Cristina Brambilla, Studio Calvi: presto non si parlerà più di BIM

Dopo la laurea in Ingegneria Edile-Architettura a Pavia l’Ing. Cristina Brambilla ha iniziato a collaborare con alcuni piccoli studi professionali dove ha potuto approfondire le diverse fasi che compongono un progetto: dai primi schizzi a mano su un foglio bianco fino alla cantierizzazione e realizzazione. Comprendo poi l’importanza del BIM ha deciso di approfondire la sua conoscenza sulla materia e oggi è BIM Coordinator dello Studio Calvi.

Quale è stato il suo approccio al BIM?
Dopo qualche esperienza lavorativa ho deciso di riprendere in mano gli strumenti BIM appresi durante il corso universitario di Rilievo e rappresentazione dell’architettura, perché mi sono resa conto sul campo che prima o poi l’approccio BIM alla progettazione sarebbe diventato una necessità per i notevoli vantaggi che esso comporta. Ho successivamente iniziato una collaborazione come progettista architettonico e BIM Specialist presso un team di progettazione a sviluppo BIM di grande esperienza nella progettazione di complessi industriali di notevoli dimensioni per società del calibro di ENI e SAIPEM. Da questa esperienza ho avuto modo di apprendere workflow ottimali e metodologie di controllo dati codificate ed efficienti.
Dopo circa un anno sono entrata a far parte del gruppo di progettazione architettonica di Studio Calvi di Pavia con l’obiettivo di poter contribuire con la mia esperienza in ambito BIM nella progettazione di interventi su edifici contemporanei e storici.

Quali sono le principali caratteristiche della sua figura professionale?
Dopo aver sostenuto a luglio di quest’anno l’esame di certificazione oggi sono BIM Coordinator di Studio Calvi. Oltre a quanto specificato dalla normativa UNI 11337-7 credo che la figura che ricopro debba definirsi fluida. Per quanto mi riguarda il confronto con i colleghi dello studio e con i progettisti esterni con i quali collaboriamo è continuo e sempre formativo. Durante le riunioni relative alle commesse che seguo, avere da una parte l’esperienza pluriennale sul campo di tanti professionisti e dall’altra la capacità metodologica e tecnologica dei più giovani nei confronti dell’approccio BIM alla progettazione crea una sinergia che si tramuta in un vero motore di crescita e miglioramento professionale, credo che l’apporto tecnologico e digitale permetta di affrontare progetti ad elevata complessità con un controllo efficiente in termini di tempo e di qualità.
Nello studio mi occupo anche di implementazione delle offerte di gestione informativa e dei piani di gestione informativa, di coordinamento dei modelli di diverse discipline e sono CDE manager delle commesse di cui mi occupo.

Quali vantaggi secondo lei porta il BIM alla progettazione?
Secondo la mia esperienza quotidiana i vantaggi riscontrati ricadono nell’ottimizzazione della gestione del tempo durante le fasi progettuali attraverso l’uso di procedure snelle ed efficaci, accompagnata alla consapevolezza di lavorare con dati tecnicamente coerenti e organizzati. Il processo BIM consente di avere una visione d’insieme del progetto con lo studio delle clash detection sin dalle prime fasi progettuali e consente di non perdere di vista le variazioni dei costi che le modifiche effettuate ai modelli passo dopo passo possono produrre. Con questo approccio integrato tutti gli aspetti costituenti un modello informativo siano essi impiantistici, strutturali o architettonici non sono più separati l’uno dall’altro ma si sviluppano insieme sempre con una visione globale del progetto. Credo che i principali vantaggi di un approccio progettuale BIM rientrino nella sfera gestionale del progetto, nelle dimensioni 4D e 5D, con una ottimizzazione del controllo sul progetto e delle decisioni progettuali che lo riguardano.

Come si lavora in BIM all’interno della sua realtà aziendale?
Studio Calvi propone un approccio BIM alle commesse già da diversi anni con l’obiettivo di raggiungere un contenuto informativo sempre migliore, di ottimizzare in termini di tempo le operazioni ridondanti e di implementare la metodologia di verifica dei modelli.
Lo studio è da poco reduce dalla vittoria del Digital&BIM in due categorie, entrambe con progetti relativi ad interventi su edifici esistenti; nello specifico nella categoria PICCOLI PROGETTI con il progetto di intervento sulla Ex Caserma Crespi di Imperia oggi di proprietà del Demanio e nella categoria “Interventi di restauro e valorizzazione del patrimonio” con il progetto di rifunzionalizzazione, miglioramento sismico, adeguamento statico ed efficientamento energetico dell’Ex Caserma Rosolino Pilo di Genova.
Grazie alla presenza sia del settore architettura che del settore strutture all’interno della medesima realtà la collaborazione per mezzo di modelli informativi di formato aperto è fondamentale. I due settori utilizzano software di BIM authoring differenti e questo ci ha permesso di arrivare ad un livello di efficienza avanzato nello scambio di modelli informativi in formato aperto.
Recentemente lo studio ha incentrato la ricerca sull’efficientamento dell’utilizzo dei modelli per il calcolo diretto delle quantità a mezzo di abachi integrati con il fine di produrre computi metrici estimativi soprattutto per la fase di cantiere. Il collegamento delle WBS ai modelli BIM ci permette di poter monitorare lo sviluppo dei modelli in fase esecutiva e andare a sviluppare in modo particolare gli aspetti di controllo delle interferenze, dei tempi e dei costi.
Da diversi anni lo studio si occupa del progetto S.M.A.C. – Seismic Multilevel Assessment procedure for Churches – ovvero dello sviluppo di una procedura e di una serie di strumenti informatici per la verifica e il consolidamento strutturale di un portfolio di 226 chiese tutelate nel territorio di Groeningen nei Paesi Bassi. Questo progetto ha dato una spinta all’interno del team per la ricerca di procedure utili all’obiettivo del progetto utilizzando software diversi tra loro. Ad oggi il procedimento inizia dalla nuvola di punti ottenuta da rilievo laser scanner con successiva realizzazione del modello strutturale in Revit che viene poi importato in Extreme Loading for Structures per le verifiche strutturali.

Può raccontarci qualche progetto su cui sta lavorando?
Da più di un anno mi occupo del progetto di Ampliamento e rifunzionalizzazione del CNAO – Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica per il trattamento dei tumori con protoni e ioni carbonio – di Pavia, un’eccellenza del nostro territorio nella lotta ai tumori. Si prevede la realizzazione di una nuova area di protonterapia con un acceleratore di protoni in grado di far ruotare i fasci di particelle attorno al paziente e di un’area dedicata alla metodica sperimentale BNCT per il trattamento di tumori particolarmente complessi.
Ho seguito tutta la fase di progettazione esecutiva partecipando alle riunioni di coordinamento con i progettisti esterni allo studio, effettuando le verifiche del modello BIM architettonico nei confronti della normativa vigente e le clash detection dei modelli federati.
Lo sviluppo della progettazione esecutiva è stato effettuato quasi interamente a distanza, anche a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, ma essendo tutti i collaboratori attivi con un approccio BIM alla progettazione è stato possibile scambiare informazioni in modo agile.
Questa commessa mi ha sicuramente dato grande impulso dal punto di vista professionale ma anche personale per la funzione che questo intervento andrà ad espletare nei confronti della salute pubblica. Il cantiere è ormai in partenza, sarà sviluppato in chiave BIM e data la complessità dell’opera non vedo l’ora di iniziare questa nuova sfida.

Quali sono secondo lei le prospettive future del BIM in Italia?
Personalmente credo che il vantaggio all’uso della metodologia BIM rispetto al metodo tradizionale di progettazione porti notevoli vantaggi soprattutto di gestione del tempo e della mole di informazioni che un progetto necessita per essere realizzato e dello snellimento della comunicazione tra i gruppi di progetto.
Credo che nei prossimi tempi si parlerà sempre meno del BIM come novità perché penso che entrerà a far parte della metodologia di lavoro quotidiana e anche la normativa di riferimento raggiungerà una maggiore maturità. Ad oggi credo sia un cambiamento ostico soprattutto per le realtà più piccole sia per una questione di costi che metodologica, ma la qualità e l’efficienza che ne deriva credo debbano essere il motore trainante del cambiamento.

 

 

 

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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