La digitalizzazione nella costruzione e nella gestione del patrimonio italiano

Come sta evolvendo la digitalizzazione nel mondo della costruzione in Italia rispetto al resto del mondo? E’ stata questa una delle domande principali a cui si è cercato di dare una risposta durante la due giorni Digital&BIM Italia, la manifestazione organizzata da BolognaFiere dedicata all’innovazione e alla trasformazione digitale dell’ambiente costruito. In particolare, nell’incontro “Digitalisation in construction and in managing our heritage” si e cercato di fare il punto sullo stato dell’arte dei processi di digitalizzazione in ambito Bim in Italia, e per farlo sono state presentate esperienze e punti di vista di imprese, aziende e progettisti che operano nel nostro paese nonostante la pesante eredità lasciata dalla crisi economica.

Il Bim in Italia
La conferenza è iniziata con l’intervento di Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme (Centro di ricerche economiche e sociali del mercato dell’edilizia), che ha fornito dati generali dell’edilizia in Italia, focalizzando però l’attenzione sulle diversità di approccio nel nostro paese rispetto al resto dell’Europa. «Gli architetti italiani – ha affermato Bellicini – sono tra quelli che guadagnano meno in Europa, e per fare la differenza è necessario adottare la tecnologia Bim che rappresenta non solo il futuro ma anche il presente del mondo delle costruzioni. In Italia – ha aggiunto il direttore del Cresme – attualmente utilizzano il Bim il 10,6% degli architetti, una percentuale che è senza dubbio destinata a crescere, si spera nel più breve tempo possibile». Conticini ha infine delineato le percentuali del tipo d’interventi architettonici eseguiti sul suolo nazionale: «soltanto il 25,9% degli interventi nel nostro paese sono nuove costruzioni, mentre ben il 73,1% riguardano i recupero dei fabbricati. Bisogna pertanto puntare sulla gestione del patrimonio e sul facility management, ed è proprio qui che la tecnologia Bim fa una grande differenza» ha concluso Bellicini.

Come rappresentante delle imprese, è intervenuto l’ing. Carlo Alberto Bettini, responsabile dei progetti speciali della Cmb, la prima impresa di costruzione per fatturato in Italia che sta realizzando le torri Hadid e Libenskind di CityLife a Milano. «Non c’è bisogno di uscire dall’Italia per poter applicare il Bim. In passato molte grandi opere sono fallite per errori progettuali, col Bim invece ora è possibile anticipare le problematiche che si incontrano generalmente durante la costruzione – ha affermato l’ingegnere che ha anche elogiato il Building Information Tecnology per l’agevolazione fornita al professionista nel metodo progettuale – con un solo colpo d’occhio si può vedere l’interazione tra le varie discipline, capire come si interseca l’architettura con le strutture e gli impianti, e ancora stabilire i costi, monitorarli nel tempo e gestire l’intero processo».

L’intervista ai progettisti
L’intervento più apprezzato, e anche quello più applaudito, è stato quello dei Bim Manager della società Citterio & Viel che opera nella progettazione d’interni a livello internazionale. I due progettisti Chiara Rizzarda e Claudio Vittori Antisari hanno parlato diffusamente del metodo progettuale basato sulla tecnologia Bim.
Per l’occasione la Bim manager Chiara Rizzarda ci ha rilasciato una breve intervista.

Quali sono i vantaggi che si riscontrano in fase progettuale e realizzativa lavorando con la tecnologia Bim?
«Lavorando come progettisti si lavora sulle prime fasi del processo utilizzando la curva di McLeamy per evitare che i problemi arrivino in cantiere. Per un progettista che non arriva fino al cantiere il Bim potrebbe sembrare uno svantaggio perché bisogna lavorare di più, in realtà i vantaggi sono innanzitutto in termini di controllo. Si ha un controllo assoluto sulla qualità del progetto che grazie al Bim viene costruito esattamente com’è stato disegnato. E’ di certo la tecnologia più avanzata attualmente presente sul mercato e i vantaggi sono evidenti».

Accertati i vantaggi rispetto alle altre tecnologie, quali ostacoli bisogna ancora superare perché il Bim possa diventare capillare e diffondersi maggiormente in Italia?
«I problemi principali che riscontriamo in questo momento sono la mancanza di un framework normativo a livello nazionale, per cui bisogna scrivere contratti molto lunghi, con molte appendici, per mettersi d’accordo con tutti gli interlocutori coinvolti nel processo. E’ necessario inoltre trovare consulenti con cui si abbia un workflow affiatato, con cui non si debba ridisegnare ogni volta un sistema complesso per lo scambio di dati. L’augurio è quello che tutti i professionisti inizino al più presto a masticare lo strumento anche a livello base, dal creativo, al tecnico, dall’architetto allo strutturista, tutti quanti dovrebbero essere fluenti nel linguaggio Bim, perché è questa la direzione della digitalizzazione nella costruzione e nella gestione del patrimonio, anche in Italia».

Quanto conta la formazione e quali strategie educative si dovrebbero adottare per insegnare il Bim ai professionisti del futuro in Italia?
«Con la formazione si può arrivare fino a un certo punto. Non si diventa esperti in Bim senza un’applicazione pratica. Ci sono però alcune cose che l’università potrebbe fare, ad esempio insegnare ai ragazzi programmi come Revit e ArchiCad, mostrare il processo progettuale, dare loro la possibilità di svolgere tirocini formativi in studi che utilizzano questi software. Bisogna inoltre formare i progettisti già avviati. In Italia non abbiamo la cultura del master universitario per il lavoratore: il professionista che si ferma sei mesi, si forma e torna a fare un nuovo lavoro. E necessario formare un po’ tutti, anche i clienti, ma portare i clienti a lezione è difficile. (Ride)

 

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BIM e GIS: insieme grazie a Autodesk ed ESRI
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BIM e GIS: insieme grazie a Autodesk ed ESRI
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E' stato annunciato un accordo di collaborazione tra Autodesk ed ESRI volto a favorire l'integrazione tra metodologia BIM e tecnologie GIS.
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Laureato in Architettura al Politecnico di Torino nel 2011, giornalista della redazione di BIMportale, lavora come freelance presso il quotidiano torinese CronacaQui e il Giornale dell’Architettura. Si è formato nello studio dell’architetto Ricardo Bofill a Barcellona partecipando alla realizzazione di progetti internazionali. Si è occupato di progettazione esecutiva, pianificazione urbana, comunicazione grafica ed editoriale e della realizzazione di comunicati stampa presso lo studio Rolla di Torino e ha lavorato come designer, project manager e tecnico commerciale.


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