La dimensione sempre più digitale del progetto ha rappresentato un vero e proprio cambio di paradigma che ha impattato molteplici aspetti della disciplina, accompagnandosi in anni più recenti all’adozione di nuove metodologie come il BIM. Un’evoluzione, questa, che necessitava e ha determinato l’evoluzione dei “ferri del mestiere” legati alla progettazione e, di conseguenza, un crescente rilievo di tutte le attività legate ai concetti di apprendimento e sperimentazione.
In un contesto fortemente dinamico dal punto di vista metodologico e culturale come quello sopra descritto sono nati e si stanno sviluppando temi come la cosiddetta gamification, un ambito non da oggi oggetto di ricerche e analisi da parte del mondo scientifico e che in un contesto metodologico come quello del Building Information Modeling è foriero di un enorme potenziale di sviluppo, suscettibile di estendere a limiti ancora inesplorati l’applicazione di questa metodologia. Per darne un sintetico inquadramento definitorio, la gamification nasce nel settore dei media digitali nell’ambito delle ricerche sulle pratiche e dinamiche del gioco come strumento di espressione, motivazione e apprendimento, e proprio per l’ampiezza e complessità disciplinare che sottende si presta a più declinazioni. Fra queste, la più accreditata intende per gamification l’applicazione delle dinamiche di gioco ad ambiti diversi da quelli puramente ludici per soddisfare obiettivi di carattere educativo e formativo, trasferendo informazioni attraverso il coinvolgimento esperienziale degli utenti in modo da accrescerne le competenze o modificarne i comportamenti.
L’applicazione delle tecnologie digitali in questo contesto permette di raccogliere e analizzare i dati derivanti dalle azioni compiute dall’utente, valutarle e definire schemi di comportamento in grado di favorire l’apprendimento attraverso le esperienze vissute dall’utente stesso all’interno del gioco. Tradotto in termini concreti, l’utente effettua una determinata azione, ne verifica le conseguenze e attraverso queste apprende progressivamente ad anticiparle, imparando attraverso un processo empirico simulativo che permette, ad esempio, di sviluppare digitalmente un progetto e analizzarne eventuali limiti ed errori senza i rischi concreti che questi potrebbero determinare nel mondo reale, e quindi con la massima libertà di sperimentare approcci innovativi e assumere quelli che potremmo definire “rischi creativi”.
In termini concreti, va innanzitutto sottolineato che l’applicazione del concetto di gamification al BIM ha come obiettivo non una pratica di sperimentazione astratta, ma piuttosto l’introduzione di uno strumento per aumentare il grado di coinvolgimento e collaborazione nello sviluppo di un’attività progettuale, nel compimento di scelte e nell’adozione di strategie. In sostanza, la gamification si riferisce all’uso della meccanica e del pensiero legati alle attività ludiche per coinvolgere i partecipanti in attività di problem solving e migliorare l’utilizzo di strumenti digitali e basi di dati nell’ideazione e nel successivo sviluppo del progetto. A questa considerazione va aggiunto il fatto che la gamification rappresenta uno strumento altamente coinvolgente ed efficiente di comunicazione visiva delle interazioni fra persone, strumenti e modelli digitali, un linguaggio visuale standardizzato e quindi pienamente allineato alla logica collaborativa del BIM.
Se problem solving e ottimizzazione dei vantaggi del digitale sono elementi centrali della gamification del BIM, questo è dovuto ai gradi di libertà che le sono propri, e in particolare, seguendo le definizioni correntemente adottate, la libertà di sperimentare e soprattutto quella di fallire. Testare scelte e attività senza dover ricorrere alla sperimentazione sul campo, dove gli errori avrebbero un costo potenziale troppo alto, non significa solamente poter apprendere in un contesto estremamente realistico anche se non materiale, con tutti i vantaggi che questo comporta in termini di efficacia, ma anche stimolare l’adozione di approcci innovativi grazie alla possibilità di assumere rischi senza le conseguenze che questi potrebbero avere in un ambiente reale.