Silvia Gioja, Arcadis Belgio: Il BIM è il fondamento della trasformazione digitale

L’ Ing. Silvia Gioja può vantare un’esperienza multidisciplinare, varia ed internazionale: dopo essere diventata BIM Coordinator ed aver lavorato a Doha in Qatar si unita al team di Arcadis Belgio dove ha raggiunto il massimo livello professionale in materia BIM e oggi è BIM Lead & Digital Twins Lead per il reparto di infrastrutture di Arcadis Belgium.
Il valore del suo lavoro le è valso anche il prestigioso premio WICE come “Best Woman in Tunneling&Underground Construction”.

Quale è stato il suo percorso professionale che l’ha portata al BIM?
Ho un background non solo nel campo delle infrastrutture ma anche dell’architettura, e sia per quanto riguarda il design che la modellazione e la gestione BIM, all’estero (principalmente Belgio e Qatar) ed in Italia.
Il BIM ha accompagnato quasi costantemente il mio percorso professionale, essendo iniziata la mia transizione dal CAD Design all’Object Oriented Design nella fase finale dei miei studi universitari. Conversione che poi si è concretizzata, seguendo la necessaria formazione, tempo dopo la laurea con lode in Ingegneria Edile-Architettura U.E., nella collaborazione con un’azienda con sede a Roma che all’epoca era impegnata nel significativo progetto della metropolitana di Doha in Qatar, della cui “Red Line South Underground” era “Lead Designer”: 40 km di infrastrutture da Al Wakra a Lusail, per rendere fluida la connessione fra l’Hamad International Airport ed il centro di Doha.
Diventata BIM Coordinator, ho avuto modo di unirmi poi al team di infrastrutture di Arcadis Belgio dove mi occupo principalmente di tunnel, ma anche strade e ponti; e dove sono potuta crescere da tale ruolo a BIM Manager fino al massimo livello del BIM nella regione dove lavoro, ovvero BIM Lead&Digital Twins Lead di Arcadis Belgio.

Quali sono le principali caratteristiche della sua figura professionale?
Per quanto concerne il ruolo di BIM Manager di Infrastrutture, non vorrei semplicemente elencare i requisiti di conoscenze, abilità e competenze in Italia fornita dalla UNI11337- relativi al BIM Management, quanto puntare l’accento sul fatto che per svolgere al meglio tale funzione occorre una determinata forma mentis, quindi non solo caratteristiche tecniche ma anche per esempio doti comunicative e relazionali, qualità che esulano dal mero ottenimento di un attestato di un corso o dal conseguimento di una certificazione.
Nel mio caso, gestisco a distanza parte del mio gruppo, poiché collaboriamo con i Global Excellence Center siti in India e in Romania, e stare sempre connessi con loro e guidarli attraverso il processo BIM, che è uno dei compiti del BIM Manager, richiede un buon approccio al teamwork. Inoltre gran parte dei miei colleghi è belga e spesso il cliente dei progetti cui collaboro è AWV (“Agentschap Wegen en Verkeer”, l’Agenzia delle strade e  traffico e delle strade delle Fiandre, che si occupa anche dell’implementazione del BIM nella regione), quindi per me è stato imprescindibile iniziare a studiare il fiammingo essendo il BIM Manager il punto di contatto per le loro questioni e per poter instaurare un rapporto più diretto durante project design reviews e 3D coordination meetings.
Per svolgere al meglio le attività di implementazione, gestione e consegna di cui tale figura è responsabile, occorrono inoltre cultura, esperienza, aggiornamento.
In riferimento a tale ultimo aspetto, per esempio, il panorama BIM in Belgio è in continua evoluzione ed è essenziale essere consapevoli non solo dell’evoluzione dei software ma anche delle convenzioni sviluppate da enti come AWV riguardo tematiche come “Level Of Geometry”, “Level Of Information”, standardizzazione documentale (per esempio “BIM Execution Plan” e “BIM Protocol”), anch’essi aspetti fondamentali nella gestione del processo BIM di cui il BIM Manager è responsabile.
Per quanto concerne il ruolo di BIM Lead & Digital Twins Lead di Infrastrutture, esso riguarda una superiore funzione che implica una visione di BIM policies&strategies ancora più ampia. Sono infatti il riferimento del BIM infrastrutturale per l’intero Belgio e sono connessa con gli altri BIM Lead per ricercare, testare e validare insieme le migliori soluzioni BIM a livello globale da adottare poi anche da una prospettiva locale. In questo momento per esempio una delle tematiche a cui siamo impegnati a livello globale è la corretta implementazione e certificazione in riferimento alle ISO19650.
Aver inoltre ricevuto il premio WICE come “Best Woman in Tunneling&Underground Construction” ha rafforzato la mia figura non solo all’interno dell’azienda ma anche a livello del BIM nelle Fiandre, in Belgio, in Italia e probabilmente anche oltre; anche in questo caso, per ricevere tale riconoscimento si tratta comunque di non solo di tecnica, ma anche di approccio, cultura, esperienza, aggiornamento e peculiari qualità personali.

Quali vantaggi secondo lei porta il BIM alla progettazione?
Difficile enumerarli tutti, essendo molti ed in crescente aumento anche in relazione al livello di maturità del BIM adottato. I benefici culminano nel BIM Level 3, che sfrutta tutte le potenzialità del Digital per migliorare le performance degli asset durante tutto il life-cycle del manufatto, indipendentemente dal fatto che si tratti di un’infrastruttura o meno.
A livello generale, rispetto ad altri processi, si raggiungono maggiore efficienza, qualità, sicurezza, con una riduzione che può attestarsi sul 17% sul costo totale degli asset.
Più specificamente, seguendo le “D” del BIM, esso può apportare vantaggi partendo dal “3D” appunto riguardo modellazione, programmazione temporale, analisi costi, gestione operativa e Facility Management e sostenibilità.
Ambiti in cui contribuisce all’ottimizzazione di aspetti quali: l’impatto visivo e comunicativo del progetto, la collaborazione multidisciplinare e con i diversi stakeholders, la pianificazione grazie a riduzione di tempi e di costi (derivanti per esempio da migliore coordinamento e de-risk di inaccuratezze ed errori tramite interoperabilità, clash avoidance, clash detection; maggiore fluidità nella trasmissione di dati con le ditte appaltatrici; drastica riduzione del rischio di duplicazione del lavoro; digitalizzazione dei documenti..), e last but not least le prestazioni energetiche dei manufatti.

Come si lavora in BIM all’interno della sua realtà aziendale?
Il Building Information Modelling è il fondamento della trasformazione digitale di Arcadis Belgium, coinvolgendo nel suo percorso verso il raggiungimento in ogni ambito del BIM Level 3, diversi fattori come Management & Organization (KPI, maturity, revenue, …), processi (best practices implementation, …), persone e cultura (consapevolezza, training, …).
“Collaborazione” è uno dei valori-chiave di Arcadis e si riflette nel continuo scambio fra i diversi settori e colleghi per cercare un allineamento dei modus operandi, nell’ottica di superare il gap che in parte ancora esiste con il reparto di Buildings, rispetto a cui il settore di Infrastrutture è arrivato alla digitalizzazione con tangibile ritardo. Nei limiti del possibile dovuti agli specifici uses del settore, siamo riusciti a sviluppare alcuni standard comuni, per esempio in riferimento a best practices e workflow legati alle ISO19650.
Struttura e modalità d’uso del CDE sono da tempo uniformati all’interno dell’azienda, usati indipendentemente dall’ufficio o dalla disciplina, e spesso anche da altre regioni europee e non.
A meno di collaborazioni con altre aziende o con clienti che impongano diversi standard, il CDE per i modelli e l’ambiente IT usati all’interno di Arcadis Belgio in genere sono sempre gli stessi, e comunque la tendenza è verso l’Open BIM.
BIM Management e Coordinazione avvengono per lo più dal Belgio, mentre ai GEC viene affidata la modellazione. Nonostante la struttura gerarchica, fra i vari ruoli c’è una continua interazione (attraverso meeting, piattaforme, gruppi, ecc), la sensazione è di fertile collaborazione e comune crescita professionale e personale (durante i miei tre anni di attività ho potuto far diventare due stagisti coordinatori e io stessa sono progredita da coordinatrice a Lead).
In genere c’è un ottimo bilancio far vita privata e workload, e non meno importante, un’evidente attenzione a equality, diversity, inclusion; anche in ambito BIM.

Può raccontarci qualche progetto su cui sta lavorando?
Vincitore per due anni di seguito di BIM Awards, “Renovatie Tunnels Vlaanderen” è uno dei più impattanti progetti di riqualificazione infrastrutturale in cui sono coinvolta. Nella regione delle Fiandre esistono 24 tunnel di lunghezza maggiore di 200 metri, realizzati intorno agli anni ’60-’70, la cui ristrutturazione è un intervento prioritario, per migliorarne prestazioni, comfort e sicurezza. Arcadis è incaricata da AWV della restituzione geometrica ed informativa dell’esistente e del progetto della ristrutturazione impiantistica di vari tunnel, con specifiche indicazioni di LOG e LOI per ogni elemento e fase.
Compito le cui maggiori difficoltà sono connesse a: complessità dei manufatti (dimensionali, spaziali, informative, tecnologiche, funzionali, …), affidabilità delle fonti per la modellazione geometrica e l’associazione di informazioni aggiornate agli oggetti (si è resa necessaria l’integrazione di nuvole di punti con 7000 tavole risalenti per lo più all’epoca di costruzione) determinazione di OTL (Object Type Library) per il data management degli oggetti delle diverse discipline coinvolte nel progetto in rapporto agli asset dei tunnel e individuazione dei più adatti processi, software e strumenti (per esempio elaborazione di script di Dynamo per automatizzare specifici aspetti, determinazione di workflow per l’integrazione col “Geographic Information System” e fra le varie discipline, definizione di set per limitare il rischio di interferenze fra oggetti, uso di Virtual Reality per mostrare al cliente i risultati e di simulazioni da cui valutare misure di soccorso, utilizzo di tecniche predittive come i Digital Twin per individuare attraverso diversi scenari le più idonee azioni da implementare nel sistema reale, …). In più il cantiere subisce gli effetti dell’impossibilità di effettuare misurazioni durante il giorno non potendo interrompere gli elevati flussi di traffico, da cui la necessità di aspettare chiusure notturne.

Quali sono secondo lei le prospettive future del BIM in Italia?
Non lavorando in Italia da vari anni, posso fornire un’opinione basandomi sulle novità che seguo da internet o attraverso colleghi con cui ho ancora contatto o da informazioni filtrate dai social. Anche in questo caso mi riferisco a fattori come gestione & organizzazione, processi, persone e cultura, IT.
Per quanto riguarda l’organizzazione e soprattutto la “cultura”, fino alla mia partenza dall’Italia mi sono interessata alla questione dell’introduzione del BIM negli appalti essendo all’epoca membro della “Commissione per gli Appalti all’Ordine degli Ingegneri di Roma”, lavorando nel frattempo in campo BIM e scambiandomi informazioni con mia sorella Marina che è avvocato e lavora in ambito di Appalti pubblici. Sono stati fatti tanti progressi in questi anni a riguardo ma occorre arrivare alla data del 2025 per l’obbligatorietà del BIM per ogni tipo di opera pubblica in appalto con una “awareness” da parte di tutte le parti coinvolte, soprattutto i committenti.
Non mi è chiaro se e come si stia creando questa consapevolezza e se quindi i vari stakeholder coinvolti saranno pronti all’impatto con il (forse per loro nuovo) processo, per mia esperienza non si tratta di un aspetto marginale e spero sia preso in considerazione nei tempi dovuti.
Per quanto riguarda i processi ed in particolare l’implementazione del BIM, seguo inoltre i report annuali di ASSOBIM che registrano in genere positive tendenze dell’adozione del BIM in Italia.
Tuttavia da esperta di BIM per le infrastrutture mi lascia un po’ perplessa la distribuzione degli ambiti di uso del processo: progettazione architettonica (51%) seguita dall’impiantistica (12%), dalle strutture (9%) e poi altre discipline quali il recupero e la progettazione energetica. Per un Paese in cui la digitalizzazione delle Infrastrutture (penso alla ricchezza di informazioni di un modello, come anche ai Digital Twins, giusto per nominare alcuni aspetti) potrebbe dare enormi vantaggi per il recupero dell’esistente come per la progettazione del nuovo, i numeri dovrebbero essere molto più elevati.
Un’ultima considerazione riguarda le persone ed in particolare training e cultura: una parte delle statistiche riguarda anche le certificazioni; anche in questo caso vorrei ricordare che nell’assumere personale per arricchire l’organico BIM, non si tratta solo semplicemente di visionare un attestato che ne validi le conoscenze tecniche, ma come già affermato, di assicurarsi che il candidato eccella in diverse capacità e in genere abbia la giusta forma mentis per garantire il progressivo raggiungimento dei risultati.

© immagini Arcadis

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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