Un progetto organico e sostenibile per Palazzo di Varignana

L’esempio di progettazione oggetti di questo articolo più che alla sostenibilità energetica è incentrato sull’impatto positivo sull’ambiente. Infatti, ogni costruzione dovrebbe inserirsi armonicamente nell’ambiente naturale e non come un corpo estraneo e questo non è facile quando sia parla di un parcheggio da 150 posti auto. L’opera andava realizzata nel suggestivo contesto di Palazzo di Varignana uno splendido resort sui colli bolognesi, un luogo piacevole circondato da un giardino inserito nel prestigioso network “Grandi Giardini italiani”.
L’obiettivo che i progettisti di Polistudio A.E.S. si erano proposti era quello di realizzare una struttura compatibile con l’ambiente naturale e con il contesto in cui si sarebbe inserita, per limitare al massimo l’impatto della costruzione sull’ambiente.
Si è trattata di una progettazione multidisciplinare che ha coinvolto più professionisti, con tecniche e strumenti innovativi.
L’aspetto più innovativo di questo progetto è stato quello di riuscire ad integrare tante tecnologie e discipline per raggiungere l’obiettivo finale di salvaguardare il contesto ambientale. Per far ciò sono state utilizzate strumentazioni che hanno permesso ai progettisti di simulare in dettaglio le azioni da introdurre, sia dal punto di vista strutturale (la realizzazione di pali e fondazioni, di stabilizzazione del pendio stesso), sia dal punto di vista ambientale. Il tutto per riuscire a restituire alla natura quello che toglievamo e a inglobare la struttura all’interno dell’assetto naturale del paesaggio, senza comprometterlo.

Il contesto
Dovevano essere realizzati 150 nuovi posti auto con il minimo impatto ambientale. Infatti, il magnifico contesto richiedeva che fosse salvaguardata l’immagine naturalistica del resort. Per la stessa committenza Polistudio ha realizzato altri progetti, tra cui un driving range ipogeo, una costruzione insolita, quasi invisibile, ma piena di fascino. Così, come quest’ultima, la realizzazione dei nuovi parcheggi doveva avvenire senza impattare visivamente sull’immagine paesaggistica dell’area. Ce ne parlano l’arch. Gianluca Corvina e l’ing. Claudia Conti di Polistudio A.E.S.
L’arch. Corvina sottolinea le criticità del progetto: “Era necessario realizzare un ‘parcheggio invisibile’, una struttura che si mimetizzasse nel contesto naturale. Era dunque fondamentale confrontarsi con il paesaggista Sandro Ricci, professionista specializzato che da tempo sviluppa e tutela l’aspetto ambientale di Palazzo di Varignana. Così è stato deciso di creare una continuità con la vegetazione preesistente e al di sopra di esso dovevano essere piantumate essenze autoctone”.
Sul tema della multidisciplinarità l’Arch. Corvina precisa: “Si è trattata di una vera e propria progettazione integrata. Le professionalità di Polistudio coinvolte nel progetto sono state tante, in particolar modo architettura, strutture, ma anche impianti elettrici e meccanici, prevenzione incendi e sicurezza. È stata un’occasione che ci ha permesso di guardare il progetto a 360°. Inoltre, ci siamo avvalsi della collaborazione con professionisti esterni, tra cui il geologo e il paesaggista. Anch’essa è stata proficua per riuscire nell’intento di mimetizzare l’opera stessa. La difficoltà principale è stata quella di lasciare ampio spazio all’esigenze paesaggistiche, in modo da lavorare liberamente con processi naturali e con spessori di terreno tali da permettere alla natura di svolgere il suo compito, senza creare surrogati artificiali”.

Il valore aggiunto del BIM
Il progetto è stato sviluppato con metodologia BIM. Su questo aspetto l’arch. Gianluca Corvina dichiara: “Il BIM è uno strumento essenziale per la progettazione integrata. Grazie ad esso, alla simulazione tridimensionale, integrata da dati dettagliati e scientifici su tutti i settori (strutture, geologia, architettura, impianti) siamo riusciti a simulare l’intervento finito, in un contesto geografico particolare e di valutarne l’impatto ambientale già dalla fase del concept”.
Per la progettazione strutturale, in particolare, il BIM si è rivelato estremamente vantaggioso. Ce ne parla l’ing. Claudia Conti: “A causa delle caratteristiche fisico-planimetrico-geologiche dell’area, bisognava fin da subito superare alcune problematiche: innanzitutto, il parcheggio doveva essere realizzato su un pendio e le quote del progetto architettonico non consentivano di attestarsi, in alcune zone, su terreni dotati di idonee caratteristiche geotecniche; poi, le esigenze paesaggistiche richiedevano di lavorare con strati di terreno idonei a ripristinare la naturalità del paesaggio, e per questo è stata richiesta una relazione geologica molto approfondita che ci ha permesso di definire e comprendere complessivamente la zona di terreno su cui inserire l’opera e di cui si riporta una sintesi delle verticali indagate. Grazie alla progettazione BIM si è potuto calcolare, in maniera assolutamente precisa, come doveva essere la realizzazione finale. Ciò ci ha portati ad ottimizzare le strutture nel loro insieme e in particolare alla tipologia fondale adottata del tipo profondo con pali trivellati di grande diametro in c.c.a.”.
L’ing. Conti fornisce un approfondimento anche sul tema dei carichi: Il parcheggio doveva perfettamente inserirsi all’interno dell’ambiente naturale. La struttura doveva così supportare un carico almeno di 20,0 kN/m2, dovuto al pacchetto di finitura e allo strato di terreno, e di 5,0 kN/m2 di azioni variabili, dovendo considerare la possibilità di movimentazione superiore di mezzi pesanti. Carichi molto superiori di quelli richiesti ad un parcheggio interrato classico, che di norma ha la copertura adibita a parcheggio e senza riporto di terreno o con pacchetti minimi, e con un carico variabile non superiore a 2,5 kN/m2”.
Il carico è stato dunque amplificato rispetto ad un parcheggio classico, combinato alle luci molto ampie, dai 10,5 ai 10,9 m e alle altezze nette interne strutturali di 3,15 m. Un tale progetto aveva bisogno di una struttura adeguata; perciò, è stata realizzata una struttura a pareti e soletta in c.c.a. sempre in opera con travi ricalate, in modo da minimizzare gli spessori della soletta superiore.
“In fase di progettazione si è scelto di dividere la struttura in due corpi giuntati fra loro, per avere, quanto più possibile, strutture iperstatiche caratterizzate da regolarità strutturale, per abbattere le azioni sismiche dovute agli effetti torsionali e per evitare le problematiche derivanti dalle dilatazioni termiche e dai fenomeni di ritiro di getto, limitando la lunghezza massima a circa 53 m per ogni corpo”, conclude l’ing. Conti.

La scelta dei materiali
Nella progettazione Polistudio ha cercato un equilibrio con l’ambiente e lo stile di Palazzo di Varignana. Per questo i progettisti hanno optato per materiali sostenibili. L’ossatura è in calcestruzzo, alla quale è stato aggiunto del calcestruzzo con un minimo di materiale riciclato (fissato al 5% in peso), attenendosi volontariamente ai Criteri Ambientali Minimi (CAM) per l’edilizia.
I materiali esterni presenti nei due ingressi sono in pietra ricostruita con ringhiere in acciaio. La soletta di copertura strutturale è stata collocata su lastre predalles, un tipico pannello prefabbricato per solai, costituito da tralicci in acciaio in una suola di calcestruzzo armato e vibrato, che permette di ridurre i tempi di esecuzione in cantiere e flessibilità compositiva.

 

Tutto il progetto
Parcheggio interrato per Palazzo di Varignana
Luogo: Castel San Pietro Terme (BO)
Progettazione definitiva, esecutiva e DL architettonica, strutturale, impiantistica, antincendio, direzione artistica, BIM: Polistudio A.E.S.

Team di progetto
Project management/Direzione lavori: Ing. Alberto Casalboni, Arch. Gianluca Corvina
Architettura: Arch. Marco Fabbri, Arch. Andrea Banci, Ing. Antonio Scarano
Strutture: Ing. Mauro Cevoli, Ing. Claudia Conti
Impianti elettrici e speciali: Ing. Alberto Frisoni, P.I. Pierluigi Ferri
Impianti meccanici: Ing. Matteo Guidi
Sicurezza: Ing. Andrea Amaducci
Prevenzioni incendi: Ing. Andrea Sabba
Geologia: Dott. Enzo Lucchi
Paesaggio e verde: P.Ag. Sandro Ricci

 

 

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Lavoro nel settore della comunicazione b2b da alcuni anni sia per testate giornalistiche che agenzie di comunicazione. Focus della mia attività è il confronto quotidiano con le nuove modalità di gestione ed elaborazione delle informazioni, le nuove tecnologie digitali, le trasformazioni in corso nelle professioni e nell’industria.


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