Prof. Roberto Di Giulio, Università di Ferrara: Il BIM per la conservazione del patrimonio storico

Architetto, PhD, Professore Ordinario di Progettazione Tecnologica dell’Architettura presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara il professor Roberto Di Giulio è stato il Coordinatore del progetto “INCEPTION – Inclusive Cultural Heritage in Europe through 3D semantic model” (2015-2019), finanziato dalla Commissione Europea nel programma Horizon 2020 ed è attualmente il CEO della start-up INCEPTION, spin-off dell’Università di Ferrara per lo sviluppo dei risultati del progetto (https://www.inceptionspinoff.com). Dal 2021 al 2023 è stato anche coordinatore Scientifico del Progetto europeo 4CH per la costruzione dell’European Competence Centre for the Conservation of Cultural Heritage.

Come nasce il suo approccio al BIM e come si sviluppano le sue attività di ricerca in questo campo?
Il mio interesse e le mie attività nel settore delle tecnologie BIM hanno seguito percorsi diversi e paralleli che riguardano la didattica, la ricerca e le collaborazioni e consulenze scientifiche per committenti pubblici e privati.
Per quanto riguarda la didattica, il Corso di Laurea Magistrale in Architettura a Ferrara ha introdotto da tempo i temi della digitalizzazione del processo di progettazione avviando, anche con la collaborazione di grandi aziende, percorsi di formazione sull’uso dei software per la modellazione BIM.
Nel campo della ricerca le prime esperienze risalgono ai primi anni del 2000, anni in cui ho partecipato a due progetti finanziati dall’Unione Europea, coordinati dall’istituto olandese di ricerca TNO, per lo sviluppo di procedure e strumenti innovativi basati sull’uso del BIM. Il primo riguardava lo sviluppo di una piattaforma per la condivisione delle alternative progettuali nella realizzazione di interventi di cohousing. L’obiettivo era quello di creare uno strumento per la partecipazione attiva degli utenti nelle varie fasi del progetto, dalla scelta dell’area di intervento fino a quella delle soluzioni costruttive e dei materiali. La piattaforma che fu messa a punto consentiva agli utenti di interagire con i progettisti ponendo loro richieste e proposte e visualizzando poi le possibili soluzioni “navigando” nel modello virtuale dell’edificio. L’impiego delle tecnologie di modellazione BIM consentiva non soltanto di ottenere una rappresentazione tridimensionale dell’edificio, ma di avere anche in tempo reale i dati relativi ai costi e alle prestazioni delle alternative possibili.
Il secondo progetto di ricerca era un po’ più sofisticato e riguardava i temi della riqualificazione funzionale e dell’efficientamento energetico degli ospedali. Obiettivo strategico del progetto di ricerca STREAMER (questo l’acronimo del progetto) era la definizione di strumenti e metodi di progettazione degli edifici ospedalieri che consentissero la riduzione del 50% del consumo energetico e delle emissioni nei grandi distretti sanitari. Il raggiungimento di questo risultato si basava sulla creazione di strumenti integrati, basati sulle tecnologie BIM e GIS, in grado fornire un efficace supporto alle decisioni dei vari soggetti coinvolti nel progetto e nella gestione dei complessi ospedalieri.
Questi strumenti, basati in particolare sulle potenzialità delle tecnologie BIM, permettevano di confrontare soluzioni relative alla configurazione e distribuzione degli spazi confrontandone la funzionalità e le prestazioni relative al contenimento dei consumi energetici. Ovviamente, la procedura prevedeva che i parametri venissero inseriti dal progettista e che a lui competesse poi la scelta della soluzione migliore tra quelle possibili. Molto spesso si fa l’errore di pensare che le potenzialità degli strumenti digitali nel processo di progettazione (ieri il CAD oggi il BIM) possano portare ad una mortificazione del lavoro dell’architetto, ma in realtà queste tecnologie sono un supporto alla creatività e alla libera espressione del progettista;  le applicazioni sviluppate nel progetto STRAMER, per esempio, erano esclusivamente strumenti operativi per tenere sotto controllo e valutare più rapidamente un alto numero di variabili.

Più recentemente ha lavorato invece ad un progetto di ricerca sulla conservazione del patrimonio culturale?
Si tratta del progetto di ricerca “INCEPTION” sulla modellazione tridimensionale dei siti del patrimonio culturale. Il progetto è stato sviluppato da un Consorzio di 14 partners di 10 diversi paesi europei, coordinati dall’unità di ricerca del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara, ed è stato finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Quadro Horizon 2020.
Il progetto, nato con lo scopo di sviluppare metodologie innovative nel campo della modellazione 3D, ha messo a punto procedure di modellazione basate sulle tecnologie del semantic BIM e strumenti di accesso, di fruizione e di ricerca nel settore dei patrimoni culturali.
L’elemento innovativo delle tecnologie e degli strumenti di modellazione sviluppati da INCEPTION è il collegamento semantico, tramite specifiche ontologie, tra i dati e le informazioni connesse al bene culturale e le singole parti dei modelli BIM. Dati e informazioni alle quali si accede tramite una piattaforma web-based.
La piattaforma semantica consente di visualizzare i modelli 3D da qualsiasi dispositivo abilitato al web e navigare nei modelli interagendo con i singoli oggetti da video o in modalità VR/AR/XR.
“Visitando” in ambiente virtuale l’edificio si possono selezionare i singoli oggetti e accedere ai dati ad essi collegati (testi, immagini, video, etc.) secondo varie modalità e a livelli diversi in relazione al profilo dell’utente, alle sue esigenze, alle sue prerogative di accesso.

Quali possono essere ulteriori sviluppi di questa ricerca?
Sicuramente il perfezionamento dei processi di rilievo e modellazione BIM (anche con l’impiego delle tecnologie e delle applicazioni dell’intelligenza artificiale). Stiamo lavorando inoltre all’ulteriore lo sviluppo degli strumenti della piattaforma INCEPTION che verrà utilizzata all’interno dei servizi del costituendo Competence Centre Europeo per la Conservazione del Patrimonio Culturale.
La struttura operativa e il laboratorio dello spin-off Inception – che costituiranno il dipartimento 3D del Competence Centre – offrono già una serie di servizi alle Istituzioni che operano nel settore dei Beni Culturali. A livello europeo stiamo lavorando con Europeana su due progetti. In Italia stiamo collaborando con il Ministero della Cultura e con l’ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) e stiamo ora sviluppando un programma di censimento e raccolta degli asset 3D con il Settore Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cosa ne pensa dello sviluppo del BIM in Italia?
Mi sembra che lo sviluppo delle tecnologie BIM in Italia sia in linea con gli obiettivi e le strategie europee di transizione digitale nel settore delle costruzioni. L’impiego del BIM negli studi di progettazione si sta rapidamente diffondendo (i BIM manager e i BIM specialist sono molto ricercati). Anche sul versante della committenza, e in particolare della committenza pubblica, il processo di adeguamento è in atto; del resto, i tempi per l’adozione del BIM negli appalti pubblici sono scanditi dal cronoprogramma del DM 560/2017.

mm

Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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