Dal 2013 il professor Domenico Asprone del Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura dell’Università Federico II di Napoli ha iniziato a occuparsi dell’utilizzo di strumenti BIM per cogliere i vantaggi che offrono nella gestione dei dati e nella progettazione integrata, verso la ricerca di soluzioni strutturali più sostenibili.
Come è entrato il BIM nelle sue attività di docenza?
La scuola di Ingegneria Strutturale di Napoli a cui ho la fortuna di appartenere e nella quale mi sono formato è sempre stata attenta a cogliere le innovazioni e a trovare spazio nei percorsi didattici, per formare gli studenti con competenze tecniche innovative, in grado di dare loro opportunità nella pratica professionale. Quando ci siamo resi conto dell’importanza che il BIM stava assumendo e dell’urgenza di formare studenti preparati, abbiamo trovato opportuno aggiornare i nostri percorsi didattici con questi temi. Grazie quindi alla lungimiranza del prof. Cosenza, che ringrazio per l’opportunità che mi ha offerto, abbiamo raccolto le competenze che erano maturate in ateneo sul tema e avviato nel 2016 il Master di Secondo Livello in BIM e Progettazione Integrata Sostenibile. Parallelamente, presso il corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Strutturale e Geotecnica abbiamo avviato dal 2017 un corso di Sistemi Informativi per le Costruzioni, di cui sono docente, che prepara gli studenti all’uso degli standard e delle metodologie BIM.
Quali sono i filoni principali di ricerca?
Lavoriamo a diversi aspetti. Ci interessa sicuramente l’ottimizzazione della progettazione strutturale. Sviluppiamo con strumenti BIM nuovi approcci per la progettazione strutturale integrata, valutando le perdite attese dovute a eventi naturali, sia per gli elementi strutturali che per gli elementi non strutturali. Abbiamo lavorato poi, collaborando con colleghi di ingegneria meccanica, a nuovi metodi per visualizzare in BIM i dettagli della progettazione strutturale come particolari carpenterie o sistemi per l’isolamento sismico. O ancora, abbiamo lavorato all’integrazione di metodi di valutazione della sostenibilità all’interno delle procedure di ottimizzazione della progettazione strutturale in BIM. Ci interessano infine lo sviluppo di standard e processi per l’ingegneria strutturale, all’interno di framework ampi di progettazione civile integrata. A questo scopo abbiamo anche interessanti collaborazioni con importanti aziende come Acca Software o BIMObject, per citarne alcune.
Con quali strumenti lavorate per formare all’utilizzo della metodologia BIM?
Amo coinvolgere gli studenti in percorsi in cui simuliamo l’utilizzo degli strumenti, delle metodologie e degli approcci in casi reali. Nel mio corso alla laurea magistrale, ad esempio, costruiamo dei gruppi di lavoro che si interfacciano con gruppi di una classe di studenti di architettura. Lavorando a una traccia di progetto comune, quindi, e lavorando in BIM, simuliamo l’interazione tra discipline diverse, stimolando anche il dialogo con studenti con background culturali differenti. Non li obblighiamo poi ad usare un software specifico, cerchiamo di fargli conoscere i più importanti, anche attraverso incontri e seminari con le software house, lasciandoli liberi di scegliere quello che preferiscono.
Come gli studenti si stanno orientando al BIM?
Ne sono entusiasti. Sempre più studenti si avvicinano a questo tema, riconoscendone l’importanza. Il mio piacere è vederli appassionare, non solo ai software, ma in generale all’approccio. Vedere poi gli studenti che dopo la laurea o il master riescono a trovare spazio in importanti realtà come Italferr, Astaldi, Techint, Pizzarotti, lavorando in BIM, è davvero una bella soddisfazione.
Quali sono secondo lei le prospettive future del BIM in Italia?
La direzione è tracciata. Gli ostacoli sono ancora diversi ma il BIM sarà sempre più presente nel nostro settore, come di fatto sta già accadendo nelle grandi opere, dove gli strumenti e i processi BIM, a diverse “intensità” di utilizzo, sono molto spesso adottati. Lo sforzo vero è diffondere l’approccio anche presso i piccoli studi di progettazione, i progettisti singoli, che in Italia rappresentano una grande fetta del mondo della progettazione, e quindi nelle opere più modeste. Anche in quei contesti c’è necessità di maggiore efficienza dei processi di progettazione e costruzione, ed è quindi anche in tali ambiti che il BIM può giovare al mondo delle costruzioni in Italia.