Astaldi: strutturarsi in tempo per acquisire un vantaggio competitivo

Nell’implementazione del BIM nel nostro Paese un ruolo chiave lo stanno avendo le grandi imprese di costruzioni come ci raccontano l’Ing. Roberto Sorge, Responsabile Servizio Ingegneria Corporate e l’Ing. Alfred De Pascali, Responsabile BIM Corporate del media itemGruppo Astaldi.

Quali convinzioni vi hanno spinto a intraprendere la strada del BIM?
In Astaldi, circa cinque anni fa, abbiamo intuito che la strada del BIM sarebmedia itembe stata un percorso obbligato, soprattutto sulla base delle tendenze che si andavano sviluppando nel mondo, in particolare nei paesi anglosassoni dove nei tender l’esperienza BIM veniva richiesta in modo sempre crescente. Strutturarsi in tempo avrebbe significato acquisire un vantaggio competitivo.
Inoltre, alcuni progetti pilota nati allora quasi per caso fecero apprezzare il potenziale del nuovo metodo in ambiti dove il possibile errore era all’ordine del giorno, come nel caso del controllo delle quantità e in quello delle interferenze.

Come vi siete strutturati per implementare questa nuova metodologia nella gestione delle commesse?
Nel 2013, il Direttore Generale dei Servizi Industriali di Astaldi ha istituito il progetto BIM assumendone il ruolo di sponsor. Quindi è stata creata una funzione dedicata al BIM all’interno del Dipartimento Ingegneria Corporate: una risorsa con una sufficiente seniority aziendale, incaricata di analizzare come l’applicazione degli usi BIM avrebbe migliorato i principali processi di gestione di un progetto. Sono stati individuati i primi progetti pilota al fine di sperimentare il nuovo metodo e di valutarne gli impatti economici e sull’organizzazione. Nel tempo, clienti pubblici e privati soprattutto all’estero hanno cominciato a richiedere l’utilizzo del BIM per alcuni progetti, per cui si è reso necessario dedicarvi delle risorse “di commessa”.
È stata intrapresa una graduale e progressiva azione di training e di ricerca di risorse qualificate e dedicate. La popolazione di specialisti BIM è così via via cresciuta come anche il livello di maturità aziendale nell’applicazione del nuovo metodo. Tale maturità trova riscontro nelle procedure interne sull’applicazione del BIM definite a valle di un percorso che ha raggiunto il quinto anno. Inoltre l’azienda partecipa attivamente ai tavoli nazionali (OICE) ed internazionali (FIEC) dove sono in corso incontri volti ad approfondire tematiche in cui il BIM si trova al centro dell’attenzione.

Quale è la “filosofia” seguita da Astaldi per il BIM?
L’approccio al BIM di Astaldi è estremamente pragmatico. Il BIM si presta a essere strumentalizzato e finalizzato a mostrarne solo il lato superficiale con effetti speciali e accattivanti.
In Astaldi, il BIM deve ridurre costi e tempi e aumentare la qualità, quindi non solo stupire le stazioni appaltanti. Il BIM finalizzato a incrementare l’utile è complicato e meno scenografico di quanto viene mostrato nei convegni. Richiede l’impegno dell’intera catena produttiva, non solo degli specialisti BIM.

 Quali sono i vantaggi principali che riscontrate nella progettazione ed esecuzione dei lavori in BIM?
I principali vantaggi risiedono nell’individuazione e risoluzione precoce delle problematiche oltre che nell’organizzazione più efficiente delle informazioni grafiche e non-grafiche di un progetto. Infine, la possibilità di simulare scenari costruttivi e relativi tempi esecutivi in ambienti realistici consente una maggiore comprensione degli intenti a vantaggio di chi progetta, di chi costruisce e di chi controlla.

Introdurre un cambiamento simile in una struttura grande come la vostra non deve essere stato facile: quali sono state le maggiori difficoltà che avete affrontato?
Senz’altro l’adozione di nuovi metodi e strumenti complessi genera disorientamento e resistenza psicologica, soprattutto da parte di quella popolazione con una certa seniority. In questo periodo transitorio “verso il BIM” sono necessarie strutture parallele di giovani esperti di software di modellazione a cui l’azienda ha voluto affiancare l’esperienza dei più anziani.
Questo ha permesso di poter coniugare i vantaggi indotti dalla creazione di un modello BIM con quelli legati al patrimonio di esperienza e al know-how aziendale.
Non sempre il dialogo tra le due generazioni risulta facile e questo determina inefficienze.
Il BIM troverà la sua massima espressione quando i giovani esperti di BIM avranno acquisito le conoscenze e l’esperienza dei “senior”, diventando quindi dei veri manager.

L’esperienza dei grandi contractor come Astaldi può svolgere un ruolo trainante verso il BIM per tutto il sistema delle imprese di costruzioni?
Certamente sì. Le scelte di gestione di un General Contractor ricadono a cascata su chi produce gran parte delle informazioni: progettisti, fornitori, sub-contrattisti, consulenti. Astaldi che sceglie di operare in BIM non rappresenta solo un esempio da seguire, ma comporta un obbligo di adattamento per molti soggetti che sono legati a essa contrattualmente. Certamente non possiamo sempre imporre il cambiamento, soprattutto lì dove il BIM non risulti l’elemento discriminante per la scelta di un fornitore o lì dove non vi siano sufficienti competenze; in questi casi con le nostre strutture interne di specialisti BIM svolgiamo operazioni di compensazione. Ma chi dimostra proattività nell’utilizzo del BIM sarà certamente molto apprezzato da Astaldi.

Il BIM è uno strumento competitivo anche nella gestione di commessa? Qual è il grado di interazione tra modello e gestione del cantiere?
Il BIM è nato nella progettazione, non è quindi un caso che le nostre funzioni BIM siano oggi collocate nell’area ingegneria dove il BIM oggi si fa apprezzare maggiormente. Questo è certamente dovuto alle tipologie di software oggi disponibili e a una certa affinità che ha l’ingegneria con le tecnologie e i metodi complessi.
Siamo consapevoli che un buon modello BIM che nasce nella progettazione può risultare molto utile per la gestione della commessa e per un uso sul campo, integrando sotto questo strumento non solo la progettazione e le attività degli uffici tecnici delle commesse, ma anche il procurement, il project control, la programmazione, il cantiere e infine i rapporti con il cliente. In generale l’applicazione del BIM sulle nostre commesse è in crescita e produce buoni risultati, peraltro il percorso di integrazione del modello BIM nei processi gestionali richiede un ulteriore sforzo per arrivare alla completa implementazione.

Quali sono i principali vantaggi del BIM applicato alla realizzazione di opere civili e infrastrutturali?
I primi software BIM sono stati sviluppati per la progettazione di edifici. Oggi hanno raggiunto un elevato grado di maturazione. Abbiamo adattato l’utilizzo di questi software per la gestione di progetti infrastrutturali e nel frattempo software specifici per queste tipologie di opera sono recentemente comparsi sul mercato. Questa non completa maturità del comparto software per certi versi rallenta il processo di “bimmizzazione” delle infrastrutture ma i vantaggi riscontrabili già si apprezzano se pur raggiungibili con maggior sacrificio e necessità di competenze. Tra questi rileviamo l’aumentata capacità di analisi dell’impatto dell’opera sul territorio, il controllo assoluto delle quantità di materiali e lo studio in 3D dei metodi costruttivi.

Potete raccontarci di alcuni progetti recenti che sono esemplari del vostro percorso nell’implementazione del BIM?
Oggi il gruppo Astaldi gestisce in BIM ventotto commesse che rappresentano oltre il 30% del totale dei progetti. Il caso esemplare per eccellenza è certamente il progetto ELT (Extreme Large Telescope), cliente ESO (European Southern Observatory), dove Astaldi (in raggruppamento di imprese) progetta e realizza a Cerro Armazones a 3.000 mslm nel deserto di Atacama in Cile, un telescopio con 39 metri di diametro, il cui specchio ne fa il più grande occhio al mondo per scrutare il cielo. La complessità e l’unicità dell’opera hanno fatto sì che il ricorso all’utilizzo del BIM fosse una scelta naturale. Il Cliente ESO ha richiesto l’implementazione del BIM con un Livello di maturità 2 secondo i dettami dello standard inglese PAS 1192-2. Il progetto delle varie discipline nasce direttamente in BIM 3D ed è prodotto con diversi software. Sono state elaborate diverse strategie per gestire al meglio i temi di interoperabilità. Il BIM Team dedicato ha elaborato un complesso BIM Execution Plan e coordina quotidianamente le attività di modellazione dei progettisti. È stato predisposto un Common Data Environment conforme allo standard BS 1192:2017. Sono in corso le attività di simulazione delle sequenze costruttive grazie all’integrazione del cronoprogramma dei lavori all’interno del modello BIM.
In Italia, si è recentemente concluso con successo uno dei primi progetti pilota che ha riguardato la nuova Stazione di Afragola dell’Alta Velocità con la produzione di un modello BIM “as-built” già predisposto per essere utilizzato per la manutenzione, la gestione degli spazi e l’integrazione all’interno di piattaforme GIS.

Come vedete lo sviluppo del BIM in Italia?
In pochi anni il nostro paese ha fatto passi da gigante. Si è dotato in tempi brevi di una roadmap e di una normativa tecnica ispirandosi al modello britannico che rappresenta un punto di riferimento metodologico per molte aziende e paesi. Stazioni appaltanti pubbliche e private si stanno strutturando per far applicare il BIM sui nuovi progetti. Alcuni clienti italiani hanno dimostrato un elevato grado di maturità nella gestione del metodo. Molte società di progettazione hanno raddoppiato le loro strutture per far fronte a questo cambiamento. Diversi contractor come noi hanno creduto nel BIM ed hanno già sviluppato casi esemplari. Certamente c’è tanto da fare, ma nell’implementazione del BIM l’Italia non è più il fanalino di coda come si raccontava pochi anni fa, anzi è già in grado ora di esportare le proprie competenze all’estero.

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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