Square Solutions, il BIM per digitalizzare e gestire il costruito

Tre.digital srl è una società che si occupa di soluzioni digitali integrate con due differenti divisioni: una si occupa di tecnologie 3D e realtime per la comunicazione di prodotto nei settori manifatturieri e del mobile, l’altra divisione si occupa di consulenza gestionale e ICT per il settore AECOO. Ad oggi questa seconda realtà è diventata una rete d’impresa, Square appunto, come primo passo per una successiva conformazione aziendale. La rete d’impresa è attualmente formata anche da BOLD (ingegneria digitale), Shape 5D (computational design) e GlobaRT (rilievi avanzati).
Oggi sta collaborando con realtà pubbliche e private implementando processi e tecnologie BIM; segue il processo di progetto e costruzione degli immobili focalizzandoci sulla gestione ciclo vita degli stessi, fornendo servizi di modellazione informativa, coordinamento e BIM management.
Tre.digital nasce nel 2018 dalle diverse esperienze dei suoi fondatori nel settore della progettazione architettonica, della gestione informativa e della grafica 3D. Nel corso degli anni l’esperienza li ha portati ad approfondire i temi del BIM con l’obiettivo di offrire servizi digitali per il costruito, come spiega l’Arch. Denis Mior, CEO di Tre.digital srl / Square.

Come nasce Square Solutions e con quali obiettivi?
L’idea alla base di Square nasce nel 2020 come divisione di Tre.digital; il mio personale approccio al BIM risale al 2005 quando, subito dopo la laurea in architettura, ho iniziato a progettare edilizia privata e pubblica in Revit estraendo già allora dati dai modelli per i computi metrici. Tra il 2010 e il 2014, anni nei quali nasce il termine BIM, ho dato al mio lavoro un taglio più informativo e gestionale, anziché legato alla pura progettazione architettonica, ed è stato quindi naturale declinare l’utilizzo di queste metodologie su questi temi.
Sebbene ancora oggi spesso si associ il BIM alla sola fase progettuale di un’opera, con Square vogliamo invece evidenziare le opportunità che questa metodologia può portare a livello gestionale. Forniamo al mercato tre livelli di servizi, che hanno come target le aziende corporate e la Pubblica Amministrazione.

Quali sono le tre tipologie di servizi che offrite?
Il primo è quello che ci piace chiamare “digitalizzazione del costruito” e include il rilievo, lo scan to BIM, la realizzazione di modelli informativi. Sono tutte attività oggi conosciute, non esplorate fino in fondo ma c’è una consapevolezza e una comprensione immediata da parte del potenziale cliente, a differenza degli altri servizi che proponiamo, rispetto ai quali ritengo ci sia ancora un margine di consapevolezza da acquisire da parte del mercato.
Il secondo servizio è appunto la gestione informativa: offriamo supporto e coordinamento a studi di progettazione e imprese e in occasione di gare di appalto per la realizzazione di progetti, oppure di proposte di gestione informativa che contribuiscono a determinare le richieste di futuri progetti sia nella PA sia nelle aziende corporate più strutturate. Con la nostra società possiamo partecipare a gare pubbliche in RTP occupandoci di BIM management.
Il terzo aspetto è quello legato al digital twin: sviluppiamo piattaforme interoperabili per la gestione del costruito. Ora questo termine, digital twin, sta entrando nel vocabolario comune degli utenti, sempre più sensibili al tema del facility management. Il BIM, per la sua natura di aggregatore di dati e per la sua capacità di fornire informazioni valide, aggiornate e affidabili, gioca un ruolo fondamentale per assolvere alle necessità di gestione del costruito.

Perché la scelta di porre il vostro focus sull’HBIM, cioè la digitalizzazione del patrimonio esistente?
Crediamo sia un settore che meriti di essere sviluppato, ancora poco esplorato e valorizzato. Nel mondo sono ancora pochi i modelli BIM relativi al costruito, riteniamo ci sia spazio per crescere. Dovrebbe anche aumentare la sensibilità e la competenza sul tema da parte delle committenze, poiché spesso nei bandi le richieste sono mal tarate e il lavoro di HBIM non sempre è riconosciuto nel modo corretto.

In Square Solutions confluiscono anche le competenze di tre.digital, di cosa si tratta?
Tre.digital è una società specializzata in elaborazioni 3D e comunicazione di prodotto, sviluppo di video animazioni, rendering e ambienti interattivi per siti web e applicazioni multimediali. Le due realtà, Square Solutions e Tre.digital, sono due “facce della stessa medaglia”, sono le due anime della nostra società, profondamente legate ma che vivono separatamente, in modo che possano crescere e svilupparsi in modo indipendente l’una dall’altra.

Possiamo citare qualche vostro progetto recente?
Abbiamo partecipato alla realizzazione di interessanti opere nazionali e internazionali; il progetto più interessante, su cui stiamo lavorando in questi mesi, è per una società che si occupa di coltivazione aeroponica (Zero farm), ovvero quella tecnica di coltivazione in serra in assenza di terreno. La digitalizzazione in BIM degli impianti di coltivazione, dislocati in capannoni industriali dalla superficie di migliaia di m2, consente di controllarli e di creare un modello standard per renderli replicabili.

Dal punto di vista dell’hardware quali sono le tecnologie più innovative di cui vi avvalete?
Quello dell’hardware per la digitalizzazione del costruito è un mondo interessante e in continua evoluzione. Utilizziamo il laser scanner dal 2007 e, tra le tecnologie più innovative di cui ci avvaliamo oggi, citiamo il laser scanner con tecnologia SLAM a camminata continua, che permette di ottenere un rilievo camminando all’interno degli edifici, senza stazionare locale per locale, ottimizzando così i tempi di lavoro. Si rivela particolarmente utile per aggiornare il modello, tenerlo vivo nel tempo, registrare tutti i mutamenti degli edifici. Ritengo che anche le tecnologie di realtà virtuale abbiano grandi potenzialità, anche se ci sono ancora ostacoli di praticità nell’utilizzo dei visori, così come la sensoristica IOT al momento in fase di grande sviluppo soprattutto in ambito industriale.

Qual è secondo il suo punto di vista lo scenario BIM in Italia?
Ritengo che l’Italia non debba sentirsi in difetto nello scenario internazionale, in generale a livello globale la comprensione del BIM non è ancora piena, siamo all’inizio e molte realtà non sono pronte. A livello normativo in Italia siamo molto all’avanguardia, i grandi studi stanno già lavorando in BIM in maniera corposa, certamente le piccole realtà fanno un po’ più fatica, così come le imprese e i cantieri.
Credo che, come per ogni nuova tecnologia, ci voglia pazienza e tempo per comprenderne le potenzialità. Proprio per divulgare le tematiche digitali e contribuire a far crescere la consapevolezza sul tema, partecipiamo come partner scientifico all’organizzazione del Master BIM dell’Università di Udine.

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Giornalista della redazione di BIMportale, professionista della comunicazione e del marketing per il settore AEC – Architetture Engineering & Construction. Ha lavorato per molti anni nell’editoria B2B dirigendo una delle principali testate specializzate per l’industria delle costruzioni, per la quale è stato autore di numerosi articoli, inchieste e speciali. Durante questa lunga esperienza editoriale ha avuto modo di vivere e monitorare direttamente l’evoluzione del settore e la sua continua trasformazione, lavorando a stretto contatto con i principali protagonisti del mercato: imprese edili, progettisti, committenti, produttori. Su tali premesse nel 2007 ha fondato l’agenzia di comunicazione e marketing Sillabario, che si occupa delle attività di comunicazione e ufficio stampa di importanti marchi industriali del settore delle costruzioni.


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