Si è svolto a Roma nei giorni del 19 e 20 aprile, presso l’Aula Magna della facoltà di Architettura Sapienza Università di Roma la terza edizione del workshop 3DModeling&BIM – Progettazione, Design e Proposte per la ricostruzione.
L’evento organizzato dalla Facoltà di Architettura, dal Laboratorio di Studi Visuali e Digitali in Architettura del Dipartimento di Storia Disegno e Restauro dell’Architettura e dal Master BIM, è stato patrocinato da CNAPPC, UID ed ACER – ANCE Roma. L’edizione 2017 del workshop ha registrato un significativo riscontro in termini di presenze di pubblico e di qualità dei contenuti selezionati per le presentazioni orali dei migliori articoli pervenuti da studiosi delle principali università e centri di ricerca nazionali nonché da operatori del settore della progettazione.
Il workshop che si va caratterizzando sempre più come occasione di incontro e di scambio di esperienze e best practices tra tutti gli operatori del settore, ricercatori, progettisti, imprese ha l’obiettivo di costituirsi come un osservatorio privilegiato sull’avanzamento nella adozione di processi orientati al Building Information Modeling (BIM).
Ad una lettura complessiva, gli interventi succedutisi nella due giorni, sono stati paradigmatici della attuale fase di transizione del settore pure in una difficile situazione di crisi che perdura almeno dal 2008 e che ha fatto perdere il 35% degli investimenti, il 48,2% se si esclude il comparto della riqualificazione sostenuto dagli incentivi fiscali (Elaborazione Ance su dati ISTAT). L’andamento del mercato della progettazione e della esecuzione delle opere è pure rallentato dalla profonda revisione di procedure e processi indotta dal D. Lgs 50/2016. Da una parte infatti è emersa la convinzione che vede nella digitalizzazione una opportunità di rilancio del comparto ma dall’altra si è resa evidente una consapevolezza sempre più matura delle ricadute in termini organizzativi e gestionali che questa induce in strutture di committenza, progettazione ed esecuzione. L’adesione ai principi dell’Industria 4.0 inizia a sembrare sempre meno di natura meramente strumentale ma a presentarsi come vera e propria scelta di politica industriale del Paese ed aziendale a livello di singola Organizzazione. Da questi presupposti ciò che viene denominato BIM, con le molteplici accezioni più o meno proprie, che al termine si danno, progressivamente assume nella considerazione degli operatori, il portato politico ed economico derivante dal rendere computabile ma anche tracciabile e condivisibile l’Informazione di progetto. Un cambiamento radicale del modello di filiera che abbandonerebbe gradualmente l’individualismo e la conflittualità tra i diversi soggetti per passare a un nuovo rapporto basato sull’integrazione collaborativa. Sul mercato delle opere pubbliche ciò pone in capo alle stazioni appaltanti significative responsabilità nel sapere governare l’intero processo una volta che il dato diviene digitale e non limitarsi alla redazione del cd Capitolato Informativo di cui, peraltro si registrano adozioni copia e incolla.
Il workshop 2017 ha pure messo in luce come sia l’internazionalizzazione di imprese e progettisti italiani, l’altra leva che in qualche modo sta inducendo una incisiva azione di cambiamento tra gli operatori nazionali in virtù dei requisiti richiesti su commesse estere. Secondo elaborazioni ANCE sono oltre 230 nuovi cantieri aperti all’estero dalle imprese italiane di costruzione nel 2015 per un totale di 17,2 miliardi di euro e un fatturato cumulato oltre confine che raggiunge quota 12 miliardi, con un aumento del 14,5% rispetto all’anno precedente. Una crescita che si consolida per l’undicesimo anno consecutivo e che vede le aziende italiane del settore attive stabilmente in 89 Paesi con contratti di costruzione per oltre 87 miliardi di Euro. Da sottolineare, in particolare, il forte aumento della presenza delle imprese italiane di costruzione sui mercati più sviluppati: 7 miliardi di commesse acquisite in 21 Paesi Ocse che rappresentano circa la metà del totale dei contratti sottoscritti nel 2015.
Una edizione del workshop dunque in linea con il momento che il settore vive e che oscilla, tra accelerazioni più o meno consapevoli sul mercato interno e progressiva crescita indotta dalle richieste provenienti dagli scenari internazionali, ma anche e di questo si dovrà tenere conto nella progressiva crescita del comparto, tra avanzamenti della ricerca e trasferimento sugli operatori, tra nuovi profili professionali e ricadute in termini di didattica anche universitaria.