Archest: il BIM per gestire al meglio la complessità

L’approccio multidisciplinare e la continua spinta a sperimentare e a innovare caratterizzano Archest, società di architettura e ingegneria con sede principale a Palmanova (Udine) e attiva in Italia e all’estero. Oggi tutte le commesse di Archest sono seguite in BIM, ciò nonostante l’azienda non si considera “arrivata” ma punta a evolvere continuamente in questo campo, come spiega Lorenzo Paroni, Senior Architect e BIM Manager di Archest.

Può tracciare un breve profilo di Archest?
Archest, la cui sede principale è situate a Palmanova (Udine), è una società di architettura ed ingegneria dall’approccio multidisciplinare. Fondata nel 2006 dalla fusione degli studi Artech e Terratest, società già attive da molti anni nel campo della progettazione, Archest si confronta con un ampio spettro di progetti in Italia e all’estero, spaziando dalla progettazione di edifici residenziali al retail, dallo sviluppo di spazi pubblici e culturali a interventi di recupero e di rigenerazione urbana, sino a strutture anche molto grandi e complesse, come fabbriche e acciaierie. La società è riconosciuta a livello internazionale per la qualità dei propri progetti, l’attenzione al dettaglio e l’innovazione, garantita inoltre dal costante investimento nel campo della tecnologia, incluso il BIM.

In fatto di informatizzazione e digitalizzazione dei processi, come si è evoluta la vostra attività negli ultimi anni?
Archest è sempre stata all’avanguardia nell’utilizzo degli strumenti informatici: più di 10 anni fa si utilizzavano già in azienda software per la modellazione parametrica, soprattutto per la modellazione geometrica degli elementi, anche se non c’era ancora traccia di contenuti informativi negli elementi.
Negli anni, per gestire al meglio le grosse commesse, si sono affinate le capacità di dettagliare il modello e di utilizzarlo per il coordinamento delle varie attività, oltre che per controllare in tempo reale la presenza di eventuali interferenze. Utilizzavamo il modello, producevamo tavole bidimensionali, ma non utilizzavamo tutte le informazioni in modo efficiente, forse gli strumenti non erano ancora abbastanza maturi.

Come e quando nasce la vostra attenzione nei confronti del BIM?
Circa otto anni fa ci siamo resi conto che a livello internazionale si iniziavano a implementare le informazioni all’interno degli oggetti di un modello, che poi venivano utilizzate per la computazione automatica. Archest ha quindi iniziato a sperimentare, creando un gruppo di lavoro che, su commesse selezionate, sperimentasse nuovi strumenti per decidere quali fossero i più opportuni da implementare. Abbiamo iniziato a usare Allplan, il software di authoring che già avevamo, in modo più efficiente; abbiamo adottato anche Revit e sperimentato vari strumenti. Tuttora li stiamo sperimentando: siamo in piena fase evolutiva, anzi, possiamo dire che oggi stiamo sperimentando molto più di allora.
Non siamo ancora arrivati al punto di ritenere che la nostra struttura BIM sia completa perché, sia a livello informativo sia a livello di software, i prodotti evolvono velocemente e c’è una crescita esponenziale delle attività legate allo sviluppo di nuove norme e nuovi standard. Non si è mai “arrivati”, non si può dire di avere una struttura “ideale”. Cerchiamo di stare al passo coi tempi, utilizzando tutti gli strumenti necessari e rimanendo sempre pronti a evolvere continuamente.

Quali vantaggi riscontrate quotidianamente nella progettazione in BIM?
Il BIM ci permette di seguire grandi opere e progetti di elevata complessità, come quelli che ci capita di affrontare. Ad esempio, seguiamo la progettazione di edifici particolari in cui il coordinamento delle varie discipline non è banale, le forme non sono semplici da gestire e spesso ci sono complessità legate a destinazioni d’uso particolari con attrezzature e impianti specifici.
Il BIM ci consente anche di computare in automatico. Abbiamo adottato il software TeamSystem CPM BIM per gestire gli aspetti 4D e 5D di ogni commessa e integrare il modello 3D con le informazioni di strumenti, attrezzature, risorse umane e altre attività necessarie alla realizzazione concreta dell’opera.
Lavorare con standard IFC ci dà la possibilità di computare modelli nostri interni, ma anche di verificare computi che ci arrivano dall’esterno in occasione delle gare d’appalto, oppure a supporto delle imprese di costruzione. Una delle nostre attività, infatti, è l’assistenza all’impresa, lo studio della cantierizzazione, la programmazione delle varie fasi di lavoro, svisceriamo le problematiche legate alla logistica di cantiere e affrontiamo tutte le complessità che devono essere risolte da un team di professionisti a supporto delle imprese.

Possiamo citare qualche vostro progetto realizzato in BIM?
Oggi tutti i nostri progetti sono in BIM, per ogni commessa interna allo studio viene sempre realizzato il modello BIM. Fanno eccezione solo i progetti delle infrastrutture, per i quali siamo ancora legati alla progettazione tradizionale, o le commesse di piccolissima entità.
A livello locale, abbiamo recentemente terminato i progetti per due centri termali a Grado e Arta Terme e vinto gare importanti per progetti a Milano e Bologna.
Lavoriamo anche all’estero, abbiamo una sede in Russia in cui seguiamo soprattutto lavori di supporto alle imprese. Abbiamo dato supporto alle imprese per il progetto Doha Red Line e per altre grosse commesse.

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Lavoro nel settore della comunicazione b2b da alcuni anni sia per testate giornalistiche che agenzie di comunicazione. Focus della mia attività è il confronto quotidiano con le nuove modalità di gestione ed elaborazione delle informazioni, le nuove tecnologie digitali, le trasformazioni in corso nelle professioni e nell’industria.


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