Andrea Nicosia Vinci, Maffeis Engineering: unire la conoscenza dei software alla pratica di progettazione

Nel mondo del BIM conoscere l’utilizzo dei principali software di modellazione tridimensionale non è sufficiente per essere in grado di gestire un progetto in maniera integrata per questo motivo risulta sempre più importante non solo avere dimestichezza con la tecnologia, ma imparare sul campo per conoscere e approfondire le possibili problematiche di un progetto, come ci ha raccontato l’Ing. Andrea Nicosia Vinci di Maffeis Engineering.

Quando ha scoperto il BIM?
Mi sono appassionato alla tematica all’università quando durante l’esame di “Progettazione Integrale” ci siamo resi conto che eravamo molto in ritardo sulla consegna e allora abbiamo deciso di approcciare i software di progettazione tridimensionale e abbiamo investito su un corso online di Revit. Abbiamo ottenuto grazie a questo nuovo approccio grandissimi vantaggi il più grande di tutti è la progettazione in 3 dimensioni. Comprendere le condizioni geometriche spaziali in maniera immediata anticipa innumerevoli sviste o problematiche che un progettista inesperto può trovare leggendo o producendo un disegno 2D.
Anche dopo l’università ho continuato ad approfondire la mia conoscenza di questo software di authoring specializzandomi e ottenendo la Certificazione Autodesk Professional. Durante il mio programma Erasmus ho avuto l’occasione di crearmi alcune basi di programmazione e Computational Design, la creazione di script e programmi. Grazie a questa mia esperienza accumulata sull’utilizzo dei software sono stato chiamato in Maffeis Engeeniring dove lavoro da oltre 4 anni e mezzo e dove sto crescendo molto. Adesso mi occupo di progettazione specialistica di strutture in acciaio e facciate, oltre alla gestione del BIM in concerto con altri colleghi più esperti nelle diverse aree progettuali proprie dell’azienda. In Maffeis però tendiamo a cercare l’orizzontalità dei ruoli e la mia figura professionale può quindi essere definita come quella figura di riferimento per l’utilizzo di Revit e del Computational Design. Credo che sia molto importante oggi avere una solida base di conoscenza sull’utilizzo dei software per poter mantenere il focus quotidiano esclusivamente sul progetto, piuttosto che sulla propria efficienza al PC. Inoltre, padroneggiare gli strumenti di modellazione parametrica consente di rispondere prontamente alle modifiche progettuali, che sono la normalità.

Come definirebbe la struttura organizzativa BIM che Maffeis ha realizzato?
Quando sono entrato in Maffeis esisteva già un reparto BIM con ruoli più o meno definiti, ma col passare del tempo la filosofia aziendale si è sviluppata verso una fluidità ed una orizzontalità delle “gerarchie”, allontanandosi dai ruoli tradizionali. Questo favorisce un sentimento collaborativo di squadra. Sono esperienza e performance a fare il ruolo, non certo la firma in calce ad una mail. Abbiamo quindi cercato di condividere il modello con tutte le professionalità coinvolte in una commessa perché ognuno di noi deve essere aggiornato e partecipare alla progettazione parametrica. Ci siamo quindi piano piano evoluti e la nostra struttura ora si compone di tre o quattro persone di riferimento su ogni singolo software che sono in grado per ogni progetto assegnato di essere di supporto nel caso di necessità. Anche per quanto riguarda la formazione non organizziamo lezioni frontali ma le figure più senior affiancano i junior direttamente nella progettazione in modo tale che possano diventare sempre più indipendenti. Ogni tanto realizziamo anche dei video o degli articoli su tematiche specifiche e questo ci serve per avere un database aziendale sempre aggiornato che possa creare una conoscenza diffusa. La divisione classica nei ruoli è oggi comunque ancora richiesta quando si partecipa a gare d’appalto o si fa un’offerta per i nostri clienti.

Quando cercate nuovi collaboratori richiedete una certificazione?
Quando facciamo la selezione di personale se cerchiamo figure senior preferiamo scegliere professionisti con competenze determinate dall’esperienza e lavoro sul campo, se invece siamo alla ricerca di giovani da formare allora allora le certificazioni possono essere un’indicazione di una specializzazione o di un interesse, ma tipicamente non hanno alcun impatto nella selezione del personale. Sono le persone e la loro voglia di crescere a contare più delle certificazioni, che francamente molti studenti semplicemente non possono permettersi, qualsiasi cosa che comporta un costo per l’individuo non può considerarsi indice oggettivo.

Quale è il suo punto di vista sull’interoperabilità oggi e quanto è importante la collaborazione delle professionalità?
Questi sono due elementi fondanti del BIM. Noi siamo spesso l’anello di congiunzione tra tante fasi di un progetto e andiamo quindi spesso ad interfacciarsi con impiantisti, architetti, costruttori e se dall’altra parte troviamo software integrabili allora tutto funziona perfettamente, se dobbiamo invece utilizzare i file di interscambio IFC purtroppo è possibile ci sia un deterioramento nell’utilizzabilità dei dati. Noi crediamo molto nell’Open BIM ma ad oggi è molto difficoltoso, le grandi software house devono lavorare ancora molto su questo tema. Per quanto riguarda, invece, la collaborazione è fondamentale per ottenere progetti qualitativamente migliori che rispettino budget e tempi di esecuzione.

Quale progetto che ha seguito è per lei particolarmente rilevante per il suo approccio al BIM?
Segnalerei il progetto per la “Dubai Uptown Tower” (progetto a cui si riferiscono le immagini dell’articolo – ndr), costruita da SIX Construct. Si tratta di una torre di 81 piani alta 340 metri, progettata da Adrian Smith + Gordon Gill Architecture, e che mira ad ottenere la certificazione LEED Gold. In tutto il progetto, i diversi team coinvolti hanno integrato soluzioni digitali all’avanguardia nei loro metodi e processi di lavoro. In questa commessa il nostro compito era la modellazione BIM della facciata. Io ho modellato e gestito ilworkflow completo, dalla massa volumetrica al modello BIM con LOD 350. È stato un processo molto interessante, dove già nel 2019 abbiamo legato Rhino e Revit attraverso vari fogli Excel e anche visual programming. Il cliente, in questo caso il costruttore BESIX, ci ha richiesto una grande mole di informazioni nei componenti modellati. La maggiore difficoltà di questo progetto è stata la modellazione delle facciate ed è stato per noi importantissimo poter disporre di un progetto tridimensionale in BIM navigabile e che contenesse tutte le informazioni riguardanti le diverse componenti dell’edificio.

 

 

 

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Giornalista della redazione di BIMportale, professionista della comunicazione e del marketing per il settore AEC – Architetture Engineering & Construction. Ha lavorato per molti anni nell’editoria B2B dirigendo una delle principali testate specializzate per l’industria delle costruzioni, per la quale è stato autore di numerosi articoli, inchieste e speciali. Durante questa lunga esperienza editoriale ha avuto modo di vivere e monitorare direttamente l’evoluzione del settore e la sua continua trasformazione, lavorando a stretto contatto con i principali protagonisti del mercato: imprese edili, progettisti, committenti, produttori. Su tali premesse nel 2007 ha fondato l’agenzia di comunicazione e marketing Sillabario, che si occupa delle attività di comunicazione e ufficio stampa di importanti marchi industriali del settore delle costruzioni.


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