Giacomo Bergonzoni: la formazione parte fondamentale della professione

Giacomo Bergonzoni è BIM Manager di Open Project, uno studio di progettazione di Bologna che utilizzata la metodologia BIM dalle prime fasi progettuali fino alla direzione lavori.

Qual è stato il suo percorso professionale fino a diventare BIM Manager?
Mi sono laureato in Ingegneria Edile – Architettura a Bologna con la tesi “Progetto per una nuova chiesa a Ottawa”, sviluppato in Canada sperimentando la progettazione parametrica con software di programmazione visuale. Nel 2012 ho svolto attività di ricerca presso il Carleton Immersive Media Studio ad Ottawa sotto la guida del prof. Stephen Fai nel progetto CDMICA (Cultural Diversity and Material Imagination in Canadian Architecture), dove ho studiato come applicare il Building Information Modeling al rilievo e restauro di architetture storiche canadesi individuando un protocollo BIM e una libreria di elementi costruttivi storici parametrici. Nel 2013 sono diventato Passive House Designer certificato, e ho svolto l’attività di progettista e BIM Coordinator di edifici in legno ad alta efficienza energetica presso Armalab, oggi Aktivhaus Biocostruttori, a Brescia. Dal 2014 ricopro il ruolo di BIM Manager presso Open Project, e recentemente ho iniziato una collaborazione con il Prof. Simone Garagnani dell’Università di Bologna all’interno del gruppo di ricerca BIM Foundation, dove sono formatore di ingegneri e architetti su processi e strumenti BIM.

Quali devono essere secondo lei le caratteristiche principali di un BIM Manager?
Prima di tutto l’approfondita conoscenza degli strumenti BIM e dei processi dell’industria AEC. Bisogna poi essere in grado di porsi come leader e catalizzatore della collaborazione fra le varie figuri professionali del processo progettuale lavorando in gruppo. Un BIM Manager deve inoltre avere una particolare attitudine all’insegnamento per formare altri professionisti su strumenti e processi BIM.

Come lavora un BIM Manager, e con quali strumenti?
La mia attività principale è mirata all’efficientamento della progettazione integrata in ambito BIM; questo si traduce nella elaborazione di una strategia aziendale di implementazione BIM a lungo termine, nella stesura e aggiornamento degli standard di modellazione informativa dello studio, nella stesura del BIM Execution Plan (Piano di Gestione Informativa) e verifica della congruità dei modelli disciplinari delle varie commesse insieme ai BIM coordinator. Gli strumenti del mestiere sono principalmente Autodesk Revit, Navisworks, Dynamo e Graphisoft Archicad. Infine dedico una parte del mio tempo alla ricerca, grazie alla collaborazione di Open Project con le Università di Bologna, Roma (Master BIM “La Sapienza”), Venezia (Master BEAM  dello IUAV), Pisa (Master BIM Manager) e Firenze (Master eBIM). Questa attività di ricerca ha portato a un miglioramento dei workflow interni e alla redazione di diverse pubblicazioni, fra cui il paper scientifico “Building Information Modeling (BIM) for LEED® IEQ category prerequisites and credits calculations” presentato all’ECPPM 2016 e l’intervento “BIM Implementation Case Studies: From Bulgari Jewelry Factory to Residences in Masdar” presentata all’Autodesk University di Las Vegas 2017. Considero il BIM quel framework che ci permette di aumentare la sostenibilità dell’industria AEC, quindi questo è l’obiettivo ultimo di tutte le mie attività.

Ci può raccontare qualche suo progetto realizzato con metodologia BIM?
Il progetto di cui vado più fiero è quello della Manifattura Bulgari Gioielli S.p.A. a Valenza, che è stato finalista dell’AEC Excellence Awards 2016. Adesso stiamo affrontando diversi nuovi stabilimenti produttivi, tutti con processi BIM. Il più interessante è l’EVO Project di Bonfiglioli Riduttori: una fabbrica di 25 mila metri quadrati con annessa nuova sede direzionale e altri servizi come mensa, spogliatoi e auditorium. Il BIM ci ha aiutato a gestire la complessità della realizzazione in cinque fasi e del coordinamento dei diversi fabbricati nuovi ed esistenti.

Cosa pensa dello sviluppo del BIM in Italia?
Il BIM in Italia è all’inizio della sua implementazione su larga scala. Gli studi di dimensioni maggiori e più lungimiranti hanno iniziato l’implementazione ormai diversi anni fa, come dimostra la presenza del BIM User Group Italy (BUGItaly) composto dai BIM Manager dei maggiori studi di architettura e ingegneria d’Italia. Il “decreto BIM”, che è entrato in vigore all’inizio del 2018, sta dando un’importante accelerazione al mercato pubblico, ma anche a quello privato, che già si era mosso in questa direzione. Le norme UNI 11337, alle quali sto collaborando, sono il risultato dell’esperienza degli early adopter del BIM in Italia e possono essere un buono strumento per affrontare questa nuova sfida nella maniera corretta. Il punto cruciale rimane comunque la promozione del BIM al di fuori del mondo dei tecnici: i proprietari immobiliari, le industrie e le aziende prima di tutto devono capire i vantaggi che ne possono trarre, quindi richiedere e attrezzarsi per gestire processi BIM.

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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