Massimo Deldossi e Chiara Micera: “Ance Brescia accanto alle imprese per digitalizzazione e Legal BIM”

Come viene recepito il processo di digitalizzazione nel settore delle costruzioni dal punto di vista delle imprese? Quali strumenti hanno a disposizione in vista dell’obbligatorietà di adozione del BIM dal 2025 per importi superiori a un milione di euro negli appalti pubblici? A queste domande, a queste nuove esigenze prova a rispondere Ance Brescia con un interessante progetto. Ce ne parlano nella nostra intervista esclusiva Massimo Angelo Deldossi, amministratore delegato dell’impresa Deldossi nonché Presidente di Ance Brescia e vicepresidente con delega a Tecnologia e Innovazione di Ance nazionale, e Chiara Micera, avvocato civilista con trent’anni di esperienza, consulente esperto in diritto delle nuove tecnologie e del “Legal Bim”. Ance Brescia, infatti, ha avviato con l’avvocato Micera un progetto specifico per supportare le imprese edili nel percorso di digitalizzazione, con un focus sugli aspetti legali e contrattuali.

Presidente Deldossi, qual è, dal suo punto di vista, il ruolo dell’innovazione nel settore “construction” nel mercato italiano?
(Massimo Deldossi) Il nostro settore per decenni è stato “immobile” ma negli ultimi 20 anni ha vissuto una disruption, che ha portato a innovazioni di processo e tecnologiche. Oggi il settore si trova con scarsità di manodopera, difficoltà nel reperire personale qualificato, complessità sempre maggiori da affrontare nelle realizzazioni, produttività da ottimizzare. La conseguenza di tutto questo porta a valorizzare le innovazioni tecnologiche e, allo stesso tempo, i processi in chiave digitale. Con il BIM, ma non solo: esistono oggi sul mercato tante soluzioni digitali che aiutano le imprese a far sì che la gestione dei dati venga ottimizzata.

Massimo Angelo Daldossi

I dati non si riferiscono solo alle opere costruite, ma anche a tutto ciò che riguarda l’azienda. Citiamo per esempio le diverse certificazioni (sulla qualità, l’ambiente, la sicurezza, la sostenibilità) che richiedono sempre più una correttezza di dati, processi e attestazioni. Per fare un esempio concreto, si pensi anche solo a quanto può essere complesso tenere sotto controllo tutti gli scadenzari aziendali: dei patentini, dei dipendenti, dei macchinari…
La complessità nel settore rispetto a 30 anni fa è molto più elevata e, di conseguenza, sono evolute anche le competenze professionali necessarie, nelle diverse discipline. I professionisti oggi devono interfacciarsi e collaborare tra loro, in ogni fase del progetto.

Quali sono le criticità ancora in essere che ostacolano una reale digitalizzazione della filiera?
(Massimo Deldossi) Nella pubblica amministrazione sicuramente permane un problema di infrastrutture da aggiornare. L’altra criticità riguarda la sfera normativa e legale: con un corpo normativo stratificato da decenni, soprattutto legato agli appalti pubblici, è tempo di risolvere le discordanze che si riscontrano tra gli obblighi di legge e gli aspetti pratici della digitalizzazione. Per esempio, la normativa tuttora prevede che tutta una serie di documenti siano cartacei. Il cosiddetto “Legal BIM” nel biennio 2024-25 avrà un ruolo determinante, anche per risolvere le questioni relative alla cyber security e alla gestione dei dati.
Il terzo tipo di problemi è legato ai metadati: veniamo da un mondo analogico e ci troviamo a dover associare un enorme quantità di dati a ogni oggetto che si inserisce in un progetto. Questo ha un costo, e sarebbe quindi utile trovare una linea comune per la gestione e la calibrazione dei metadati, definendo dei livelli di dettaglio in ogni progetto, che potrebbero cambiare a seconda dei lavori, cercando per alcune realizzazioni di rendere questo processo più snello.
Inoltre, credo che, nelle richieste della PA, sarebbe utile che si prendessero in considerazione anche le qualifiche di un’impresa e le sue capacità organizzative, non solo le certificazioni dei singoli professionisti.

Dal 2025 entriamo in una nuova fase dell’obbligatorietà del BIM: i meccanismi sono corretti, sono pronti ad accogliere il nuovo processo?
(Massimo Deldossi) Il corpo normativo esiste, alcuni aspetti magari andranno perfezionati e sarà più semplice farlo dopo l’effettiva applicazione su progetti concreti e prototipi reali. Il meccanismo di partenza è corretto, il Codice degli Appalti ha fornito le istruzioni generali e poi arriveranno i decreti attuativi mancanti. Ritengo che sarà utile, sempre più, intraprendere una progettazione “a più mani” per ragionare insieme agli altri attori coinvolti in un progetto.

Avv. Chiara Micera

(Chiara Micera) Per arrivare a comprendere se i meccanismi siano corretti, sono necessarie due cose: la prima è un impiego massivo delle tecnologie, che permetterà di individuare eventuali criticità e, in ragione di quelle, creare delle regolamentazioni. Ragionare su ipotesi di difficoltà e ipotesi di criticità, per provare a prevenire, è piuttosto complesso.
Il secondo aspetto è legato alla copertura assicurativa, un tema trasversale. Fino a oggi non c’era un obbligo assicurativo per le imprese quindi non esiste uno “storico” significativo. Nel mondo assicurativo c’è un meccanismo ontologico sul contratto aleatorio, che ragiona sulla statistica del sinistro: è su questa che viene quantificato il premio e, soprattutto, messo a punto il regolamento contrattuale. A oggi le compagnie di assicurazione non hanno un numero elevato di sinistri utile a orientare le proprie strategie per questo sul mercato c’è una situazione “a macchia di leopardo”. Il nuovo Codice Appalti ha previsto l’assicurazione per gli operatori della PA e questo sta dando un impulso al mercato, che servirà a tutta la filiera.
Possiamo dire che la contrattualistica è la prima forma di protezione del dato e di Cyber Security: conferire una disciplina rigorosa ai rapporti sia interni di una struttura, sia verso i terzi, limita fortemente i rischi sulle violazioni cyber. Guardando alla casistica sulle violazioni informatiche, emerge che il primo dato è legato al dipendente che fa un uso improprio della mail e prende dei virus informatici. Creare una policy aziendale, di conseguenza, aiuta ad abbassare i rischi.
Guardando alla digitalizzazione del settore delle costruzioni, si parla proprio in termini di gestione del rischio. I rischi attengono a una serie di vulnerabilità, che i processi pongono in essere.

Avvocato Micera, come si gestisce il rischio nell’era della transizione digitale?
(Chiara Micera) Dal punto di vista legale, alzare la soglia della protezione significa aumentare una serie di guarentigie – e quindi di oneri – per la gestione di quel fenomeno. All’atto pratico, prudenzialmente, un giurista saprà indicare una serie di procedure e stipulare una contrattualistica utile a prevenire e a dirimere gli eventuali contenziosi.
Nell’era della transizione digitale, tutti gli operatori sono chiamati o ragionare in termini di Risk Management, sia sul profilo analogico sia su quello digitale, poiché siamo ancora in una fase di transizione in cui i due aspetti coesistono. Non avendo una storicizzazione di questo passaggio, non è inoltre possibile orientarsi guardando ai precedenti. La casistica, l’errore, le pronunce giurisprudenziali passate, di solito orientano – in caso di contenzioso – su una soluzione piuttosto che su un’altra. In un quadro “nuovo” come quello che stiamo considerando, invece, ci si deve basare sull’ordinamento interno, su quello internazionale e naturalmente sui principi generali, quindi anche per il buon senso.

Il nuovo Codice degli Appalti punta molto sulla digitalizzazione e sul BIM, come è stato recepito dal mercato?
(Massimo Deldossi) Come tutte le volte che si introduce una novità, si può incontrare un’iniziale resistenza al cambiamento, che in questo caso coinvolge i professionisti, le imprese e tutta la filiera, tra cui impiantisti, elettricisti, ecc. Tutti sono chiamati ad adottare un nuovo approccio, molti si stanno organizzando.
Anche i committenti dovranno avere una nuova sensibilità e competenza digitale. Il BIM oggi è già richiesto in molti sviluppi privati e immobiliari, anche la pubblica amministrazione e le imprese dovranno strutturarsi. A formare il committente, dovrebbe essere l’esigenza del mercato e l’evidenza dei benefici che un processo sempre più digitale e ottimizzato porta alla realizzazione di un’opera. Ma il processo di acquisizione di questa consapevolezza non è breve.

(Chiara Micera) Se il committente non ha la conoscenza e la consapevolezza di quello che chiede, in un bando pubblico piuttosto che in una gara privata, non ne comprende nemmeno il valore economico. Agli studi di progettazione e alle imprese oggi viene richiesto un enorme sforzo, che ha un controvalore economico da valorizzare adeguatamente nell’ambito di un bando pubblico o dell’affidamento di un incarico. Quindi la formazione del committente è un meccanismo a cascata: più il committente sarà in grado di comprendere il reale valore di una commessa BIM e digitale, più le imprese con la valorizzazione economica del loro lavoro saranno in grado di investire in termini di formazione.
A formare il committente, dovrebbe essere l’esigenza del mercato e l’evidenza dei benefici che un processo sempre più digitale e ottimizzato porta alla realizzazione di un’opera. Ma il processo di acquisizione di questa consapevolezza non è breve.

Bisognerà quindi lavorare sulla formazione del personale: come si sta muovendo Ance Brescia?
(Massimo Deldossi) Siamo partiti a Brescia fin dal 2017 con il supporto e la consulenza alle imprese sui temi del BIM e della digitalizzazione. All’interno di Campus Edilizia Brescia abbiamo riunito tutto il sistema bilaterale bresciano: Ance, la Cassa edile, la scuola edile, gli ordini professionali, l’Università, il Comune, la Provincia. Rivolgendoci alla filiera, abbiamo proposto dei seminari sul BIM e creato momenti di approfondimento e confronto. In Ance Brescia abbiamo anche concepito quello che oggi è un portale a servizio dell’Ance nazionale: Check. Un software gratuito per gestire digitalmente la parte documentale del cantiere condividendo rapidamente i dati con gli operatori e i professionisti coinvolti.
Negli anni abbiamo portato avanti numerose iniziative, fino ad aiutare le imprese a certificarsi anche per la UNI/PdR 74 di sistema di gestione BIM.

Il vostro supporto alle imprese tocca anche il tema del Legal BIM: in che modo?
(Massimo Deldossi) Ance Brescia in partnership con l’avvocato Chiara Micera ha recentemente creato uno Sportello BIM per fornire alle imprese una consulenza diretta sui temi del Legal BIM.
È uno sportello gratuito per gli associati, attivo presso la sede di via Ugo Foscolo. Il progetto rientra nell’ambito del percorso avviato dall’Associazione per fornire alle imprese associate un supporto dedicato sulle tematiche di digitalizzazione e BIM.
Per fornire un contenuto all’altezza dei nostri obiettivi abbiamo coinvolto l’avvocato Chiara Micera, consulente esperto in diritto delle nuove tecnologie e del “Legal Bim”, disciplina che nonostante sia particolarmente innovativa, la vede tra i pochissimi che possa vantare una specializzazione storicizzata.
Parallelamente a questo sportello, stiamo portando avanti attività per fare cultura su questi temi, oggi imprescindibili. Un ulteriore strumento, per gli associati, per intraprendere nel migliore dei modi il percorso verso la digitalizzazione.

Avvocato Micera, formazione sui temi del digitale e Legal BIM sono quindi temi attualissimi per le imprese. In questo contesto si inserisce la sua partnership con Ance Brescia: di cosa si tratta?
In partnership con Ance Brescia metterò a disposizione delle imprese associate le mie competenze pluriennali sul Legal BIM e sugli aspetti contrattuali e legali nella digitalizzazione delle costruzioni. Presso la sede di Ance Brescia è stato istituito uno Sportello BIM per fornire alle imprese una consulenza diretta su questi temi. Abbiamo anche avviato un corso di formazione su tutti gli articoli di Codice Appalti che trattano il BIM. Inoltre, tramite la newsletter destinata agli associati e la rivista edita da Ance Brescia, lavoriamo per creare una cultura sul tema del Legal BIM, facendo formazione e informazione. L’interesse che stiamo riscontrando da parte delle imprese è molto alto.

 

 

 

 

 

 

 

mm

Giornalista della redazione di BIMportale, professionista della comunicazione e del marketing per il settore AEC – Architetture Engineering & Construction. Ha lavorato per molti anni nell’editoria B2B dirigendo una delle principali testate specializzate per l’industria delle costruzioni, per la quale è stato autore di numerosi articoli, inchieste e speciali. Durante questa lunga esperienza editoriale ha avuto modo di vivere e monitorare direttamente l’evoluzione del settore e la sua continua trasformazione, lavorando a stretto contatto con i principali protagonisti del mercato: imprese edili, progettisti, committenti, produttori. Su tali premesse nel 2007 ha fondato l’agenzia di comunicazione e marketing Sillabario, che si occupa delle attività di comunicazione e ufficio stampa di importanti marchi industriali del settore delle costruzioni.


Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial