Lucia Samorani, Autostrada Pedemontana Lombarda: Il BIM per ottimizzare la gestione delle infrastrutture

La storia professionale di Lucia Samorani, dopo la laurea in Ingegneria Civile, si lega al BIM durante l’esperienza in Milano Serravalle Engineering, a partire dal 2016. Oggi continua con nuove sfide in Autostrada Pedemontana Lombarda, come la BIM Manager racconta in questa intervista.

Qual è la sua storia professionale e come è nato il suo interesse per il BIM?
La mia esperienza con il BIM parte in Milano Serravalle Engineering, la società in house di Milano-Serravalle, quando nel 2016 colui che era al tempo l’Amministratore Unico della società, Arch. Fabio Massimo Saldini, decise di investire su questa metodologia con un piano di formazione massivo, prevedendo che sarebbe in qualche modo stato un canale d’elite in cui ottimizzare tutti i processi, sia in fase di progettazione che di costruzione nonché, poi, di gestione delle opere.
Cominciammo così a partecipare a bandi di gara in cui, già nel 2016, era richiesta una progettazione BIM. Ci aggiudicammo la realizzazione della nuova autostazione  di Castelnuovo del Garda sull’autostrada A4 Brescia-Verona-Vicenza-Padova; il bando richiedeva il progetto esecutivo in BIM. Fu il nostro “battesimo” con questa nuova e innovativa metodologia nel mondo delle infrastrutture italiane, la prima commessa gestita internamente in BIM, con una committenza che a sua volta era “alle prime armi” e non del tutto attrezzata per poter dialogare sull’applicazione del BIM in versione migliorativa. Non fu semplice, ma questa esperienza ci ha permesso prima di tutto di acquisire una serie di competenze tecniche sulla modellazione, sul controllo, sull’interazione, la sovrapposizione, le clash detection, e poi di comprendere in modo chiaro fino a che punto il BIM potesse portare un reale vantaggio al nostro lavoro. Abbiamo capito che l’innovazione tecnologica doveva essere al servizio di una progettazione integrata: il goal non è “riempire” i modelli di informazioni, magari secondarie, si rischia di complicare inutilmente il lavoro e appesantire i processi, ma elaborare modelli che siano parametrici con al loro interno le informazioni necessarie per una corretta progettazione e realizzazione.
Sulla base di questa prima esperienza abbiamo continuato a progettare in BIM e a confrontarci con Milano-Serravalle affinché anche la concessionaria abbracciasse questa metodologia.

Milano Serravalle Engineering ha anche sviluppato un software proprietario, Ramses: di cosa si tratta?
Nel 2018 il crollo del Ponte Morandi ha portato l’attenzione sulla necessità di controllare le opere d’arte dislocate lungo tutte le concessionarie a livello nazionale. Abbiamo ricevuto l’incarico di occuparcene per le opere sulle tratte in concessione di Serravalle, a partire dall’utilizzo di software sul mercato. Ci siamo resi conto di come questi non fossero predisposti per una gestione integrata e di come, allo stesso tempo, non permettessero di operare implementazioni successive. Da qui è nata l’idea di creare un nostro software, RAMSES, che dialogasse con il sistema BIM e anche GIS. Questo ci consente oggi di avere il modello BIM delle opere, di poter aprire da tablet le schede ispettive, visualizzare lo storico dei difetti, gestire in cloud gli stati manutentivi. Allo stesso tempo, stiamo sviluppando l’applicativo sulla sensoristica: con l’applicazione di sensori – collegati al modello FEM – è possibile monitorare l’andamento delle deformate e delle sollecitazioni in real time.
Con droni e laser scanner stiamo lavorando per controllare e rimappare l’esistente: grazie all’intelligenza artificiale effettuiamo un’analisi del “degrado” delle opere, secondo macchie che vanno a essere riconosciute automaticamente dalla nuvola di punti, passando poi nel modello Revit. La contestualizzazione dell’opera è effettuata tramite InfraWorks che ci consente di ricostruire il contesto in 3D, effettuare simulazioni di traffico e calcolare quindi l’impatto degli interventi di manutenzione sulle opere rispetto all’utenza. Tutti i dati sono in cloud e, grazie ai sensori, monitoriamo i valori in tempo reale.

Nel 2022 un ramo aziendale di Milano Serravalle Engineering è stato ceduto ad Autostrada Pedemontana Lombarda: qual è il suo ruolo attuale?
Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) ha acquisito le commesse di progettazione che riguardavano APL e le principali risorse che le seguivano. Unitamente alle commesse di progettazione è stata ceduta la parte più avanzata di BIM e il software RAMSES per il servizio di ispezione e monitoraggio delle opere d’arte. Oggi sono Project Manager certificato secondo la UNI ISO 21500 e UNI11648 e BIM Manager UNI 11337 e mi occupo dell’implementazione BIM sotto la direzione dell’Arch. Saldini, che ha sempre creduto nella formazione e nella multidisciplinarietà: essere specialisti in un solo ambito particolare, a volte, fa perdere la visione strategica d’insieme. È solo attraverso la ricerca e quindi l’innovazione che il nostro contributo come professionisti (e uomini) può impattare positivamente il collettivo. Proprio per questo i professionisti del nostro team di lavoro hanno conseguito certificazioni professionali di diverso tipo. Siamo BIM Specialist, Ispettori di ponti di terzo livello e allo stesso tempo alcuni di noi sono Project Manager certificati ai sensi della norma UNI ISO 21500 e UNI 11648.

Come è applicata la metodologia BIM in Autostrada Pedemontana Lombarda? Su quali progetti state lavorando attualmente?
Il progetto della tratta D è stato pioniere dell’implementazione del BIM in Autostrada Pedemontana Lombarda: la tratta è interamente progettata in BIM, con un modello federato a cui sono aggregati tutti i modelli delle diverse discipline specialistiche.
Nello sviluppo del progetto Definitivo della Tratta D abbiamo implementato anche le tecniche del protocollo ENVISION, siamo professionisti certificati Envison Sp, al fine di raggiungere i più alti livelli di sostenibilità.
Attraverso queste metodologie (BIM, PM, ENVISION) possiamo plasmare il futuro di infrastrutture sostenibili capaci di rispondere alle esigenze specifiche del contesto. Crediamo che il futuro sia l’integrazione di tutte queste parti che può avvenire solo attraverso una chiara visione strategica.
Attualmente stiamo anche andando a declinare quelli che saranno, a partire dal Progetto della Tratta D, tutti gli standard di Pedemontana; partendo da questo progetto stiamo catalogando la libreria oggetti, settando le codifiche per la parte di computi e ponendo la base per testare il Digital Twin attraverso la notarizzazione dei modelli BIM.
Allo stesso tempo abbiamo l’obiettivo di modellare in BIM il patrimonio esistente, il costruito di Pedemontana, quindi le tratte A, B1 e le opere connesse.
E poi c’è il tema della tratta B2-C, il cui general contractor WeBuild sta terminando di consegnare il progetto esecutivo: andremo a inserirci in BIM in questa fase, sul costruttivo dell’opera.

Quali sono i vantaggi del lavorare in BIM?
L’ottimizzazione di un modello BIM correttamente integrato e strutturato mostra tutta la sua efficienza nella fase di gestione dell’opera: la gestione integrata di quello che è un modello che al suo interno porta tutti i valori parametrici di manutenzione e gestione permette di performare sia un’analisi predittiva che poi un’ottimizzazione, allungando il ciclo di vita delle opere e minimizzando i costi di gestione.

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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, lavora da molti anni nell’editoria B2B per la stampa tecnica e specializzata. Ha scritto a lungo di tecnologia, business e innovazione. Oggi orienta la sua professione nel campo delle tecnologie applicate alla progettazione architettonica e all’imprenditoria delle costruzioni.


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