Andrea Triverio: la creatività del BIM

Andrea Triverio è BIM Manager di 2Dto6D, formazione da ingegnere e con un passato da artista, ci racconta come anche la creatività sia necessaria al suo lavoro.

Quale è stato il suo percorso professionale fino a diventare BIM Manager?
Sebbene abbia studiato ingegneria, il mio percorso professionale ha avuto una lunga e importante parentesi in ambito artistico. Lavorando come pittore e scultore in giro per l’Italia e all’estero ho sviluppato gran parte delle mie commesse scultoree attraverso la modellazione di rendering, con l’uso di 3DS Max e Rhyno.
La mia svolta professionale nel BIM è avvenuta con il “MasterKeen BIM Specialist” a Lecco, dove ho avuto la fortuna di trovare un mentore eccezionale, Neri Lorenzetto Bologna, che è stato ed è tutt’ora, un punto di riferimento unico e geniale, da tutti riconosciuto come una delle figure più performanti nel mondo BIM. Essere stato scelto da lui prima come BIM Coordinator e poi come BIM Manager di 2Dto6D è stato per me un onore e una responsabilità enorme. A oggi ho seguito e partecipato a una trentina di progetti BIM nel panorama nazionale e internazionale, confrontandomi con i più importanti studi di ingegneria e architettura d’Italia. Continuano a chiamarmi manager, ma mi sento ancora un creativo perché la nascita di un workflow ha una base di creatività, a mio avviso, fondamentale. Siamo dei problem solver, operiamo ogni giorno per trovare il modo di rendere efficiente un flusso di lavoro, riducendo i tempi e creando un modello che sia informativo a 360 gradi.

Quali sono le caratteristiche principali della sua figura professionale?
Quando penso al ruolo che ricopro mi viene in mente il principio dei vasi comunicanti, secondo cui due recipienti tra loro comunicanti, indipendentemente dalla loro forma, vengono riempiti allo stesso livello. Ecco, un buon BIM Manager vive alla costante ricerca di equilibrio tra professionalità differenti, e la sua bravura sta nel far crescere ognuno secondo le sue peculiarità ma tutti allo stesso livello. Se dovessi sintetizzare le caratteristiche di un BIM Manager direi che è poliedrico, perché siamo chiamati a trovare il corretto flusso di lavoro e rendere efficiente ed efficace un processo; collaborativo, perché dobbiamo essere propositivi di fronte alle criticità costanti di un flusso frenetico come quello tipico degli studi di progettazione; comunicativo, perché dobbiamo essere in grado di capire quale sia la chiave di lettura con cui comunicare con le persone che lavorano con noi; risoluto, perché non dobbiamo mai perdere di vista l’obiettivo. Si teorizza molto il BIM come processo e ci si concentra poco sull’obiettivo, che è la consegna del progetto. Infine è indispensabile avere un animo curioso e un approccio propositivo. Essere in continua ricerca, informarsi e aggiornarsi è il primo passo per trovare le risposte ai problemi che siamo chiamati a risolvere.

Come opera quotidianamente, con quali strumenti e con quali obiettivi?
Siamo una società di “accelerazione”, il cui obiettivo è quello di accompagnare e ottimizzare la progettazione in modo efficiente e funzionale. Non ci sostituiamo al progettista, ma garantiamo un processo efficiente con il massimo impegno e professionalità.
Una parte del mio tempo lo dedico alla gestione della parte documentale e alla creazione dei flussi di lavoro. Nello specifico, quando non faccio formazione o affidamento sui progetti, aiuto gli studi che seguo a ottimizzare risorse ed energie per arrivare ad un progetto finito di qualità e conforme al flusso BIM.
Come BIM Manager è fondamentale verificare che ogni studio segua il flusso scelto, individui i problemi per trovare soluzioni rapide ed efficaci. Per far sì che questo sia possibile, mi dedico ogni giorno a mantenere fluida la rete di comunicazione tra gli stakeholder. I software sono uno strumento indispensabile ma non completo se non si ha la giusta chiave di lettura. La conoscenza delle norme, la crescita del flusso di lavoro è direttamente proporzionale alla capacità di dare a tutti i giusti strumenti per lavorare in modo ottimale.

In che modo viene utilizzata la metodologia BIM all’interno della vostra azienda?
Non essendo uno studio di progettazione ma facendo sia consulenza che management con gli studi e sui progetti, il nostro flusso è BIM 360 gradi.
Il primo strumento per parlare di BIM è l’uso dei software. Da Revit a Dynamo, da Naviworks a Recap, il nostro team ha una conoscenza accurata della gran parte dei software BIM oriented. Bisogna però specificare che il Building Information Modeling è un vero e proprio flusso di lavoro, per cui non basta conoscere i software ma bisogna saperli utilizzare in modo efficace. Se dovessi parlare di metodologia BIM corretta dovrei porre di più l’attenzione sul concetto di processo collaborativo, in cui ogni studio ha un suo ruolo di progettista/ modellatore e tiene conto del flusso di lavoro di tutti i professionisti in gioco e sull’uso della parte documentale. Si dà ancora troppo poco peso agli strumenti documentativi che la norma UNI 11337 e le norme internazionali suggeriscono, poiché fissano una base di lavoro comune e mettono in evidenza la crescita del flusso, che deve essere necessariamente ripercorribile e da tutti condiviso; sull’importanza di un modello informativo leggero e gestibile da tutti; sul concetto di “level of development”, e cioè sulla necessità di far crescere le informazioni degli elementi del progetto in modo funzionale alla crescita della progettazione dalla fase preliminare a quella esecutiva.
Ogni giorno cerco di rispondere a questi punti calandoli, in modo puntuale, su ogni progetto. Affinché questo sia possibile, come studio, abbiamo fatto nostro il concetto di “Liquid team”. È un modo diverso di costruire i gruppi di lavoro, non rigido e individualista ma fluido, elastico e incomprimibile, capace di adattarsi a ogni situazione con rapidità ed efficacia. Il vero concetto di team nasce dalla perfetta intercambiabilità, in cui il connubio tra professionalità e cooperazione rende più consapevole il singolo e più efficiente il gruppo.

Quali sono secondo lei le prospettive future del BIM in Italia?
Si sta assistendo a una trasformazione sostanziale dei flussi di lavoro, ed è importante far crescere l’uso consapevole dei software e la loro intercomunicabilità. Siamo in una fase esplosiva in cui il BIM sta avendo una crescita esponenziale e andrà via via a diventare d’uso comune. Serve ancora del tempo per rendere il flusso efficace e ottimizzarlo soprattutto rispetto alla progettazione nazionale.
Se dovessi pensare a una direzione del BIM oggi direi Facility Management e sviluppo del 4D, 5D 6D e 7D. Bisogna ridurre il più possibile il gap tra teoria e pratica investendo su professionisti consapevoli, capaci non solo di usare i software, ma di cercare nuovi percorsi per rendere più efficiente la progettazione, creazione e gestione delle opere.
Siamo una nazione che si è sempre distinta per la sua creatività anche in ambiti come quello della progettazione, e credo che l’Italia possa nei prossimi anni fare da traino per la crescita di un BIM di level 2 più consapevole.

 

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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