Alberto Peruzzotti: Una parola chiave per il BIM, Formazione

L’interesse la modellazione e la possibilità di creare in ambiente digitale quello che ancora non esiste è un tema che ha sempre appassionato l’Arch. Alberto Peruzzotti, facendolo approdare al Politecnico di Milano dove si è laureato prima in Design e successivamente in Architettura. Nel periodo tra le due lauree ha lavorato nello studio Matteo Thun & Partners, in cui il tema dell’utilizzo di software di modellazione architettonica era una realtà già nel 2004-2005. Oggi è BIM Manager dello Studio AXD.

Come è arrivato al BIM?
La storia del BIM narra che uno dei primi “oggetti” progettati paperless è stato il Boeing 777 nel 1994. Io invece ho inaugurato il mio percorso professionale occupandomi di oggetti molto più piccoli: come Sara Lapointe titolare dello studio AXD, provengo infatti dal mondo del design. A cavallo tra gli anni ‘90 e il nuovo Millennio, la facoltà di Design era un ambiente di gran lunga più “digitalizzato” rispetto ad Architettura. E la mia formazione mi ha permesso di acquisire l’abitudine a ragionare, oltre che sul manufatto, anche sul processo, sull’ottimizzazione e sulla digitalizzazione.
Tutto parte da una mia predisposizione: ho sempre avuto un approccio molto “tecnologico” alla progettazione e alla gestione del processo, tanto che già durante le scuole superiori provai a progettare un edificio usando un software cad disponibile all’epoca, con una funzionalità 3D ancora embrionale. Andai avanti con la modellazione sfruttando al massimo le potenzialità dei pc dell’epoca. Poi dovetti ricominciare da capo, tornando ai classici elaborati 2D, ma non riuscivo a capacitarmi del perché tanto tempo doveva essere impiegato per coordinare diverse viste di un edificio tra loro, quando in realtà tutti i dati avrebbero potuto essere derivati dal 3D.
Quindici anni dopo quando fui coinvolto nel primo progetto BIM di AXD (Il progetto degli interni per alcune stazioni della metropolitana di Doha nell’ambito di una consulenza specialistica in collaborazione con la società ARCADIS) è stato come finire di sistemare tutte le tessere di un puzzle. Ma non era che un nuovo inizio.

Quali sono secondo lei i maggiori vantaggi legati al BIM?
La progettazione è solo una parte del processo ed economicamente è quella meno consistente. Le vere potenzialità di un modello risiedono, come sappiamo, nel fatto di poter fornire un valido supporto durante tutte le fasi del processo, soprattutto in quella di esercizio.
Ci appassiona molto il tema di riuscire a rendere le informazioni presenti in un modello un efficace strumento di lavoro, cominciando dalla costruzione in cantiere.
Da AXD affianchiamo alla tecnologia BIM il tema delle X-realities, grazie a un ramo ad hoc curato da Roberta Conti, specialista AR+VR. Proprio in questi giorni stiamo sperimentando l’utilizzo di modelli AR per la fase realizzativa in cantiere, utili per una migliore comprensione del progetto e un utilizzo pratico del modello BIM. Il grosso plus della tecnologia AR? L’essere democratica: bastano device molto semplici, come normali smartphone e tablet.

Qual è l’approccio dello Studio AXD al BIM?
Siamo uno studio un po’ sui generis: ci è capitato di effettuare parti molto specifiche di progettazione BIM per progetti complessi in ambito aeroportuale e ferroviario (come la metrò di Doha in collaborazione con Arcadis e successivamente con Artelia, l’ampliamento dell’aeroporto di Venezia nell’ambito di una consulenza per One Works in cui siamo stati chiamati a svolgere una parte molto specifica) così come di affiancare e formare studi partner che avevano esigenza di passare rapidamente al BIM, proponendo un servizio di formazione e consulenza BIM management.
Abbiamo anche iniziato a collaborare direttamente con aziende che vogliono realizzare dei cataloghi di prodotti specifici per la progettazione BIM.
Affiancarci ad altri colleghi per la formazione di team BIM capable in ambiti diversi da quelli della progettazione architettonica è una sfida molto interessante: abbiamo la possibilità di misurarci con tutte le discipline prendendo coscienza dei problemi che i diversi specialisti devono affrontare nella progettazione BIM.
La nostra forza è il nostro know-how metodologico: riusciamo a entrare in ambiti molto specifici fornendo le risposte (in termini di processo e di strumenti) di cui ogni specialista ha bisogno. Di recente ad esempio ci siamo occupati di progettazione landscape e del settore illuminotecnico, due ambiti tenuti ancora un po’ ai margini dai più famosi software di authoring BIM. Diffondere il metodo per noi è una mission culturale: solo così il BIM potrà essere rivoluzionario. In studio utilizziamo il BIM per tutti i progetti, da quelli complessi e già in fase esecutiva a quelli in fase iniziale. Lo troviamo molto utile anche per quanto riguarda le fasi concorsuali di un progetto, in cui la tempistica è molto stretta e il coordinamento necessario deve essere molto efficiente.
Con il BIM anche team abbastanza vasti riescono infatti a lavorare in modo coordinato sugli stessi file in contemporanea: una realtà tutt’altro che scontata con un metodo tradizionale.

Che cosa ne pensa dello sviluppo del BIM in Italia?
Una parola chiave per il BIM: Formazione. Per noi è fondamentale diffondere e sviluppare un “processo culturale” legato al BIM, trasmettendo il più possibile l’esperienza accumulata negli anni: lo facciamo affiancando altri colleghi nella gestione dei progetti ma anche in qualità di docenti in veri e propri mini-corsi di aggiornamento che teniamo in studio.
Spesso inoltre partecipiamo a eventi dedicati al BIM e notiamo con piacere che la qualità degli interventi dei relatori è sempre migliore, segno di un cambiamento culturale profondo già in atto. Tuttavia resta il nodo degli appalti pubblici, su cui il BIM potrà davvero fare la differenza. Il tema caldo è quindi una formazione adeguata delle stazioni appaltanti.
Noi siamo in prima linea nel diffondere questa metodologia, che mira a progetti più efficienti, con un uso più attento delle risorse e un margine di errore assai ridotto.

 

 

mm

Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial