Sara Basile: il BIM per valorizzare gli edifici e il paesaggio

Sara Basile è BIM Manager di Hyper STP a Firenze ed è specializzata nel restauro architettonico HBIM e nella valorizzazione dell’architettura storica e del paesaggio, come racconta in questa intervista a BIMportale

Come si è avvicinata al BIM e qual è stato il suo percorso professionale che l’ha portata a diventare BIM Manager?
Faccio parte di quella di quella generazione in cui ancora, purtroppo, il BIM non era insegnato in Università. Però, durante il mio percorso accademico, ho iniziato a interessarmi al tema e, una volta laureata, ho seguito uno un primo corso. Quando nel 2016 ho iniziato a lavorare in Hyper STP, realtà in cui operano diverse figure professionali tra ingegneri, architetti e topografi, ho spinto per adottare a livello aziendale questa metodologia, che

Sara Basile

avrebbe sicuramente portato enormi vantaggi nella collaborazione e nell’interazione tra le diverse discipline. Il Presidente della società ha accolto l’idea di puntare sulla digitalizzazione e nel 2018 ha scelto di investire in questa direzione.
Nel 2023 ho poi ottenuto la certificazione da BIM Manager, è stato il coronamento di un percorso personale, oltre che la risposta alla necessità aziendale di avere una figura certificata all’interno della società, utile per partecipare a gare e bandi.

Come è stata implementata la metodologia BIM in Hyper STP? Ci sono state difficoltà?
In azienda è stata promossa una formazione in tutte le aree, alla quale partecipai scegliendo di seguire anche quella relativa al management: ritengo che gli aspetti di gestione siano fondamentali per il successo di un progetto BIM e che debbano essere appresi di pari passo rispetto a quelli pratici e di funzionamento dei software.
Il percorso di formazione in Hyper STP ha previsto un risvolto pratico in un progetto pilota. È stato necessario quindi individuare qualcuno che gestisse il processo svolgendo il ruolo di manager interno: mi resi disponibile, avevo già esperienza alle spalle in fatto di modellazione e avevo lavorato con diversi software.
Posso dire che all’inizio non è stato semplice: ero giovane e mi trovavo a lavorare con persone che avevano non solo un’età anagrafica superiore alla mia, ma anche una lunga

San Gaetano – Elaborazione rilievo

esperienza professionale. È stato sicuramente un bel percorso di crescita per tutti, abbiamo capito l’importanza di collaborare, riconoscendo il valore – da un lato – di chi aveva più esperienza ma era meno avvezzo a utilizzare certi strumenti software e di gestione dei dati, e viceversa – dall’altro – quello dei giovani, più capaci di lavorare in gruppo, con una maggiore facilità dell’uso degli strumenti ma anche con uno sguardo più innovativo verso l’architettura.
La società si è anche dotata di un nuovo sistema di gestione dei dati e di un CDE, riorganizzando dal punto di vista informatico tutto il flusso informativo aziendale.

Quali sono i vantaggi del lavorare in BIM?
Il BIM ci permette di lavorare in modo sinergico favorendo la collaborazione tra tutte le diverse professionalità. Ci consente anche di migliorare la qualità del nostro output, e infatti nel 2019 l’azienda ha ottenuto la certificazione ISO 9001:2015 per il Sistema di Gestione per la Qualità (SGQ), di cui mi sono occupata anche io per quattro anni. Tutti i nostri processi sono improntati verso digitalizzazione e qualità: abbiamo iniziato a seguire in BIM la parte architettonica, poi abbiamo coinvolto le strutture, gli impianti e ora stiamo arrivando anche alle reti e al settore risorse idriche.
Nel corso degli anni è cresciuta la complessità dei lavori che seguiamo con questa metodologia. Adottiamo il BIM nei progetti più complessi o che richiedono l’interferenza di più discipline, oltre che in quelli all’estero.

San Gaetano – Modellazione e renderizzazione

La sua specializzazione è rivolta ai beni architettonici del paesaggio, qual è il valore del BIM nel patrimonio storico?
Mi sono formata nel campo del recupero e della valorizzazione dell’architettura storica, del paesaggio e dei paesi in via di abbandono. Ho quindi seguito delle sperimentazioni con il protocollo GBC Historic Building con la metodologia BIM applicata all’architettura e al paesaggio esistenti, con particolare interesse all’architettura storica, e alle analisi degli edifici e del loro contesto richiesto dai protocolli di sostenibilità. Credo che il BIM sia utile per studiare non solo un edificio, ma anche il suo contesto.

Può citare qualche progetto significativo che ha seguito in BIM?
Cito quello legato al complesso di San Gaetano, parte dell’ex Convento dei Santi Michele Gaetano nel centro di Firenze, sottoposto a numerosi vincoli paesaggistici e architettonici. Qui ho seguito un progetto di recupero e valorizzazione secondo il protocollo GBC Historic Building, analizzando diversi aspetti legati al paesaggio in cui è inserita l’opera – in questo caso, un paesaggio costruito -tenendo conto di mobilità, servizi, viabilità, gestione di cantiere, ecc.
Cito anche due progetti di riqualificazione che stiamo seguendo in Hyper STP: una riqualificazione per la Fondazione Osservatorio Ximeniano di Firenze relativa a un bando gestito da Invitalia con fondi del PNRR, e quella per un ex convento quattrocentesco, oggi a uso di una parrocchia.

A che livello di maturità è il BIM in Italia, secondo la sua percezione?

Scuola Papa Giovanni XXIII, Trani PNRR – PE – BIM Management

Secondo la mia esperienza principalmente in Centro e Sud Italia, a contatto con enti pubblici e onlus, credo che la strada sia tracciata, a maggior ragione in vista dell’obbligatorietà del 2025, ma molte istituzioni non hanno le competenze, gli strumenti e le risorse interne per seguire progetti in BIM, riscontrano a oggi dei problemi oggettivi. Fanno eccezione solo i grandi Comuni o quelli più virtuosi. Il nostro ruolo è quello di fare da intermediari con i committenti, per far capir loro il valore di un approccio in BIM.
Dall’altro lato ci sono i privati o i fondi di investimento, che hanno sicuramente una sensibilità maggiore verso l’uso di questa metodologia. Anche se non sempre il valore di un progetto in cui entrano in campo tecnologie innovative è riconosciuto dal mercato. Vengono richieste professionalità sempre più elevate e servizi specializzato e integrati, a volte senza riconoscere il valore che vi è dietro.

mm

Giornalista professionista della redazione di BIMportale, lavora da molti anni nell’editoria B2B per la stampa tecnica e specializzata. Ha scritto a lungo di tecnologia, business e innovazione. Oggi orienta la sua professione nel campo delle tecnologie applicate alla progettazione architettonica e all’imprenditoria delle costruzioni.


Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial