Il BIM va a teatro

Tornerà a nuova vita il Teatro Lirico di Milano, da anni in condizioni di abbandono, grazie all’utilizzo combinato di tecnologie all’avanguardia come la modellazione Bim e il laser scanning. Un intervento, questo, seguito con particolare attenzione, dati i molti tentativi di riqualificazione degli ultimi vent’anni non andati a buon fine, ma che oggi prende vita grazie all’utilizzo delle risorse interne al Comune di Milano – il progetto è dell’arch. Pasquale Mariani Orlandi, della Direzione centrale tecnica del Settore cultura e beni comunali – e di contributi e collaborazioni preziose come quelle della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, della società di ingegneria Metropolitana Milanese, partner fisso del Comune, e responsabile delle indagini materiche sugli elementi strutturali, dei Prof. Massimo Guazzotti per l’acustica e Gianni Utica per la tecniche avanzate di analisi e gestione dei progetti sotto il coordinamento dell’Assessorato ai Lavori Pubblici. Tra le collaborazioni spicca anche il contributo tecnico – fornito in forma gratuita – di due aziende di riferimento come Autodesk, che ha fornito i servizi di progettazione Bim, contribuendo a definire un precedente importante per la pubblica amministrazione, e Leica Geosystem, che ha collaborato alla rilevazione in laser scanning della struttura. Un processo complesso e innovativo, indispensabile per verificare lo stato effettivo dell’edificio, anche in luoghi come camerini o vani di scarsa percorribilità, e che ha permesso di ricreare la struttura in forma virtuale utilizzando il sistema delle nuvole di punti. 5a
Una storia complessa e avventurosa, quella del Teatro Lirico: nato Teatro alla Cannobiana nel 1776 su progetto del Piermarini come sala all’italiana da 2.300 posti, e ristrutturato alla fine dell’Ottocento su iniziativa dell’editore Sonzogno con la riduzione a 2 mila posti e la creazione di un singolare ordito di cupola, nel Novecento il Lirico va incontro a diversi tentativi di ampliarne le funzionalità, fino al grave incendio degli anni Trenta, che ne compromette l’agibilità. Di lì in pochi anni viene ancora ristrutturato, sotto il progetto dell’arch. Cassi Ramelli: un intervento che introduce molte strutture di cemento armato e che appare ragionato ‘in chiave di demolizione’, come ha spiegato l’arch. Mariani responsabile dell’ultimo restauro, il quale ha potuto contare peraltro sui documenti privati forniti dal figlio di Cassi Ramelli. La storia recente è nota: nel 1999 il teatro viene chiuso, e tra una lunga serie di bandi e gare pubbliche dagli esiti incerti viene progressivamente dimenticato. 21629_572834Il bagaglio storico importante ha indirizzato verso un restauro conservativo, che andrà a eliminare quegli interventi che hanno alterato l’architettura e le forme originali, rispettando la storia dell’edificio, e ripristinando persino finiture, decorazioni e tendaggi originali. Il tutto, ovviamente, garantendo l’adeguamento impiantistico, igienico e di sicurezza necessario visto la normativa vigente e lo stato di disuso in cui versa il Teatro. Nel rispetto del restauro conservativo, ci saranno però novità significative: il golfo mistico verrà reso adeguabile in base alle necessità su tre livelli (buca, platea e ribalta), verrà installato un sistema di 20 macchine a trattamento d’aria in grado di razionalizzare i consumi – e quindi i costi di gestione – e soprattutto ricavato un luogo di ristorazione al secondo piano della struttura, ampio 400 mq e che guarderà sull’interno del teatro (ma anche all’esterno).

Giornalista professionista della redazione di BIMportale, specializzato nel settore delle costruzioni, si occupa dai primi anni ’90 di tecnologie applicate alla progettazione e al cantiere. Ha all’attivo numerose pubblicazioni e collaborazioni con le principali testate di settore relative a tecniche costruttive, progettazione 3D, organizzazione e gestione dei processi di cantiere.


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