Fabrizio D’Amico, Università Roma Tre: BIM e digital twin per la sicurezza stradale e infrastrutturale

Il gruppo di ricerca BIMInside, nato all’interno del Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi Roma Tre, opera per ottimizzare l’implementazione del BIM nel settore delle infrastrutture lineari di trasporto, come spiega l’Ing. Fabrizio D’Amico, docente del corso di “Progettazione Integrata Delle Infrastrutture Viarie” in ottica BIM-oriented.

Può descriverci il vostro gruppo di ricerca, quali sono le finalità dei vostri studi e da quanto tempo il BIM fa parte dei vostri interessi?
Il nostro gruppo di ricerca opera presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi Roma Tre e comprende diverse figure professionali dell’ambiente universitario che vanno da professori, ricercatori, assegnisti

Il Prof. Fabrizio D’Amico (terzo da sinistra) e alcuni membri del gruppo BIMInside

e dottorandi. Una struttura molto variegata che consente di confrontare vari punti di vista ed esperienze diverse in modo che ciascuno apporti un know-how al fine di rendere il lavoro collettivo più efficiente.
Sono parte del gruppo alcuni docenti del settore ICAR 04 “Strade, Ferrovie ed Aeroporti”, che collaborano anche nell’ambito del LASSTRE – Laboratorio di Sicurezza Stradale dell’Università degli studi Roma Tre, che da molti anni concentra i propri sforzi nello studio e nella ricerca di soluzioni atte a migliorare la sicurezza stradale sul territorio infrastrutturale nazionale ed internazionale.
Più recentemente, nell’ambito dell’applicazione del Building Information Modeling anche al campo delle infrastrutture lineari di trasporto, si è costituito un gruppo di ricerca dedicato a tali aspetti e denominato BIMInside che, anche grazie al contributo di ex-studenti ormai divenuti affermati professionisti ha sviluppato, e continua a farlo, interessanti e numerose attività (per informazioni ci si può rivolgere a biminside@uniroma3.it).
Le finalità a cui oggi puntiamo con il nostro lavoro sono lo studio per ottimizzare l’implementazione del BIM nel settore delle infrastrutture lineari di trasporto in tutte le sue fasi, dalla progettazione, passando per la cantierizzazione fino alla manutenzione e monitoraggio del costruito.
Abbiamo iniziato ad inserire l’implementazione BIM nel contesto del nostro gruppo di ricerca da ormai diversi anni, proponendolo anche come elemento integrante

Urban digital twin per la sicurezza stradale

all’interno dei corsi universitari. In particolare, già dal corso di “Progettazione Integrata Delle Infrastrutture Viarie” tenuto dal sottoscritto Prof. Fabrizio D’Amico nell’ambito del Corso di Laurea in Ingegneria Civile, è consigliato agli studenti di affrontare le esercitazioni progettuali proposte sfruttando strumenti BIM-Oriented al fine di intraprendere un percorso da sviluppare anche nel prosieguo degli studi. A tal riguardo, vengono infatti anche sviluppate diverse Tesi di Laurea e percorsi avanzati come Dottorati di ricerca, su tematiche di particolare interesse al fine di contribuire alle attività di sviluppo che si sono da tempo intraprese in questo ambito.

Quali sono attualmente i progetti più significativi su cui state lavorando in cui sono coinvolti BIM e digital twin?
Uno dei principali progetti in cui siamo attualmente coinvolti è il Progetto MLazio, scaturito da un accordo di collaborazione tra la Regione Lazio e il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi Roma Tre. Un progetto che mira all’individuazione di procedure, criteri e linee guida per la manutenzione e gestione del rischio statico e sismico dei ponti e dei viadotti della Regione Lazio. In collaborazione con i colleghi strutturisti della sezione di Ingegneria Civile del nostro Dipartimento, ci stiamo occupando di implementare il processo BIM come elemento cardine per la gestione delle informazioni e l’analisi delle opere in elevazione, nel rispetto delle “Linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza ed il monitoraggio dei ponti esistenti” emanate dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS).
Inoltre, stiamo portando avanti altre interessanti attività di ricerca applicata che riguardano l’integrazione di dati ottenuti da azioni di monitoraggio in sito attraverso rilievi non distruttivi, per lo sviluppo  di modelli digitali delle opere ispezionate, propedeutici alla pianificazione e gestione delle attività manutentive nell’ambito di un Progetto Rilevante Interesse Nazionale finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca denominato “Extended Resilience Analysis of Transport Networks (EXTRA TN).
Un ulteriore esempio di attività innovativa riguarda il campo della sicurezza stradale, dove stiamo implementando interessati soluzioni e applicando dei processi che consentano di creare un gemello digitale delle aree analizzate al fine di proporre interventi migliorativi della sicurezza degli utenti, potendo fare uso del simulatore di guida in realtà virtuale disponibile nel nostro Dipartimento e rispetto al quale si è sviluppata da più di due decenni una florida attività di ricerca atta ad innovare e supportare il campo della sicurezza stradale nella ricerca di soluzioni per la salvaguardia del comportamento dell’utente alla guida.
Infine, le nostre ricerche hanno trovato spazio anche in un ambito di frontiera riferito alla gestione delle interferenze tra il patrimonio archeologico e l’apertura di cantieri civili, secondo i paradigmi di quella che viene comunemente definita archeologia preventiva, aspetto sicuramente da non sottovalutare nel complesso sviluppo della realizzazione di opere civili infrastrutturali sul territorio. È stato recentemente finanziato dalla Regione Lazio nell’ambito del Centro di Eccellenza DTC Lazio, il progetto denominato BIMHERIT, che propone la realizzazione di una piattaforma digitale di condivisione delle competenze, capace di indirizzare i singoli attori

Modello BIM di un’opera in elevazione

coinvolti nel processo verso un metodo di lavoro integrato e sinergico, basato su un lessico digitale comune, in linea con i più recenti e diffusi principi di condivisione dati ed interdisciplinarità.

Come state operando e con quali risultati?
In merito allo sviluppo del progetto MLazio, facendo uso di processi BIM, il nostro obiettivo principale è quello di fornire alla Regione una procedura ottimizzata ed automatizzata per la realizzazione e gestione di modelli informativi delle opere, a partire dalla fase di censimento delle stesse e durante la loro manutenzione. Integrare aspetti multidisciplinari quali analisi strutturali o difettologiche, ed elementi maggiormente afferenti al campo infrastrutturale quali, ad esempio, l’analisi dello stato della pavimentazione stradale, è uno dei principali aspetti più stimolanti ed innovativi del progetto.
Al fine di garantire una gestione delle opere a livello di rete, non ci dimentichiamo di analizzare ed integrare l’implementazione del BIM con piattaforme GIS, garantendo la possibilità da parte dell’ente gestore di monitorare le opere in maniera più efficiente ed efficace.

Modello di pavimentazione stradale

Già diversi studi sono stati condotti, portando anche alla pubblicazione di interessanti articoli scientifici su riviste e conferenze internazionali, riguardo l’integrazione dei dati ottenuti da ispezioni non distruttive.
Nell’ambito del Progetto PRIN “EXTRA TN”, abbiamo iniziato ad analizzare le possibili procedure per l’integrazione di dati di rilievo eseguiti su pavimentazioni stradali e ferroviarie, utilizzando ed integrando la metodologia BIM.

Quali sono secondo lei le prospettive future del BIM nel settore della progettazione stradale e delle infrastrutture?
Attualmente, l’implementazione del BIM nel settore delle infrastrutture lineari di trasporto è certamente in ritardo rispetto al campo delle opere puntuali, in primo luogo per una oggettiva complessità di applicazione su ambiti così vasti ed eterogenei. Non mancano però di certo applicazioni interessanti, e già si sta dimostrando l’efficacia e l’affidabilità di questi processi nel campo dell’ingegneria civile, con un obiettivo di ottimizzazione dei processi da raggiungere al più presto. Un ruolo fondamentale dovrà essere svolto dai ricercatori universitari e non, che in questo ambito stanno già ottenendo dei risultati che consentono di applicare il BIM a diversi aspetti delle infrastrutture, auspicando che tali processi innovativi siano applicati da parte di chi gestisce e progetta le infrastrutture del nostro Paese, avvalendosi anche di un solido impianto normativo.
È anche per questa ragione che sarebbe certamente auspicabile e di estremo interesse attivare delle collaborazioni con potenziali stakeholder e utilizzatori dei processi BIM al fine di poter applicare quanto affrontato durante le attività di ricerca a casi reali/pilota di interesse comune.
In futuro mi aspetto e auspico che questi processi possano essere alla base delle attività di progettazione, costruzione e gestione delle strade e delle infrastrutture del nostro Paese in generale, non come elemento premiante o di contorno, ma come elemento costitutivo dei processi legati all’ingegneria delle infrastrutture viarie di trasporto, perseguendo gli obiettivi comuni di ottimizzazione delle attività, delle risorse e la gestione in sicurezza della nostra rete infrastrutturale.

 

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, lavora da molti anni nell’editoria B2B per la stampa tecnica e specializzata. Ha scritto a lungo di tecnologia, business e innovazione. Oggi orienta la sua professione nel campo delle tecnologie applicate alla progettazione architettonica e all’imprenditoria delle costruzioni.


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