Con una visione proiettata verso futuro, all’innovazione tecnologica e dei processi Ariatta Ingegneria dei Sistemi continua a rinnovare e migliorare il prodotto progettuale, consolidando il suo posizionamento rispetto alla fascia di mercato seguendo la convinzione che il progetto BIM impiantistico abbia una marcia in più e sia una grande occasione per migliorare tutta la supply chain della progettazione e costruzione come ci racconta il BIM Manager della società Matteo Gobbi.
Come vi siete strutturati per operare il cambiamento?
Abbiamo introdotto nuove professionalità e lavorato sulla formazione del personale già in azienda. Tenete presente che siamo una società con professionisti molto fidelizzati e in cui crediamo, abbiamo provato a metterli in condizione di innovare il loro modo di lavorare. È nato un nuovo dipartimento, a fianco dei dipartimenti di progettazione ELE e MEC, il dipartimento BIM, che si occupa della standardizzazione dei processi, della creazione dei contenuti e di fornire BIM Coordinator alle commesse. Ci abbiamo preso gusto: è nato anche il dipartimento di sustainability, che utilizza modelli digitali per supportare ed indirizzare le scelte progettuali dal punto di vista energetico e della sostenibilità.
Quali vantaggi riscontrate quotidianamente nella progettazione in BIM?
Più che di vantaggi quotidiani, parlerei di un prodotto progettuale nettamente migliorato dal punto di vista del coordinamento. Nei gruppi di progettazione, il BIM è stato anche veicolo di una maggior collaborazione, un fatto culturale più che tecnologico, di cui beneficiamo grandemente.
Quali sono state le maggiori difficoltà che avete affrontato?
La difficoltà maggiore è scardinare un pregiudizio purtroppo diffuso, quello secondo cui il BIM serve ad abbattere i costi. Non è certo così dal punto di vista del progettista, che deve impiegare più ore per sfornare un progetto, riuscendo ad ottenere un risultato migliore dal punto di vista del coordinamento. Il problema in questo caso, è far riconoscere ai clienti la qualità e tutto il lavoro che occorre per raggiungerla.
Può raccontarci di alcuni progetti recenti che sono esemplari del vostro percorso nell’implementazione del BIM?
Oramai la maggior parte dei nostri progetti sono affrontati con metodologia BIM, e ciascuno apporta qualche cosa di nuovo al nostro modo di lavorare. Stiamo osservando la cantierizzazione di due progetti sviluppati recentemente, la torre per uffici Gioia 22 e le stupende residenze “Horti” a Milano, firmate dall’architetto De Lucchi. Inoltre, recentemente abbiamo consegnato il progetto esecutivo di “Ferrero Technical Center” dell’architetto Frigerio, nel quale abbiamo lavorato insieme al committente per aiutarlo a crescere nelle competenze BIM, intercettando il desiderio da parte dell’ingegneria Ferrero, di essere all’avanguardia come committenza.
Quale secondo voi può essere identificato come l’anello debole della filiera?
Non ci sono anelli deboli, si cresce tutti insieme. Casomai ci sono anelli forti: le società di progettazione, che per prime si sono attrezzate per affrontare il cambiamento.