Premesso che non c’è nessun impedimento all’applicazione del BIM ai progetti di restauro, con tutti i benefici che ne derivano, tuttavia è necessario sottolineare come questo necessiti di specifiche procedure che differiscono, in parte, da quelle di un progetto di nuova costruzione.
Le procedure BIM sono state definite su progetti di nuova costruzione, che sono in gran parte diverse da quelle dei progetti di restauro.
Se si cercano su google le parole ‘BIM’ e ‘Renovation’ si troveranno risultati che, al 99%, si riferiscono allo scan to BIM. In realtà lo scan to BIM risolve solo metà del problema: la modellazione geometrica, ma ci da scarsi contributi nella definizione delle proprietà fisiche e meccaniche dei componenti edilizi o nella individuazione dei materiali di cui essi sono composti.
Queste informazioni, invece, sono centrali nel BIM tanto quanto è centrale la lettera ‘I’ (Information) fra le lettere B (Building) ed M (Model o modeling).
Schematizzando in modo molto grossolano potremmo dire che il modello BIM è un repository digitale centralizzato di informazioni relative agli aspetti fisici e funzionali di un progetto. Il repository di tali informazioni computabili si evolve lungo il ciclo di vita del progetto. La tecnologia su cui si fonda la metodologia BIM ha un orientamento di tipo object-based. In sintesi, il metodo BIM può essere considerato una raccolta di oggetti “smart” in un database “‘intelligente”.
Un elemento fondamentale per il successo del BIM, oltre alla rappresentazione e allo scambio di dati, è la disponibilità di contenuti BIM sotto forma di smart object utilizzabili dai vari attori del progetto per lo sviluppo di uno o più modelli specifici. Questi oggetti provengono da tre fonti principali:
– contenuto predefinito disponibile sotto forma di oggetti negli strumenti di creazione di contenuti BIM;
– libreria di oggetti in-house;
– librerie di oggetti online;
L’efficienza di un modello BIM dipende molto dalla qualità e quantità delle informazioni che vengono abbinate alla modellazione geometrica. La modellazione basata sugli oggetti fa si che si utilizzino, in larga parte, le informazioni fornite dal produttore, da quì il successo delle librerie online di oggetti BIM.
E’ evidente come questa impostazione sia difficilmente applicabile ai progetti di restauro, specie se di edifici storici, per i quali le informazioni sugli elementi architettonici possono essere ricavate solo ex post, per mezzo di metodi diagnostici.
E’ importante, quindi, che si faccia una riflessione su alcuni aspetti specifici da implementare nelle procedure BIM applicate ai progetti di restauro:
- Il modello BIM deve recepire il piano diagnostico per la caratterizzazione dei materiali dell’edificio e delle relative alterazioni.
- Per ogni oggetto, struttura o sistema edilizio deve essere specificato se le informazioni, associate all’oggetto BIM, sono state ricavate da idagini diagnostiche eseguite direttamente su quell’elemento specifico o su elementi vicini e/o simili. Sarebbe opportuno dare un rating di attendibilità ai dati degli oggetti BIM.
- La classificazione dei LOD e cioè della specifica risoluzione delle informazioni grafiche e non grafiche per uno specifico elemento in una fase particolare del progetto, deve prevedere una classificazione dedicata al restauro, come già prevede la norma italiana UNI 11337 sul BIM.
- Lo standard COBIe, o altri standard similari per la gestione delle informazioni BIM, dovranno essere implementati con campi specifici riferiti al piano diagnostico e al metodo per mezzo del quale sono state rilevate le informazioni sui materiali di ogni singolo componente, così come al rating di affidabilità del singolo dato.