Studio Piuarch: più competitività internazionale con il BIM

Lo studio Piuarch nasce nel 1996 quando Francesco Fresa, Germán Fuenmayor, Gino Garbellini e Monica Tricario decidono di unirsi per fondere esperienze diverse in un progetto comune di architettura. Lo studio progetta e realizza edifici pubblici, complessi per uffici, residenze, spazi commerciali e boutiques sino al disegno di piani urbanistici, con il contributo di consulenti di diverse discipline. Negli ultimi anni stanno sviluppando sempre più progetti utilizzando la metodologia BIM.

Qual è stata la motivazione principale nella scelta di implementare la metodologia BIM all’interno del vostro studio?
La metodologia BIM è indispensabile per stare al passo con i tempi: è un mezzo estremamente diffuso in territorio estero che solo ora, con un certo ritardo, si sta radicando in Italia. Adottare il BIM significa allinearsi alle regole di progettazione internazionale, acquisendo una maggiore competitività nei mercati. Presuppone inoltre la possibilità di ottimizzare la gestione di progetti complessi, in relazione alle altre discipline coinvolte nel processo progettuale. 

Come vi siete strutturati per affrontare questo cambiamento?
Nella fase iniziale abbiamo dovuto procedere con una lunga ricerca, che ci ha permesso di capire quale potesse essere il software più corretto da utilizzare anche in base alla metodologia di lavoro “rodata” del nostro studio. Abbiamo quindi optato per il software Revit e contattato una persona che si occupa della formazione per un training di due settimane a un gruppo selezionato di architetti. Dopo questa esperienza ci siamo subito messi al lavoro: il team ha iniziato la progettazione dell’ampliamento della sede Bompan a Tradate, nostro primo progetto elaborato con tecnologia BIM. 

Quali vantaggi riscontrate quotidianamente nella progettazione in BIM?
Sicuramente l’utilizzo del BIM permette di snellire le fasi di gestione del progetto, in particolar modo con i consulenti esterni che si occupano della parte strutturale, impiantistica e così via. Tutte le figure coinvolte lavorano infatti sullo stesso oggetto, che diventa quindi sempre più completo e complesso, con un bagaglio di informazioni facilmente leggibile e consultabile.  

Quali sono state le maggiori difficoltà che avete affrontato?
La difficoltà dell’adozione del BIM è soprattutto legata ai risultati grafici che normalmente eravamo abituati a ottenere. La rappresentazione subisce necessariamente un cambiamento, al quale dobbiamo rispondere con una nuova strategia. Inoltre, abbiamo dovuto adeguare tutti i protocolli e i metodi di archiviazione dei file all’interno del nostro server. I tempi per la costruzione di un modello in BIM sono infine sicuramente più lunghi, ma assicurano una possibilità molto più ampia di lettura del progetto rispetto a un software bidimensionale.

Può raccontarci di alcuni progetti recenti che sono esemplari del vostro percorso nell’implementazione del BIM?
L’ampliamento della sede Bompan a Tradate, che abbiamo precedentemente citato, è stato il primo progetto affrontato con metodologia BIM dal nostro studio. L’incarico riguardava l’estensione dello showroom aziendale e degli uffici, affrontata contemporaneamente nella progettazione ma in due momenti diversi per quanto riguarda le fasi di cantiere. Il BIM ci ha permesso di suddividere con grande facilità le fasi di lavoro e di gestirle in modo ottimale nel tempo.
Ci stiamo occupando inoltre della progettazione esecutiva di uno stabilimento in Toscana per una grande maison di moda italiana, che svilupperemo con metodologia BIM: per questo incarico abbiamo stabilito il protocollo d’intesa BEP – BIM Execution Plan che abbiamo condiviso con tutti i consulenti. Ci atteniamo alle sue regole per garantire un flusso coordinato e rigoroso delle informazioni, dei sistemi di archiviazione e così via.

Cosa ne pensa dello sviluppo del BIM in Italia?
Come abbiamo già accennato l’Italia dimostra ancora un certo ritardo nel recepimento di questa metodologia di lavoro, invece ampiamente diffusa all’estero. Tuttavia i concorsi di architettura più importanti indetti negli ultimi mesi nel nostro paese richiedono la modellazione BIM, rendendola una condizione necessaria per partecipare alle gare. Questo genere di vincolo costituisce uno stimolo per tutti i professionisti che non si sono ancora attrezzati con il BIM a rinnovare il loro sistema di lavoro.

 

 

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Lo studio Piuarch nasce nel 1996 quando Francesco Fresa, Germán Fuenmayor, Gino Garbellini e Monica Tricario decidono di unirsi per fondere esperienze diverse in un progetto comune di architettura.
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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, dopo i primi anni a rincorrere notizie di cronaca e attualità ha deciso di fermarsi per seguire più da vicino il mondo dell’architettura e del design. Collabora con diverse testate di questo settore alla ricerca di progetti e nuove iniziative da raccontare e descrivere con una particolare attenzione alle idee più innovative approfondendo anche tematiche legante al rispetto dell’ambiente e alle fonti rinnovabili.


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