Edilizia 4.0: le opportunità del digitale

E’ stata una mattinata particolarmente ricca di contenuti quella che lo scorso venerdì 1 dicembre ha radunato a Roma presso la sede di ACER – l’Associazione Costruttori Edili di Roma – un folto pubblico di operatori del settore in occasione dell’incontro “Verso un’edilizia 4.0”. Punto focale dell’evento, le tematiche e le criticità inerenti la progressiva digitalizzazione della gestione dei processi informativi delle costruzioni, nell’intento di svolgere una funzione di orientamento per Stazioni Appaltanti, Progettisti e Imprese, soggetti protagonisti di una transizione al digitale del comparto ormai alle porte, e soprattutto non più rinviabile. A moderare l’incontro – che ha visto la partecipazione di Gioia Gorgerino, Vice Presidente ACER per il Centro Studi e organizzatrice dell’evento, del Presidente di ACER Nicolò Rebecchini, di Edoardo Bianchi, Vice Presidente ANCE con delega OO.PP., Pietro Baratono, Provveditore Interregionale per le OO.PP. per la Lombardia e l’Emilia Romagna, Alberto Pavan, Coordinatore norma UNI 11337.2017, e Michele Suriani, Responsabile Servizi tecnici Agenzia del Demanio di Roma Direzione Roma Capitale – il prof. Francesco Ruperto, Coordinatore Master BIM dell’Università La Sapienza di Roma, che ha fornito in apertura una panoramica dell’attuale settore delle costruzione nonché del potenziale impatto che la digitalizzazione dei processi potrebbe avere su quest’ultimo. “Il settore delle costruzioni è strategicamente importante alle economie in termini di produzione,creazione di posti di lavoro e per la realizzazione, rigenerazione e manutenzione dell’ambiente costruito“, ha in particolare sottolineato Ruperto; “la produzione del settore delle costruzioni europeo si aggira intorno ad 1,3 trilioni di euro e costituisce circa il 9% del PIL della regione impiegando oltre 18 milioni di persone, il 95% dei quali sono impiegati da piccoli e medie imprese (PMI). Tuttavia, rappresenta uno dei settori meno digitalizzati con conseguente stagnazione o calo dei tassi di produttività, che sono aumentati solo dell’1% negli ultimi venti anni. Diversi studi di settore identificano i problemi sistemici dei processi costruttivi negli scarsi livelli di collaborazione, nel sottoinvestimento in tecnologia, ricerca e sviluppo e nella gestione di bassa qualità dei contenuti informativi. Digitalizzare i processi rappresenta in questo contesto un passaggio chiave per ottimizzare investimenti e sostenibilità degli stessi. I rapporti stimano l’opportunità finanziaria per digitalizzare ingegneria, costruzione e i processi operativi del settore, in un range tra 10%-20% delle spese in conto capitale del progetto di costruzione verticale (edifici) e e delle infrastrutture. Anche riferendosi alla soglia inferiore, un miglioramento del 10% della produttività del settore europeo delle costruzioni genererebbe un risparmio di 130 miliardi di euro“. Gli stessi concetti sono stati ripresi da Pietro Baratono, che annunciando la firma da parte del ministro Delrio del tanto atteso decreto BIM, ha evidenziato come “il nostro paese è rimasto fermo al palo per anni, ma la transizione al digitale può svolgere una funzione strategica per riavviarne la crescita, in particolare di uno dei suoi settori trainanti come quello delle costruzioni. In questa ottica, la digitalizzazione dei processi può servire alle stazioni appaltanti per efficientare le opere,  ai professionisti per ottimizzare la fase progettuale ed esecutiva, alle imprese per ottimizzare i processi di cantiere e risparmiare risorse. Usciamo da una fase storica di forti equivoci in materia di progetti, che il nuovo Codice Appalti ha cercato di risolvere aumentandone la qualità; il settore ha però anche e soprattutto bisogno di comunicare, sia tra i diversi livelli della filiera sia tra committenza pubblica e privata. L’Europa stessa ci sta spingendo in questa direzione, con iniziative come l’handbook pubblicato dall’EU BIM Task Group. Il Decreto Bim oggi ufficialmente firmato raccoglie queste indicazioni e il substrato di tutta la normativa volontaria, in particolare UNI e CEN, e ha come obiettivo la creazione di un “linguaggio comune” cui tutti gli operatori possano fare riferimento, mantenendo tutta la propria libertà operativa ma all’interno di un quadro comune e condiviso. tutto ciò chiama le stazioni appaltanti, e in particolare quelle pubbliche, ad abbracciare una strategia che comprenda formazione, strumenti, tecnologie, e sistemi di gestione e controllo; un compito complesso, ma che è perfettamente alla portata della nostra P.A.“.
Ad arricchire l’incontro hanno contribuito anche due preziose esperienze sul campo, raccontate da Alfred De Pascali, Corporate BIM Manager del Gruppo Astaldi, e Emilio Rocchi, Direttore tecnico dell’impresa Edilerica; due esempi significativi di come l’implementazione del BIM e le sue ricadute positive in termini di ottimizzazione dei processi siano un’opportunità concreta tanto per le grandi organizzazioni quanto per quel grande numero di piccole e medie imprese che costituiscono il tessuto portante del settore edile.

 

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BIM e GIS: insieme grazie a Autodesk ed ESRI
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BIM e GIS: insieme grazie a Autodesk ed ESRI
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E' stato annunciato un accordo di collaborazione tra Autodesk ed ESRI volto a favorire l'integrazione tra metodologia BIM e tecnologie GIS.
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Giornalista professionista della redazione di BIMportale, specializzato nel settore delle costruzioni, si occupa dai primi anni ’90 di tecnologie applicate alla progettazione e al cantiere. Ha all’attivo numerose pubblicazioni e collaborazioni con le principali testate di settore relative a tecniche costruttive, progettazione 3D, organizzazione e gestione dei processi di cantiere.


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