Manens-Tifs: Implementare il BIM è stata una scelta naturale

Manens-Tifs ha sempre avuto come driver principale la soddisfazione dei propri clienti anche attraverso soluzioni e processi innovativi.L’implementazione della metodologia BIM è stata quindi una scelta naturale con lo scopo di fornire al cliente un prodotto con un valore intrinseco più elevato di un progetto tradizionale e con l’ulteriore scopo di migliorare e automatizzare i nostri processi interni di collaborazione e progettazione.
L’implementazione della metodologia BIM ha poi permesso di poter riscrivere le modalità di Project & Design Management. BIM e Manens-Tifs ne parliamo con il BIM Manager Gabriele Lantini.

Come vi siete strutturati per operare il cambiamento?
Per implementare tale metodologia, si è reso necessario prima aggiornare le nostre procedure di Project& Design Management, con l’obiettivo della digitalizzazione dei processi, che si materializzano in diagrammi di flusso, procedure e istruzioni operative.
Successivamente, nella prima fase di implementazione BIM, tramite una condivisione degli obiettivi prefissati dal Top Management societario,è stato utilizzato un approccio “Top-Down”, in modo da garantire il raggiungimento dei goals prefissati, e in seconda battuta un approccio “Bottom-Up”, in modo da rendere partecipe attivamente ogni collaboratore al
processo di implementazione di tale metodologia.
Tale schema di lavoro è stato progettato per unificare e inglobare i processi legati ai sistemi interni di gestione qualità secondo schema ISO 9001: questo è stato attuato e reso trasparente mediante un ulteriore sistema di certificazione aziendale che ha permesso di verificare la nostra corrispondenza alla specifica tecnica “GA BIM” elaborata da ICMQ, per attività legate alla progettazione e project management di opere di ingegneria inclusa la gestione di ambienti di condivisione dati (ACDat – CDE) e utilizzo dei modelli informativi per le attività legate alla gestione dei costi (5D).

Quali vantaggi riscontrate quotidianamente nella progettazione in BIM?
Quotidianamente riscontriamo come principale vantaggio quello di collaborare attivamente in maniera efficiente ed efficace all’interno di una commessa BIM, sia internamente al team di lavoro che esternamente con i nostri clienti: ciò è reso possibile tramite l’utilizzo di vari ambienti di condivisione dei dati (ACDat / CDE), in rispetto alle recenti normative di riferimento (UNI-EN-ISO 19650, DM560/2017, UNI 11337).

Quali sono state le maggiori difficoltà che avete affrontato?
In linea generale, le tecnologie emergenti provocano un impatto significativo sia al business che alla società stessa. Allo scopo di controllare tale impatto, è stata progettata una procedura di implementazione legata a processi, strumenti e persone: mentre i primi 2 fattori sono derivanti dalle tecnologie stesse e quindi in qualche modo gestibili, il fattore umano legato alle persone risulta la maggiore difficoltà che abbiamo avuto.
La naturale resistenza al cambiamento è stata mitigata ed è tutt’ora monitorata attraverso un processo di change management, tramite l’utilizzo dell’approccio “Bottom-Up” e una condivisione a tutti gli attori della nuova visione societaria.

Può raccontarci di alcuni progetti recenti che sono esemplari del vostro percorso nell’implementazione del BIM?
Tra le varie nostre commesse secondo metodologia BIM, è interessante citare il progetto impiantistico di un edificio di nuova costruzione progettato dall’Arch. Schiattarella di circa 100mila metri quadrati ad uso direzionale amministrativo, sede di un ministero, sito in Arabia Saudita a Ryad, dove Manens-Tifs ha un’importante sede operativa dal 2013.
Data la mole del progetto e le tempistiche ristrette si è reso necessaria la costituzione di vari team di lavoro, in particolare di un “Design Management Team”facente funzione di coordinatore dei flussi informativi verso i “Development Team”, posizionati in altre sedi operative societarie.
Tramite una metodologia di lavoro “Agile” basata sull’utilizzo della “Kanban Board” e l’utilizzo di un ambiente di condivisione dati (ACDat / CDE), è stato possibile mantenere coordinati e interconnessi i vari team di progetto, nonostante fossero fisicamente posizionati in diverse sedi di lavoro. L’ACDat ha permesso di risolvere il problema dell’unicità del dato e di automatizzare il workflow di verifica, controllo progettuale e risoluzione delle issue: fondamentale è stata l’identificazione di una figura dedicata alla gestione dell’ambiente di collaborazione, denominata secondo le vigenti norme CDE Manager.

Cosa ne pensa dello sviluppo del BIM in Italia?
Negli ultimi anni, grazie alla scrittura del DM560/2017 e successivamente della norma volontaria UNI 11337, c’è stata una spinta positiva nello sviluppo di tale metodologia, anche se il suo processo di adozione è comunque a mio parere in fase embrionale: mentre le società di progettazione, così come quelle di costruzione, si stanno muovendo adeguatamente alle richieste del mercato, quello che manca è un piano nazionale di implementazione e sensibilizzazione delle stazioni appaltanti, in modo da diffondere una cultura comune tra i diversi attori del processo edilizio.

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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