Vittorio Andrea Sellaro, Università degli Studi di Pavia: il cambiamento è prima di tutto culturale

All’Università di Pavia si sta per concludere il primo anno accademico del nuovo corso di Laurea in “Tecnologie Digitali per le Costruzioni, l’Ambiente e il Territorio(TeDCAT) digital-oriented e BIM-oriented. Tra i docenti c’è il Professor Vittorio Andrea Sellaro, docente del corso ‘Laboratorio BIM’.

Qual è stato il suo percorso professionale che l’ha portata al BIM?
Mi occupo di BIM da anni: mi sono laureato in Ingegneria Edile – Architettura all’Università di Pavia nel 2018 con una tesi sperimentale sviluppata interamente in logica BIM dal titolo “Urban Design in Hangzhou – Rigenerazione urbana del Gongchenqiao Subdistrict”, risultato di un lavoro nato in seguito alla partecipazione al prestigioso Workshop Internazionale ‘Design Studio in Hangzhou’ [2017, Hangzhou (Cina) – Pavia (Italia)]. Ho iniziato subito dopo la laurea a lavorare come docente, sia alle scuole superiori sia come assistente a vari corsi universitari. Non ho mai smesso di coltivare la formazione in campo BIM, la divulgazione, e nel 2023 ho avuto l’opportunità di diventare Professore Universitario a contratto.

Qual è il bilancio del primo anno accademico di TeDCAT e come ha strutturato il suo laboratorio BIM?
Sono molto contento e orgoglioso che all’interno del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, che tra l’altro è uno dei dipartimenti d’eccellenza del nostro Ateneo, sia nato questo corso di laurea su iniziativa del Prof. Andrea Penna, Presidente del Consiglio Didattico in Ingegneria Civile e Ambientale e del Prof. Vittorio Casella, Referente del Corso di Laurea TeDCAT. Ho strutturato il mio corso “Laboratorio BIM”, che si è svolto nel secondo semestre dell’anno accademico, cercando di far capire bene agli studenti cosa fosse la metodologia BIM. Quindi, ho cercato di centrare il lavoro non solo sull’utilizzo del software ma anche sul metodo, sulla cultura: “Il BIM non è un software” è la frase che ripeto più spesso durante le mie lezioni, è un paradigma che non è scontato capire. Il programma didattico, che per necessità è stato piuttosto compatto – con la speranza di poter aumentare le ore dall’anno prossimo – ha previsto una parte teorica e una pratica, durante la quale insieme agli studenti abbiamo sviluppato un progetto di una torre multipiano, facendo modellazione architettonica in Revit senza però tralasciare i principi di metodologia, per esempio partendo dalla nomenclatura degli elementi e suddividendo il lavoro in WBS, e così via.

Uno dei progetti più significativi che ha curato in prima persona è il ciclo di eventi BIM (K)now! Di cosa si tratta e che riscontro hanno avuto?
BIM (K)now! è stato un ciclo di sei incontri con esperti e professionisti del panorama BIM. Le conferenze erano parte integrante del corso “Laboratorio BIM” che per l’occasione ha aperto le porte a tutti, in particolare a studenti di altri corsi, docenti, ingegneri, geometri, architetti e professionisti di area. L’iniziativa ha avuto molto successo: l’obiettivo era quello di dare la possibilità agli studenti di ascoltare coloro che lavorano sul campo, che fanno pratica quotidiana con la metodologia e gli strumenti BIM anche in progetti complessi, e per questo motivo ho invitato a fare da relatore agli eventi professionisti dalla lunga esperienza, molto preparati, rappresentanti di studi internazionali e molto prestigiosi… gli studenti hanno avuto la possibilità di confrontarsi con loro, conoscere il loro percorso e capire quanto sia importante formarsi in campo BIM. Il riscontro è stato molto positivo: abbiamo riempito aule da 150 posti (gli alunni del corso erano 41) e agli iniziali quattro incontri ne abbiamo aggiunti altri due, arrivando a un totale di sei.
Il format BIM (K)now nasce nel 2020 con i professionisti di Design Data Users; durante la pandemia abbiamo organizzato un ciclo di conferenze sul BIM, anche in quell’occasione con un ottimo riscontro. Ho voluto quindi riutilizzare il nome dell’iniziativa, aggiungendo un punto esclamativo (BIM (K)now!) anche per dare continuità e senso a quello che era stato fatto anni prima, perché in fondo l’obiettivo rimane lo stesso, ed è quello di provare a diffondere la cultura BIM il più possibile. “Collaborazione” è stata la parola maggiormente digitata dal pubblico al termine del primo incontro: questo feedback ha confermato che la strada intrapresa fosse quella giusta.

Qual è secondo lei lo stato di diffusione del BIM in Italia nell’ambito della formazione e della divulgazione? Quali sono le prospettive future?
Credo che la strada sia tracciata, ma non siamo sicuramente a un punto di arrivo nell’ambito della didattica, della formazione, della divulgazione. Ritengo importante arrivare a un livello successivo senza retorica, ma con molta concretezza. Del resto oggi, e in futuro, il processo BIM sarà la base di molti progetti, chi oggi studia Ingegneria e Architettura, così come i futuri Geometri e Geometri Laureati, dovrà mettere in conto di averci a che fare. Ciò non vuol dire che tutti dovranno saper utilizzare perfettamente il software (che comunque è un aspetto molto importante), ma sicuramente conoscere la metodologia per poter parlare “la stessa lingua”. C’è la necessità di fare rete ed è importante che chi ha le competenze le condivida con le persone che ha a fianco. C’è bisogno di collaborazione e sensibilizzazione dei professionisti, e questo deve partire proprio dalle Università e dalle scuole.
Non è ammissibile che ci sia reticenza verso il cambiamento in atto il quale deve essere assecondato e accolto, non rallentato. Il cambiamento è prima di tutto culturale: condivisione delle competenze, specializzazione e aggiornamento sono le strade da percorrere per una crescita necessaria; il Laboratorio BIM e il ciclo di conferenze con gli esperti del 2023 hanno avuto anche questa finalità. La strada da percorrere è ancora lunga ma è stato fatto sicuramente un passo importante nella diffusione della cultura del BIM.

 

 

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, lavora da molti anni nell’editoria B2B per la stampa tecnica e specializzata. Ha scritto a lungo di tecnologia, business e innovazione. Oggi orienta la sua professione nel campo delle tecnologie applicate alla progettazione architettonica e all’imprenditoria delle costruzioni.


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