Nel presente studio di tesi si è voluto analizzare cosa comporti l’adozione di strumenti BIM, in particolare nella progettazione architettonica, negli studi solari, nell’analisi e nella simulazione energetica. Si è scelto come oggetto di studio un complesso di fabbricati esistenti a funzione residenziale ex-rurale, la maggior parte dei quali in evidente stato di avanzato degrado, denominato “Case Gatti”, sito in località Contignaco, nel comune di Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma. Partendo da un “caso studio” concreto, si è voluto quindi simulare l’uso di uno degli applicativi BIM più diffusi, Autodesk Revit (versione 2017), per il progetto di recupero ipotizzato. In particolare, ci si è posti nell’ottica di un progettista autonomo o di un piccolo studio professionale e di come potrebbe essere gestita l’intera fase di progettazione con l’impiego di Revit. Pertanto si è voluto sperimentare quali sono i vantaggi che si potrebbero trarre in termini di risparmio di tempo e di costi, di qualità del progetto, quindi del servizio offerto alla committenza; conoscere quali sono gli strumenti che il software e l’ambiente BIM possono offrire e mettere a disposizione del progettista; capire se e come, durante la creazione di un modello BIM, cambia la metodologia operativa di progettazione rispetto a quella “tradizionale”, legata alla tecnologia ed il supporto CAD (sia esso 2D o 3D).
