Davide Strada, ODB: il BIM ha ancora margini di diffusione

L’Arch. Davide Strada ha cominciato il suo percorso di approfondimento del BIM da autodidatta nel 2015 quando ancora la metodologia non era ancora diffusa. Oggi è BIM Coordinator e responsabile progettazione architettonica dello studio ODB and Partners.

Quale è stato il suo percorso professionale che l’ha portata al BIM?
Mi sono avvicinato al metodo BIM da autodidatta, lavorando su alcune commesse per conto di una società di ingegneria di medie dimensioni, a Milano. All’interno di questa società mi occupavo principalmente di progettazione integrata a supporto dell’impresa di costruzione in fase di esecuzione, ma non sono mancate esperienze di progettazione architettonica preliminare e definitiva.
Correva l’anno 2015, e il BIM era una metodica ancora in corso di implementazione negli standard operativi di quella realtà aziendale. Per questo motivo si decise di sfruttare l’occasione di una commessa di dimensioni contenute, per la quale avremmo ricoperto il ruolo di progettista unico e general contractor con una certa autonomia in termini di tempistiche e modalità operative, come banco di prova per costruire uno standard aziendale in materia di BIM. Fortunatamente ero parte del team che se ne sarebbe occupato e ho potuto beneficiare della possibilità di approcciare il tema da zero, imparare quindi lavorando su un caso concreto. Cosa che continuo a fare ancora oggi.

Quali sono le principali caratteristiche della sua figura professionale?
Attualmente ricopro il ruolo di responsabile di commessa per uno studio di architettura di piccole dimensioni, Ottavio Di Blasi & Partners, sempre a Milano. Dal momento che lo studio dispone di un organico piuttosto ridotto, non è possibile organizzare le risorse a disposizione secondo una vera e propria struttura gerarchica. Ciò significa che ad ognuno di noi è richiesto un certo grado di flessibilità, tale da poter svolgere i più svariati compiti in base alle esigenze contingenti e ad un carico di lavoro spesso altalenante.
La varietà delle mie esperienze pregresse, soprattutto in materia di progettazione esecutiva e costruttiva di media e grande complessità, mi ha portato però sempre più frequentemente, all’incrementarsi del numero di commesse in corso, ad accantonare la figura del progettista “puro” in favore di un ruolo più legato al coordinamento del team di progettazione, alla supervisione del flusso informativo e allo scambio interdisciplinare.

Quali vantaggi secondo lei porta il BIM alla progettazione?
Un primo evidente vantaggio riguarda la contrazione delle tempistiche di progettazione, alla quale si affianca la possibilità di affrontare attività complesse con risorse relativamente limitate. Il secondo grosso vantaggio è la possibilità di snellire considerevolmente il coordinamento interdisciplinare, agevolando così lo scambio informativo tra le differenti figure coinvolte.
Altri vantaggi hanno a che fare senza dubbio con le infinite possibilità della modellazione parametrica, la facilità di estrazione e combinazione dei dati dal flusso informativo, l’analisi dinamica, l’automazione dei processi, fino alla mappatura e al monitoraggio del patrimonio costruito. Da ultimo, ma non certo per importanza, la possibilità di presentare in maniera efficace e facilmente comprensibile l’idea progettuale anche ai non addetti ai lavori – ovvero a clienti, amministrazioni e utilizzatori finali.

Come si lavora in BIM all’interno della sua realtà aziendale?
Come detto in risposta alla seconda domanda, la mia realtà aziendale è quella di uno studio di piccole dimensioni. La struttura dell’organico, in relazione alle commesse in lavorazione e alle dinamiche operative, non troverebbe vantaggio da una suddivisione troppo rigida dei ruoli tra BIM Manager, BIM Coordinator e BIM Specialist. Forse sarà possibile farlo nel prossimo futuro, ma allo stato attuale delle cose il responsabile di commessa deve saper operare in maniera trasversale; non è detto che ciò costituisca necessariamente un aspetto negativo. Sono convinto del fatto che un’eccessiva settorializzazione delle competenze tolga la possibilità di sviluppare un approccio mentale aperto sul progetto e acquisire una consapevolezza del processo nella sua globalità.
Attualmente stiamo finalizzando la fase di implementazione del metodo BIM con la definizione di uno standard aziendale valido per tutti i progetti futuri e presenti. Lo step successivo riguarderà senza dubbio la specializzazione delle risorse dello studio, magari con l’acquisizione di certificazioni specifiche in funzione delle inclinazioni professionali delle diverse figure.

Può raccontarci qualche progetto su cui sta lavorando?
Attualmente sto affiancando, in veste di Direttore Artistico, la Direzione Lavori per il cantiere della nuova stazione RFI di Sesto san Giovanni, contestuale al masterplan di riqualificazione delle aree Falck; tra il 2017 e il 2019 avevamo sviluppato la progettazione definitiva ed esecutiva in collaborazione con Renzo Piano Building Workshop. Parallelamente mi sto occupando, come responsabile di commessa, della progettazione definitiva di due interventi di riqualificazione in ambito di edilizia universitaria, per l’Università di Padova e per l’Università Statale di Milano. In quest’ultimo caso avrò finalmente la possibilità di mettere a frutto le competenze acquisite con la Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio (conseguita nel 2019 presso il Politecnico di Milano) e sondare le potenzialità del metodo BIM anche in ambito di conservazione del patrimonio costruito.
Sto infine supervisionando la progettazione esecutiva per la realizzazione di un grande memoriale della tratta degli schiavi d’Africa di prossima realizzazione a Dakar, in Senegal.

Quali sono secondo lei le prospettive future del BIM in Italia?
Negli ultimi anni la metodologia BIM ha trovato sempre maggior diffusione negli studi di architettura e nelle società di ingegneria, tanto che oggi è considerata imprescindibile per lo sviluppo di progetti, dalla grande alla piccola scala. Credo che molto sia ancora da fare, poiché svariate realtà professionali con le quali capita di collaborare ancora non hanno implementato il metodo (il che complica non poco il processo progettuale) e molte aziende che offrono supporto alla progettazione non dispongono ancora di una banca dati di oggetti e famiglie. Si tratta ad ogni modo soltanto di una questione di tempo: chiunque si sia approcciato al BIM ha acquisito consapevolezza del fatto che non si torna più indietro. Ad ogni modo credo che le principali prospettive future siano due: da un lato l’integrazione tra progettazione in BIM e le interfaccia di realtà virtuale/aumentata, che renderà ancora più user friendly l’esperienza fruitiva del bene sin dalla sua fase di progettazione, dall’altro l’implementazione del metodo BIM alla fase realizzativa e gestionale delle opere. In questo ambito, in particolare, mi sembra di notare maggior arretratezza sia nel settore pubblico sia in quello privato. Le potenzialità del metodo nelle sue differenti dimensioni (4D, 5D, 6D, 7D, 8D) sono ancora in gran parte da cogliere e sfruttare, soprattutto in funzione delle sfide presenti e future nelle quali il patrimonio costruito avrà un ruolo non indifferente; mi rifersico alla sostenibilità ambientale, ma non solo. In questi campi è fondamentale avere una “visione strategica di insieme”, e avere a disposizione uno strumento che favorisce l’analisi interdisciplinare sarà di importanza imprescindibile.
Il metodo quindi ha, a mio avviso, ancora enormi margini di diffusione: dalla progettazione, alla programmazione e gestione delle lavorazioni in cantiere, all’analisi e monitoraggio del bene per tutto il suo ciclo di vita. Questo sia per le opere di nuova costruzione, per le quali si auspica un sempre più ridotto impatto sull’ambiente, sia a maggior ragione per il patrimonio costruito.

mm

Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial