Willmott Dixon, il BIM nelle scuole e nelle università

Nonostante sia un’azienda a conduzione familiare, Willmott Dixon è una delle più grandi società delle costruzioni nel Regno Unito, attiva fin dal 1852. L’azienda negli ultimi anni ha investito in modo significativo nel digitale. Nel 2016 ha ottenuto la certificazione BIM Level 2, che in UK è obbligatoria per poter partecipare agli appalti pubblici. E se inizialmente l’uso del BIM era legato ai progetti in cui era obbligatorio, cioè quelli pubblici, l’azienda ha poi scelto di adottarlo anche nelle commesse private visti gli enormi benefici riscontrati. Oggi Willmott Dixon implementa il BIM di livello 2 in quasi tutti i suoi progetti, e sta lavorando per raggiungere il BIM livello 3. “Abbiamo investito per avere una rete di esperti BIM presenti in tutti i nostri uffici che possano aiutare i committenti nel visualizzare i progetti fin dalle primi fasi e utilizziamo il BIM con l’obiettivo di rendere più efficiente il nostro lavoro e offrire ai clienti il miglior risultato possibile” spiegano dall’azienda. “Ogni cliente si interfaccia con un BIM manager durante tutto il ciclo di vita di un progetto”.

I progetti in BIM
Willmott Dixon è un nome di riferimento per l’edilizia legata ai campus universitari, centri di ricerca e agli istituti scolastici. Il BIM è stato protagonista di numerosi progetti di successo: citiamo uno degli ultimi in ordine cronologico, il campus sportivo dell’Università di Warwick. Ma va ricordato anche il progetto che hanno visto la trasformazione di Birmingham City University, il National Space Technology Centre di Oxford e tre scuole secondarie a Liverpool che accolgono quasi 5.000 studenti. Il BIM è stato usato anche per costruire l’edificio della Met Office a Exeter che ospita il supercomputer utilizzato dai ricercatori per gli studi climatici e metereologici.

L’adozione del BIM, verso il livello 3
Il percorso di adozione del BIM in Willmott Dixon è iniziato ormai da qualche anno: nel 2015 l’azienda ha deciso di adottare questa metodologia nel 100% dei suoi progetti (BIM livello 1). Alla fine del 2017 solo il 10% delle commesse era in BIM livello 1, il restante 90% in BIM livello 2.
Un BIM di livello 2 prevede che tutte le parti coinvolte nel progetto utilizzino i propri modelli CAD 3D, ma non stiano necessariamente lavorando su un unico modello condiviso. Le indicazioni per la progettazione sono condivise attraverso un formato di file comune che consente a qualsiasi organizzazione di essere in grado di combinare i dati al fine di ottenere un modello BIM federato.
“Il BIM permette una comunicazione e una coordinazione tra committenza, progettisti e costruttori” – affermano dai vertici dell’impresa – “Le informazioni rimangono condivise per tutta la durata del progetto. L’utilizzo del BIM va oltre la fase di progettazione, si estende a tutto il ciclo di vita di un edificio, a supporto anche dei processi di cost management e delle operazioni di facility”.
Willmott Dixon ha avviato nel corso degli anni alcune importanti iniziative per diffondere la cultura del BIM tra i suoi dipendenti, ma anche verso i fornitori e i clienti. Citiamo la piattaforma online miTraining lanciata nel 2015 con cui l’azienda mette a disposizione corsi gratuiti sul BIM via e-learning. Importante anche il software Mi Project che consente a Willmott Dixon di misurare i risultati ottenuti nei progetti BIM e fare analisi e comparazioni in termini di costi, rischi, trend, ecc.
L’azienda infine, ha sviluppato anche una app, myProject, per rendere accessibili tutte le informazioni sui progetti anche da dispositivi mobili con un’interfaccia particolarmente user-friendly e completa.

 

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Lavoro nel settore della comunicazione b2b da alcuni anni sia per testate giornalistiche che agenzie di comunicazione. Focus della mia attività è il confronto quotidiano con le nuove modalità di gestione ed elaborazione delle informazioni, le nuove tecnologie digitali, le trasformazioni in corso nelle professioni e nell’industria.


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