Comune di Cologno Monzese: il BIM necessita di una classe dirigente formata e consapevole

Nonostante non rientri ancora negli obblighi di legge il Comune di Cologno Monzese (MI) ha avviato un progetto pilota in BIM per la ristrutturazione di Villa Citterio come ci racconta il Sindaco Angelo Rocchi. 

Nel 2019 è entrato in vigore il Decreto 560/2017 (denominato BIM o Baratono), che introduce l’obbligatorietà, con gradualità temporale per importi, della modellazione digitale nei bandi di lavori pubblici. Come vi state organizzando per ottemperare a questo disposto di legge?
Mi mette un po’ a disagio constatare come ancora oggi, nonostante l’entrata in vigore nel 2017 del decreto 560, numerose e importanti amministrazioni aggiudicatrici di contratti pubblici di appalto ma anche di partenariato pubblico/privato, ignorino e disattendano i capisaldi del DM 560/17. A mio avviso l’applicazione di quel sistema rende necessario formare una intera classe dirigente all’interno degli enti pubblici che realizzano opere pubbliche, a prescindere dagli obblighi legislativi. Siamo evidentemente in vista di un approccio completamente nuovo dal punto di vista metodologico come da quello strumentale. Credo che nonostante gli sforzi di formazione continua, oggi la mia amministrazione non sia ancora matura per concretizzare l’applicazione del nuovo modello. A costo di ripetermi, condizione essenziale mi sembra quindi una riorganizzazione della gestione dei lavori pubblici che non può prescindere da una approfondita formazione dei funzionari già in ruolo, e dalla eventuale selezione di nuove figure neo diplomate o neo laureate che possano già garantire un know how adeguato alla novità.

State già portando avanti alcuni progetti realizzati applicando la metodologia BIM come la ristrutturazione e conversione di Villa Citterio qual è la principale ragione di questa scelta?
La necessità di avviare un progetto con metodologia BIM, nasce principalmente dall’esigenza di iniziare a conoscere i comportamenti operativi, valutare le modifiche progettuali iniziando ad interiorizzare, sia a livello organizzativo che procedimentale, una nuova cultura digitale.

In tema di BIM, una delle questioni da affrontare in breve tempo sarà la riorganizzazione a livello sia professionale (selezione e formazione risorse umane), sia tecnologico (investimenti in ammodernamento reti e hardware/software): come vi attiverete, o come vi state attivando, in queste due direzioni?
Ho già parzialmente espresso questi pensieri che vale comunque la pena di ribadire: serve formazione specifica e dedicata ad operatori comunali a cui si dovrà garantire alta formazione e strumenti aggiornati sia hardware che software. per quanto riguarda la formazione, ogni anno nell’ambito del piano triennale operativo che approva la giunta, dovremo garantire adeguate risorse economiche da dedicare specificatamente a tali finalita’. contemporaneamente, con lo sblocco del turn over punteremo su percorsi di formazione e lavoro che possano attirare giovani geometri, architetti e ingegneri.

Quali sono le maggiori difficoltà, o criticità, che dovete affrontare in questo percorso?
E’ necessario che stazioni appaltanti ed amministrazioni definiscano modelli e requisiti informativi condivisi mediante i capitolati informativi e la condivisione dei dati. Non basta certo ricorrere ad una piattaforma che veicoli in termini passivi i dati e i documenti digitalizzati per potere dire che il procedimento è digitale. Senza criteri comuni ognuno finirà per gestire le fasi e i processi in base alle proprie sensibilità senza un linguaggio comune.

Quali sono i principali vantaggi che il BIM può apportare alla programmazione e realizzazione di opere pubbliche?
Credo fermamente che sia la programmazione sia la realizzazione delle opere pubbliche possano diventare un procedimento più veloce, chiaro e trasparente. inoltre bisogna considerare i vantaggi legati alla programmazione degli interventi di manutenzione ordinaria delle opere progettate secondo metodologie “BIM” che porteranno pertanto risparmi futuri alle amministrazioni che potranno avere opere pubbliche che durano nel tempo senza grosse criticità.

 Il BIM può rappresentare un elemento di una maggiore trasparenza negli appalti pubblici?
L’art. 29 del codice richiama a “principi in materia di trasparenza”. Il BIM nasce con l’obiettivo di garantire il controllo degli appalti pubblici mediante piattaforme interoperabili, formati aperti, ambienti di lavoro condivisi eccetera. Il mio auspicio principale è che la nuova metodologia non si traduca solo in obblighi formali, ma che la trasparenza diventi l’elemento strategico per progettare opere pubbliche utili, belle e soprattutto durature nel tempo.

(render progetto gentile concessione Oggioni e Associati)

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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