eFM: Innovare il mercato del real estate con il BIM

eFM nasce nel 2000 con l’obiettivo della trasformazione digitale del Real Estate, in tutto il ciclo di vita dell’immobile: dalla pianificazione, alla progettazione, alla gestione, alla dismissione.

Quotidianamente ingegneri, architetti, data scientist, economisti, psicologi e antropologi lavorano fianco a fianco sulle 3 P (people, place, platform) per realizzare e gestire engaging places, luoghi “sensibili” capaci di ascoltare e adattarsi alle esigenze materiali e relazionali di chi li abita.

“eFM crea luoghi ingaggianti. Ossia progettare luoghi in cui le persone possano dare il meglio di sé non solo nella logica della performance, ma come conseguenza naturale di uno stato di benessere e soddisfazione. – afferma Daniele Di Fausto, CEO di eFM – “Il luogo di lavoro ha un’influenza fondamentale sul nostro stato d’animo e sul percorso di crescita continuo che facciamo, per questo deve essere pensato e progettato considerando certamente gli aspetti funzionali, ma soprattutto le relazioni che in esso si stabiliranno. Relazioni tra persone e spazi e tra persone e persone, con tutto ciò che ne consegue: emozioni, stati d’animo, momenti diversi di gestione della giornata”.

We sustain engaging places for a better life” è la sua mission perché sostenere significa esplorare ed accompagnare l’esperienza dell’abitare lungo tutto il ciclo di vita dell’immobile, favorendo l’interazione fra spazio, tempo e attività della persona per migliorare in ogni ambito la sua esistenza.

In questa direzione eFM ha quindi intrapreso la strada della digitalizzazione degli immobili per disegnare, gestire e monitorare i servizi, garantire la loro qualità attraverso l’integrazione, in un’unica piattaforma, di tutti i diversi attori del mercato (owner, provider, user, designer, developer), ed il BIM in questo disegno rappresenta uno degli elementi cardini.

“Questa metodologia” – racconta Elsa Pellegrini BIM Specialist di eFM – “è orientata all’implementazione di modelli configurati per la gestione e la manutenzione sin dalla fase di progettazione dell’opera, secondo un approccio che ci piace definire Start with the end in mind. L’attuazione è possibile solo attraverso l’integrazione tra il modello BIM e un Information Management System, ossia un sistema informativo che permetta di strutturare e gestire le informazioni contenute nel modello digitale e che ne garantisca, un aggiornamento automatico real-time, riflettendo quanto avviene nell’edificio “reale”.

Questa idea è alla base della creazione del Digital Twin, il gemello digitale dell’edificio reale che permette una governance capillare delle attività di uso e manutenzione. Mantenere modelli BIM aggiornati nel tempo, oltre a non disperdere il valore creato, e remunerato, in fase di progettazione e costruzione, abilita la possibilità di sfruttare i big data per gestire le performance degli immobili in tutto il loro ciclo di vita.

Una parte fondamentale all’interno di questo processo è la definizione dei LOI, ovvero dei livelli di dettaglio informativo necessari per la gestione del patrimonio mediante l’implementazione del BIM. Questo per ottenere un modello pronto per essere utilizzato nelle diverse che interessano la gestione del patrimonio.

eFM lavora in un unico ambiente di condivisione dati (ACDAT), che garantisca la conoscenza accurata e completa in tempo reale del patrimonio immobiliare facilitando l’operatività quotidiana ed elevando i livelli di performance dell’azienda.

“Crediamo nelle forti potenzialità del BIM” – spiega l’Ing. Pellegrini – “nell’ambito della gestione immobiliare, perciò ci spingiamo affinchè queste vengano sfruttate. Al momento il BIM viene implementato per lo più in fase di sviluppo dell’opera, venendo quindi inteso come uno strumento finalizzato alla costruzione. Un modello BIM può essere impiegato in fase di gestione, ma per farlo è necessario riformulare le linee guida e i criteri alla base della sua realizzazione. Solo così potrà essere realizzato un unico modello as-built, connesso ad una piattaforma che garantisca la gestione di documenti, dati, informazioni e attività, sin dalla fase di progettazione. Un modello BIM fornisce un supporto strategico per la governance e i servizi di manutenzione. Permette di redigere capitolati manutentivi più accurati ed affidabili e supporta nelle attività di identificazione e programmazione dei futuri interventi di manutenzione e gestione dei dati storici sulle manutenzioni precedenti. Riteniamo, infine, che la relazione automatizzata tra dati complessi permetta di ottimizzare i futuri sviluppi in questo ambito, come l’integrazione con la Blockchain o la redazione di Smart Contract, che porterebbero, a loro volta, numerosi benefici nel settore AEC”.

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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