avanzata. Infine, c’è la unit che si occupa di tutte le attività di supporto quali la produzione componenti BIM, impostazione sistemi di controllo e Scan-to-BIM.

Quali sono i vantaggi per voi dell’utilizzo del BIM?
L’adozione dello standard in BIM in tutte le commesse è essenziale per sviluppare un progetto, che rispetti i nostri standard di progettazione e ci permetta di integrare tutti gli input progettuali. Inoltre l’utilizzo della metodologia BIM dalle prime fasi permette di anticipare moltissime problematiche e risolverle in tempi rapidi.

In che modo utilizzate il Generative Design all’interno dello studio?
Il Generative Design, sebbene nel caso di ACPV ARCHITECTS preferiamo di Computational Design, è una metodologia sempre utilizzata nel nostro workflow progettuale sia per la realizzazione di elementi architettonici geometricamente complessi sia come mezzo che ci permette di raggiungere soluzioni progettuali che tengano conto, ad esempio, delle analisi energetiche o della sostenibilità dell’edificio. Insomma, ci permette di fare delle scelte più consapevoli.

Quale può essere un progetto su cui ha lavorato in cui il BIM ha avuto una parte importante e che è stato particolarmente sfidante?
Ho avuto la possibilità di lavorare come BIM coordinator alla progettazione di due edifici direzionali a MilanoSesto (le immagini dell’articolo si riferiscono a questo progetto – ndr) – per ACPV ARCHITECTS – ed è stato molto interessante occuparmi del coordinamento BIM in una commessa in cui sono stati chiamati a collaborare tantissimi consulenti e progettisti. È quindi stato necessario stabilire i setting di esportazione, le specifiche di modellazione e le diverse fasi di clash detection a seconda del cronoprogramma di progettazione. Abbiamo terminato la progettazione definitiva e ora ci stiamo occupando della progettazione interior di uno dei due edifici.

Come avviene la formazione e l’aggiornamento professionale all’interno del vostro studio?
Tutti i nostri progettisti sono anche esperti nella modellazione con Autodesk Revit, non a caso nel nostro studio non abbiamo BIM Specialist, ma poniamo una particolare attenzione sulla conoscenza del processo e sulla consapevolezza dello strumento BIM, organizzando corsi interni di approfondimento di alcune tematiche di modellazione. Portiamo poi avanti dei progetti di ricerca interni che ci consentono di indagare aspetti e tematiche legate al BIM, quali l’utilizzo e applicazione di nuovi software, nuovi plug in e strumenti tecnologici.

Quale potrebbe essere la parte del suo lavoro che più la interessa per i suoi sviluppi futuri?
Sicuramente trovo molto interessante indagare il tema del digital twin e il futuro del modello BIM e come sfruttare le informazioni che vengono inserite in fase di progettazione in un modello per la manutenzione e la fase di facility.

Come vede l’evoluzione del BIM in Italia?
Il mercato si sta sicuramente muovendo nella direzione del BIM e, devo dire che, da parte della committenza a livello privato c’è grande consapevolezza dei vantaggi di avere un flusso di lavoro in BIM; questo è probabilmente legato al fatto che i nostri clienti hanno spesso attività anche nel mercato estero dove il BIM è più maturo. Credo anche che in Italia sia stato importante che alcuni studi di progettazione più innovativi si siano fatti promotori di questa metodologia e l’abbiano fatta comprendere e apprezzare anche dai propri clienti. Per quanto riguarda invece la committenza pubblica, credo non sia ancora pronta a recepire realmente il BIM: appareun po’ più indietro rispetto all’innovazione tecnologica e alla digitalizzazione. Tuttavia, anche grazie ai progetti legati ai finanziamenti del PNRR, le committenze dovranno assolutamente adeguarsi a questo nuovo standard operativo. Credo che anche alcune imprese di costruzioni, quelle più piccole e meno strutturate abbiano bisogno ancora di tempo per portare avanti un vero processo di integrazione del BIM, ma possano sfruttare l’occasione per investire in questo ed ottenere un vantaggio notevole sui loro competitor anche più grandi.

 

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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